Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Ferrari, ha rilasciato un'intervista a Quindici, periodico del Master in Giornalismo dell'Università di Bologna: on ci sono, da anni, una serie di elementi per far sì che una squadra funzioni. Manca una leadership forte, e mancano competenze. Lo dimostra il fatto che non si arriva neanche a lottare per la vittoria. L'assenza di una vera squadra è un altro elemento mancante alla Ferrari attuale. Io ai tempi avevo, tra gli altri, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Stefano Domenicali. Il problema non sono i piloti, anche con il miglior pilota se non hai questi elementi non vinci. Con gli Elkann non ho nessun rapporto. vevo rapporti con Gianni Agnelli, che per me è stato un misto tra un padre e un fratello maggiore, e anche con Umberto. Oggi sono molto concentrato su quello che faccio. Anche perché, da quando ho lasciato Ferrari, nessuno mi ha mai chiesto consigli o idee per migliorare la situazione. Schumacher? Era un uomo di squadra. Come Lauda, quando vinceva era la squadra a farlo. Avevo un rapporto profondo con Niki Lauda, buno dei migliori amici della mia vita e che come me era giovanissimo quando ha iniziato. Poi Schumacher, un uomo che aveva la velocità nel sangue. Pensare che si è fatto male in un banale incidente sulla neve fa soffrire anche di più".
di Napoli Magazine
27/11/2025 - 21:31
Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Ferrari, ha rilasciato un'intervista a Quindici, periodico del Master in Giornalismo dell'Università di Bologna: on ci sono, da anni, una serie di elementi per far sì che una squadra funzioni. Manca una leadership forte, e mancano competenze. Lo dimostra il fatto che non si arriva neanche a lottare per la vittoria. L'assenza di una vera squadra è un altro elemento mancante alla Ferrari attuale. Io ai tempi avevo, tra gli altri, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Stefano Domenicali. Il problema non sono i piloti, anche con il miglior pilota se non hai questi elementi non vinci. Con gli Elkann non ho nessun rapporto. vevo rapporti con Gianni Agnelli, che per me è stato un misto tra un padre e un fratello maggiore, e anche con Umberto. Oggi sono molto concentrato su quello che faccio. Anche perché, da quando ho lasciato Ferrari, nessuno mi ha mai chiesto consigli o idee per migliorare la situazione. Schumacher? Era un uomo di squadra. Come Lauda, quando vinceva era la squadra a farlo. Avevo un rapporto profondo con Niki Lauda, buno dei migliori amici della mia vita e che come me era giovanissimo quando ha iniziato. Poi Schumacher, un uomo che aveva la velocità nel sangue. Pensare che si è fatto male in un banale incidente sulla neve fa soffrire anche di più".