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L'ALLENATORE - Ancelotti: "Di Napoli mi piacciono tante cose, ci sono le caratteristiche per restare a lungo, la Juve non è inarrivabile, ma per starle al passo servono miracoli, cori razzisti? Se necessario va sospesa la partita"
06.12.2018 11:48 di Napoli Magazine

NAPOLI - Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Walter Veltroni per La Gazzetta dello Sport: "Che cosa è il calcio? Dovrebbe essere un gioco, ma per questo è un diversivo. A Napoli rappresenta anche una rivalsa, una sorta di riscatto dal senso di abbandono che questa città ha legittimamente introiettato nei secoli. Per me rimane un gioco. Bello, emozionante. Ancora mi diverto, ancora lo faccio con passione. Sento tanta gente del calcio dire che non riesce a dormire per la pressione. Io dormo sempre. Ai calciatori va trasmessa convinzione e fiducia, ma alcune volte vanno stimolati. L'intelligenza in un calciatore conta tantissimo, il talento non è sufficiente. Senza professionalità e applicazione non si fa la differenza. Alla stazza fisica non do molta importanza, a calcio possono giocare tutti. Il giocatore lento, quello veloce, il giocatore basso, il giocatore alto. L’aspetto fisico, nella mia idea di calcio, ancora non ha la predominanza sull’intelligenza tecnica e tattica. Più dell’intelligenza conta solo la personalità. Primi giorni nel Napoli? Ho parlato con la società, ho cercato di capire i loro progetti. La squadra già la conoscevo e mi piaceva. Dopo, piano piano, ho iniziato il processo senza stravolgere quello che già facevano molto bene con Sarri. Il Napoli è una squadra che ha conoscenza, per tre anni ha fatto un determinato e rigoroso lavoro e questo bagaglio si riconosce molto bene a livello di sapienza tattica. Dopo, piano piano, cerchiamo insieme di modificare il sistema di gioco. Naturalmente con la condivisione dei giocatori. Non faccio mai una cosa se i giocatori non sono convinti di farla. Mi diceva Sacchi che ci sono due modi di convincere le persone: per persuasione o per percussione. Io preferisco la persuasione. E' immaginabile un'idea del manager che resta a lungo in una società come nel calcio inglese? Mi piacerebbe molto. Forse qui ci sono le caratteristiche adatte a un progetto simile. La città di Napoli? Mi piacciono tante cose. Ovviamente il paesaggio e la luce. Il Vesuvio: ti svegli la mattina e hai questa fotografia emozionante davanti. La gente è molto disponibile. Mi piace poi la passione che c’è dietro questa squadra. A me piace frequentare la città, vado per strada, nei ristoranti e nessuno mi ha mai disturbato, sono molto rispettosi. Battaglia sui cori razzisti? Io non voglio fare un discorso solo sul Napoli. Voglio parlare degli stadi italiani e della lotta contro ogni intolleranza. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire. Se ci sono quei cori si devono attuare delle procedure: la segnalazione del capitano all’arbitro, l’annuncio con gli altoparlanti e, se nulla serve, la sospensione della partita. Questa squadra ha tante potenzialità e lo ha dimostrato nel girone di Champions, che era difficilissimo. Siamo cresciuti molto in personalità, convinzione, perché queste partite aiutano a crescere. Siamo una squadra che non può giocare a basso ritmo. Per riuscire dobbiamo lavorare sempre a ritmo alto. Sono convinto di avere il centrocampo migliore d'Italia. Koulibaly è tra i migliori al mondo con Sergio Ramos, Varane e con quelli della Juve che sono molto forti, più che come individualità, come coppia. Manca un attaccante robusto? Dipende da come vuoi giocare. Noi non sfruttiamo molto i cross quindi cerchiamo di utilizzare più il gioco verticale. Fino ad ora, ha funzionato. La Juve è inarrivabile? No, la Juve è molto forte, molto continua, però inarrivabile no. Nella mia esperienza di calcio non ho ancora trovato squadre imbattibili. Certo, per stare al passo con la Juve, devi fare miracoli".

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L'ALLENATORE - Ancelotti: "Di Napoli mi piacciono tante cose, ci sono le caratteristiche per restare a lungo, la Juve non è inarrivabile, ma per starle al passo servono miracoli, cori razzisti? Se necessario va sospesa la partita"

di Napoli Magazine

06/12/2024 - 11:48

NAPOLI - Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Walter Veltroni per La Gazzetta dello Sport: "Che cosa è il calcio? Dovrebbe essere un gioco, ma per questo è un diversivo. A Napoli rappresenta anche una rivalsa, una sorta di riscatto dal senso di abbandono che questa città ha legittimamente introiettato nei secoli. Per me rimane un gioco. Bello, emozionante. Ancora mi diverto, ancora lo faccio con passione. Sento tanta gente del calcio dire che non riesce a dormire per la pressione. Io dormo sempre. Ai calciatori va trasmessa convinzione e fiducia, ma alcune volte vanno stimolati. L'intelligenza in un calciatore conta tantissimo, il talento non è sufficiente. Senza professionalità e applicazione non si fa la differenza. Alla stazza fisica non do molta importanza, a calcio possono giocare tutti. Il giocatore lento, quello veloce, il giocatore basso, il giocatore alto. L’aspetto fisico, nella mia idea di calcio, ancora non ha la predominanza sull’intelligenza tecnica e tattica. Più dell’intelligenza conta solo la personalità. Primi giorni nel Napoli? Ho parlato con la società, ho cercato di capire i loro progetti. La squadra già la conoscevo e mi piaceva. Dopo, piano piano, ho iniziato il processo senza stravolgere quello che già facevano molto bene con Sarri. Il Napoli è una squadra che ha conoscenza, per tre anni ha fatto un determinato e rigoroso lavoro e questo bagaglio si riconosce molto bene a livello di sapienza tattica. Dopo, piano piano, cerchiamo insieme di modificare il sistema di gioco. Naturalmente con la condivisione dei giocatori. Non faccio mai una cosa se i giocatori non sono convinti di farla. Mi diceva Sacchi che ci sono due modi di convincere le persone: per persuasione o per percussione. Io preferisco la persuasione. E' immaginabile un'idea del manager che resta a lungo in una società come nel calcio inglese? Mi piacerebbe molto. Forse qui ci sono le caratteristiche adatte a un progetto simile. La città di Napoli? Mi piacciono tante cose. Ovviamente il paesaggio e la luce. Il Vesuvio: ti svegli la mattina e hai questa fotografia emozionante davanti. La gente è molto disponibile. Mi piace poi la passione che c’è dietro questa squadra. A me piace frequentare la città, vado per strada, nei ristoranti e nessuno mi ha mai disturbato, sono molto rispettosi. Battaglia sui cori razzisti? Io non voglio fare un discorso solo sul Napoli. Voglio parlare degli stadi italiani e della lotta contro ogni intolleranza. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire. Se ci sono quei cori si devono attuare delle procedure: la segnalazione del capitano all’arbitro, l’annuncio con gli altoparlanti e, se nulla serve, la sospensione della partita. Questa squadra ha tante potenzialità e lo ha dimostrato nel girone di Champions, che era difficilissimo. Siamo cresciuti molto in personalità, convinzione, perché queste partite aiutano a crescere. Siamo una squadra che non può giocare a basso ritmo. Per riuscire dobbiamo lavorare sempre a ritmo alto. Sono convinto di avere il centrocampo migliore d'Italia. Koulibaly è tra i migliori al mondo con Sergio Ramos, Varane e con quelli della Juve che sono molto forti, più che come individualità, come coppia. Manca un attaccante robusto? Dipende da come vuoi giocare. Noi non sfruttiamo molto i cross quindi cerchiamo di utilizzare più il gioco verticale. Fino ad ora, ha funzionato. La Juve è inarrivabile? No, la Juve è molto forte, molto continua, però inarrivabile no. Nella mia esperienza di calcio non ho ancora trovato squadre imbattibili. Certo, per stare al passo con la Juve, devi fare miracoli".