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L'APPUNTO - N. Marciano su "NM": "Napoli, in Italia tifare è un atto di fede che fa rima con delusione"
31.10.2019 18:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - È che certe cose non te le aspetti e allora ti spiazzano, così, all’improvviso, come quando punti sul Sole a tutto schermo di Meteo.it e tac, esci dal parrucchiere e scopri che Dio s’era scordato dell’acqua. Oppure, quando entri un posto, in due, donne, fai per sedersi e il cambiare ti blocca perché quel tavolo è prenotato: “Sì, lo so: l’ho prenotato io perché si vedeva bene la partita”. “Ah, scusi è che mi aspettavo due uomini”. O ancora, quando pensi che arbitrare in sei sia garanzia di supervisione corretta di Napoli/Atalanta e invece manco per la capa, quelli due rigori di cui uno stranetto manco li vanno a controllare al Var e allora il Napoli con l’Atalanta al San Paolo nel turno infrasettimanale non vince ma pareggia. E non basta. Ecco, sono queste le cose che non ti aspetti, che ti spiazzano, dicevamo, ma che poi dopo l’incaxxatura del momento (più di uno per la verità di momento) ti fanno riflettere e allora pensi che magari più che fidarti di una app dovresti guardare il cielo e sentire il vento; rifletti sul fatto che se due donne che prenotano per vedere la partita sono una specie di caso più unico che raro, allora, altro che partita, qui è proprio “Huston, abbiamo - hanno, gli uomini - un problema; se una partita di calcio con uno spettatore speciale venuto dalla Cina a veder giocare il Napoli nel giorno di Maradona, si trasforma in una vergogna da 90+8 minuti, perché di quello chiaramente si tratta, allora esattamente cosa guardiamo? Cosa tifiamo? Per cosa non esiste ragù che tenga se gioca il Napoli? Che cos’è che anima il cuore e i bar all’indomani di una partita? Eh? Che cos’è il calcio in Italia, se sbagliare è umano ma perseverare è il campionato dove non importa quanti Milik avrai a far gol, ci sarà sempre un Giacomelli a non vedere, non controllare e a falsare un risultato. Con che spirito si può tifare davvero? Per amore certo, ma qui più che un atto di amore è un atto di fede, in ciò che non si vede, ossia un campionato onesto. Un atto di fede con la speranza ultima a morire, che si possa guardare una partita sicuri che ci saranno errori certo, ma che nessuno lo farà apposta, che nessuno deciderà deliberatamente di decretare un pareggio che per il Napoli poteva essere una vittoria, bella e meritata, nonostante un errore, uno di Meret. Perciò qualcosa si faccia, si faccia davvero, qualcosa qualunque cosa, affinché tifare sia un segno di un grande amore e non di amara e costante delusione.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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L'APPUNTO - N. Marciano su "NM": "Napoli, in Italia tifare è un atto di fede che fa rima con delusione"

di Napoli Magazine

31/10/2024 - 18:00

NAPOLI - È che certe cose non te le aspetti e allora ti spiazzano, così, all’improvviso, come quando punti sul Sole a tutto schermo di Meteo.it e tac, esci dal parrucchiere e scopri che Dio s’era scordato dell’acqua. Oppure, quando entri un posto, in due, donne, fai per sedersi e il cambiare ti blocca perché quel tavolo è prenotato: “Sì, lo so: l’ho prenotato io perché si vedeva bene la partita”. “Ah, scusi è che mi aspettavo due uomini”. O ancora, quando pensi che arbitrare in sei sia garanzia di supervisione corretta di Napoli/Atalanta e invece manco per la capa, quelli due rigori di cui uno stranetto manco li vanno a controllare al Var e allora il Napoli con l’Atalanta al San Paolo nel turno infrasettimanale non vince ma pareggia. E non basta. Ecco, sono queste le cose che non ti aspetti, che ti spiazzano, dicevamo, ma che poi dopo l’incaxxatura del momento (più di uno per la verità di momento) ti fanno riflettere e allora pensi che magari più che fidarti di una app dovresti guardare il cielo e sentire il vento; rifletti sul fatto che se due donne che prenotano per vedere la partita sono una specie di caso più unico che raro, allora, altro che partita, qui è proprio “Huston, abbiamo - hanno, gli uomini - un problema; se una partita di calcio con uno spettatore speciale venuto dalla Cina a veder giocare il Napoli nel giorno di Maradona, si trasforma in una vergogna da 90+8 minuti, perché di quello chiaramente si tratta, allora esattamente cosa guardiamo? Cosa tifiamo? Per cosa non esiste ragù che tenga se gioca il Napoli? Che cos’è che anima il cuore e i bar all’indomani di una partita? Eh? Che cos’è il calcio in Italia, se sbagliare è umano ma perseverare è il campionato dove non importa quanti Milik avrai a far gol, ci sarà sempre un Giacomelli a non vedere, non controllare e a falsare un risultato. Con che spirito si può tifare davvero? Per amore certo, ma qui più che un atto di amore è un atto di fede, in ciò che non si vede, ossia un campionato onesto. Un atto di fede con la speranza ultima a morire, che si possa guardare una partita sicuri che ci saranno errori certo, ma che nessuno lo farà apposta, che nessuno deciderà deliberatamente di decretare un pareggio che per il Napoli poteva essere una vittoria, bella e meritata, nonostante un errore, uno di Meret. Perciò qualcosa si faccia, si faccia davvero, qualcosa qualunque cosa, affinché tifare sia un segno di un grande amore e non di amara e costante delusione.

 

 

Nunzia Marciano
 
 
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