TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Il Napoli dei gol falliti nel torneo senza storia"
26.05.2019 18:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il Napoli si è consegnato, da par suo, nel più blando contatto con una squadra che, sino a qualche settimana fa, conviveva con l'incubo della serie B. Il Bologna ha 35 punti in meno quando conclude la partita con pura razionalità tattica. Sapeva di dover correre molto e con ordine. Lo ha fatto, rispettando l'avversario senza mai riderne per la sorprendente fragilità. Che cosa sia successo, è difficile scoprirlo persino ad Ancelotti, sgomento quando si accorge di essere alla guida di un'auto con ruote sgonfie e senza motore. Tenta qualche cambio senza speranze, le sue sembrano preghiere più che mosse strategiche. Nemmeno l’ultima delle promesse, purtroppo, gli é riuscita. Ovvero mantenere questo Napoli, con luci ed ombre, su “quota ottanta”, la cifra sempre raggiunta da Sarri in poi. Ma tant’è, visto che non finisce solo l’annata del Napoli. Come avviene ormai da molti anni, anche questa stagione del calcio fornisce un ricco campionario di autogol. Club e presidenti autolesionisti, fotografie ridicole di un campionato senza storia, menzogne patetiche, strafalcioni, personaggi che paiono sortite dai peggiori cabaret di Caracas. Insomma, è l’Italia del pallone con accanita frequenza si butta via. Da quasi disfatta le notizie che giungono dalla Lega: “il numero di abbonati di Sky e di Mediaset con pacchetti Serie A erano all’incirca 4 milioni, attualmente il numero di abbonati calcio è inferiore, con una perdita di abbonati [400.000-700.000] telespettatori”. Non ci sono dati su chi e come perde di più. Facile immaginare i perché: scarso allure, come dicono i francesi. Stile e portamento dozzinali. Ma c’è, soprattutto, chi indica le squadre che hanno smesso di inseguire la Juve, tirato i remi in barca già a gennaio, collezionando giornate storte e consensi in calo. Il riferimento non é solo al Napoli. Al Napoli, però, oltre al più che dignitoso secondo posto, va consegnata una maglia nera, come se fosse al Giro. Dello stadio troppo spesso semivuoto e della sua tristezza s’è parlato più volte. Non solo per la cupa scenografia che offre. Tutt’altro, il concetto base è che lo spettatore è un elemento costitutivo del calcio. Senza, lo stesso, proprio lo sport del pallone diventa un ologramma o addirittura un fake di se stesso, un qualcosa di surreale. Ecco perché c’è assoluto bisogno che si continui a discutere intorno alle cause del fenomeno. L' unico vero fattore degli spalti vuoti è il fatto che nel campionato che è terminato quasi tutto era deciso. La passione per il calcio si alimenta dell'aspettativa di risultati. Altrimenti come resistere alla concorrenza di una comoda poltrona e dei magnifici replay di Sky? Non può sorprende l’assenza del pubblico. La società e gli stessi giocatori devono rilevare questa tendenza. Analizzarla. Capire come interromperla. Se Napoli dieci anni fa mandava 55mila tifosi per l’esordio in C1 con il Cittadella, un campionato da secondo posto ne meritava di più. Gelido il riferimento, direte. Temo però che sia diventato meno caloroso il rapporto tra il Napoli e Napoli. È un tema che va affrontato, perché l’anno che verrà sia quello di un nuovo patto d’amore tra il Napoli è tutta la sua gente.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME TONI AZZURRI
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Il Napoli dei gol falliti nel torneo senza storia"

di Napoli Magazine

26/05/2024 - 18:55

NAPOLI - Il Napoli si è consegnato, da par suo, nel più blando contatto con una squadra che, sino a qualche settimana fa, conviveva con l'incubo della serie B. Il Bologna ha 35 punti in meno quando conclude la partita con pura razionalità tattica. Sapeva di dover correre molto e con ordine. Lo ha fatto, rispettando l'avversario senza mai riderne per la sorprendente fragilità. Che cosa sia successo, è difficile scoprirlo persino ad Ancelotti, sgomento quando si accorge di essere alla guida di un'auto con ruote sgonfie e senza motore. Tenta qualche cambio senza speranze, le sue sembrano preghiere più che mosse strategiche. Nemmeno l’ultima delle promesse, purtroppo, gli é riuscita. Ovvero mantenere questo Napoli, con luci ed ombre, su “quota ottanta”, la cifra sempre raggiunta da Sarri in poi. Ma tant’è, visto che non finisce solo l’annata del Napoli. Come avviene ormai da molti anni, anche questa stagione del calcio fornisce un ricco campionario di autogol. Club e presidenti autolesionisti, fotografie ridicole di un campionato senza storia, menzogne patetiche, strafalcioni, personaggi che paiono sortite dai peggiori cabaret di Caracas. Insomma, è l’Italia del pallone con accanita frequenza si butta via. Da quasi disfatta le notizie che giungono dalla Lega: “il numero di abbonati di Sky e di Mediaset con pacchetti Serie A erano all’incirca 4 milioni, attualmente il numero di abbonati calcio è inferiore, con una perdita di abbonati [400.000-700.000] telespettatori”. Non ci sono dati su chi e come perde di più. Facile immaginare i perché: scarso allure, come dicono i francesi. Stile e portamento dozzinali. Ma c’è, soprattutto, chi indica le squadre che hanno smesso di inseguire la Juve, tirato i remi in barca già a gennaio, collezionando giornate storte e consensi in calo. Il riferimento non é solo al Napoli. Al Napoli, però, oltre al più che dignitoso secondo posto, va consegnata una maglia nera, come se fosse al Giro. Dello stadio troppo spesso semivuoto e della sua tristezza s’è parlato più volte. Non solo per la cupa scenografia che offre. Tutt’altro, il concetto base è che lo spettatore è un elemento costitutivo del calcio. Senza, lo stesso, proprio lo sport del pallone diventa un ologramma o addirittura un fake di se stesso, un qualcosa di surreale. Ecco perché c’è assoluto bisogno che si continui a discutere intorno alle cause del fenomeno. L' unico vero fattore degli spalti vuoti è il fatto che nel campionato che è terminato quasi tutto era deciso. La passione per il calcio si alimenta dell'aspettativa di risultati. Altrimenti come resistere alla concorrenza di una comoda poltrona e dei magnifici replay di Sky? Non può sorprende l’assenza del pubblico. La società e gli stessi giocatori devono rilevare questa tendenza. Analizzarla. Capire come interromperla. Se Napoli dieci anni fa mandava 55mila tifosi per l’esordio in C1 con il Cittadella, un campionato da secondo posto ne meritava di più. Gelido il riferimento, direte. Temo però che sia diventato meno caloroso il rapporto tra il Napoli e Napoli. È un tema che va affrontato, perché l’anno che verrà sia quello di un nuovo patto d’amore tra il Napoli è tutta la sua gente.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com