NAPOLI - C’è chi, come Ancelotti, parla di turnover necessario per riposare dalle fatiche di Liverpool (ovvio, non poteva certo dire chissà che). C’è chi, come parte della critica, dice e scrive di difficoltà oggettive nella persistente giostra ancellottiana. Per non parlare delle quote dei tifosi che vorrebbero tutto e subito. Rispetto a coloro che già gli basta quanto fatto sinora questo Napoli. Risultato: aumentano le levate di scudi degli scettici e di rimando s’ingrossano le fila dei corifei del “tutto va bene signora la marchesa”. E franano le poche certezze sul Napoli della stagione 2018-19, anche e soprattutto dopo l’1-0 al Cagliari giunto all’ultimo minuto degli ultimi istanti del recupero, grazie a una magistrale punizione di Milik. Una vittoria piena d’ansia e gonfia di sofferenza per un gol che sembrava non dovesse mai arrivare. Insomma, Ounas e compagnia bella hanno prodotto, ancora una volta, una partita tutt’altro che esaltante. Si tratta d'una schiera di seconde linee ancora difficile da decifrare nella loro reale consistenza. Eppure Ancelotti ci crede e insiste. Bisognerebbe fidarsi. Sino al punto di rischiare inattesi colpi a vuoto e, pure, le coronarie dei tifosi? Insomma vivremo di incertezze? Del resto nel Napoli é, ormai, arduo individuare una formazione base; tanto, vorticosamente, si aprono e si richiudono le sue porte girevoli. Dunque, alla fine di questa ennesima giornata di campionati c’è bisogno di tratteggiare una corposa linea per trarne il risultato: Napoli fuori dalla Champions e con un punto in meno rispetto all’anno scorso. Insomma un Napoli gattopardesco, ma nel senso buono del termine ovvero: tutto cambia, affinché nulla muti. E se si cambia sempre così (inseguimenti alla Juve, veterani d’Europa), val la pena di insistere, tuttavia non più di tanto.