TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Top player? Messi male... e se avesse ragione Aurelio De Laurentiis?"
23.06.2018 13:14 di Napoli Magazine

NAPOLI - Di primo acchito, questi Mondiali sembrano essere quelli delle seconde file, perché mentre Messi, Neymar e altri stanno a guardare le stelle, Ronaldo a parte, le stelline hanno ben altri nomi e cognomi e ancora di più, altri volti. Certo, é solo l’inizio di Russia 2018 e quando si comincia, come diceva quel tale, si è a metà dell’opera. Ma se avesse ragione lui, al secolo Adl? Se Adl avesse visto giusto pure stavolta? Dopo aver presagito di stadi virtuali, di terza sponsorizzazione o di clausole risolutive, De Laurentiis stavolta, forse, ci ha preso di nuovo e ha fatto vincere il suo intuito, l’innata capacità di disegnare scenari futuri. Prende forma il suo credo di puntare su quelli che saranno famosi, ma non super eroi. E già, ma quali top player? Sono modelli passati,  vetusti e logori. Nel calcio moderno, ovvero quello odierno del tutto e subito, é scoccata l’ora del giocatore  prospettico, plasmato con cuore e passione. Legato a un progetto e non all’idolatria. In grado di amare il rischio contro le comode certezze. Insomma, oggi con ogni probabilità é nato il campione nell’ombra. Perché Il calcio è sempre stato una sorta di grande libro. E in questo grande libro si trova di tutto: storie di campioni che vincevano e ora che perdono, che gioiscono e che piangono. Storie sempre ricche di intrigo e di fascino, storie di fedeltà e tradimenti, di giornate di gloria e di crisi epiche, storie rimaste negli annali e ricordate da tutti gli appassionati. Ma da una settimana ci sono anche quei calciatori, chiamati “prospettici”, che non troveremo sulle prime pagine dei giornali, ma che non vivono e crescono solo per aver goduto della notorietà, qualcuno di loro si sente imbattibile per una scelta di vita, altri rinascono per aver elaborato dei limiti tecnici o atletici, ed altri semplicemente per i capricci del caso. E poi c'è chi non riesce ad essere superficiale e le cose, anziché scivolargli addosso, gli scivolano dentro. Accade quindi che, in certi giorni, qualcuno di questi calciatori, erroneamente definiti “di secondo piano”, corra incontro alla gloria, guadagnandosi quello spazio sempre negatogli per le più disparate ragioni. Come nel ciclismo chi va in fuga e vince una tappa di un grande giro, chi vince una  classica del Nord, chi una corsa minore. Tuttavia ce n’è stato anche qualcuno che, con una di queste azioni da lontano, spesso suicide, ha ottenuto un posto tra i grandissimi, aggiudicandosi il Giro d’Italia piuttosto che il Tour de France: le partite dei giorni nostri sono come le corse dei nostri sogni di bambino e che anche da grandi seguiamo con più fervore. Però magari non é così. E quindi, Messi e Neymar non sono dei falliti, Ozil e Müller scarsi, Iniesta non è lo stesso del Barca. Ti svegli e dici a te stesso:  mamma mia godetevi il Mondiale, invece di criticare e giudicare le persone, nel calcio come nella vita, fatevi due conti  un giorno ti sveglierai e capirai che Messi e Neymar non sono dei falliti, Ozil e Müller scarsi, Iniesta non è lo stesso del Barca; perché come diceva quel granduomo di Totò: é la somma che fa il totale. O no?

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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23/06/2024 - 13:14

NAPOLI - Di primo acchito, questi Mondiali sembrano essere quelli delle seconde file, perché mentre Messi, Neymar e altri stanno a guardare le stelle, Ronaldo a parte, le stelline hanno ben altri nomi e cognomi e ancora di più, altri volti. Certo, é solo l’inizio di Russia 2018 e quando si comincia, come diceva quel tale, si è a metà dell’opera. Ma se avesse ragione lui, al secolo Adl? Se Adl avesse visto giusto pure stavolta? Dopo aver presagito di stadi virtuali, di terza sponsorizzazione o di clausole risolutive, De Laurentiis stavolta, forse, ci ha preso di nuovo e ha fatto vincere il suo intuito, l’innata capacità di disegnare scenari futuri. Prende forma il suo credo di puntare su quelli che saranno famosi, ma non super eroi. E già, ma quali top player? Sono modelli passati,  vetusti e logori. Nel calcio moderno, ovvero quello odierno del tutto e subito, é scoccata l’ora del giocatore  prospettico, plasmato con cuore e passione. Legato a un progetto e non all’idolatria. In grado di amare il rischio contro le comode certezze. Insomma, oggi con ogni probabilità é nato il campione nell’ombra. Perché Il calcio è sempre stato una sorta di grande libro. E in questo grande libro si trova di tutto: storie di campioni che vincevano e ora che perdono, che gioiscono e che piangono. Storie sempre ricche di intrigo e di fascino, storie di fedeltà e tradimenti, di giornate di gloria e di crisi epiche, storie rimaste negli annali e ricordate da tutti gli appassionati. Ma da una settimana ci sono anche quei calciatori, chiamati “prospettici”, che non troveremo sulle prime pagine dei giornali, ma che non vivono e crescono solo per aver goduto della notorietà, qualcuno di loro si sente imbattibile per una scelta di vita, altri rinascono per aver elaborato dei limiti tecnici o atletici, ed altri semplicemente per i capricci del caso. E poi c'è chi non riesce ad essere superficiale e le cose, anziché scivolargli addosso, gli scivolano dentro. Accade quindi che, in certi giorni, qualcuno di questi calciatori, erroneamente definiti “di secondo piano”, corra incontro alla gloria, guadagnandosi quello spazio sempre negatogli per le più disparate ragioni. Come nel ciclismo chi va in fuga e vince una tappa di un grande giro, chi vince una  classica del Nord, chi una corsa minore. Tuttavia ce n’è stato anche qualcuno che, con una di queste azioni da lontano, spesso suicide, ha ottenuto un posto tra i grandissimi, aggiudicandosi il Giro d’Italia piuttosto che il Tour de France: le partite dei giorni nostri sono come le corse dei nostri sogni di bambino e che anche da grandi seguiamo con più fervore. Però magari non é così. E quindi, Messi e Neymar non sono dei falliti, Ozil e Müller scarsi, Iniesta non è lo stesso del Barca. Ti svegli e dici a te stesso:  mamma mia godetevi il Mondiale, invece di criticare e giudicare le persone, nel calcio come nella vita, fatevi due conti  un giorno ti sveglierai e capirai che Messi e Neymar non sono dei falliti, Ozil e Müller scarsi, Iniesta non è lo stesso del Barca; perché come diceva quel granduomo di Totò: é la somma che fa il totale. O no?

 

 
 
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