NAPOLI – Certe occasioni bisogna coglierle al volo, perché non è dato sapere se e quando si ripresenteranno. Il campionato è lungo, ma passa attraverso snodi importanti, fatti di punti conquistati sul campo e quando poi il campo è quello casalingo del Maradona, perderli brucia ancora di più. La sconfitta del Napoli contro la Fiorentina per 3-1 lascia dietro di sé perplessità ed amarezza, ma anche la constatazione che la squadra di Garcia non riesce a trovare continuità né ad avere certi automatismi che sono la chiave vincente delle partite perché capaci di rendere fluide le azioni di gioco e di trovare soluzioni anche laddove sembra che non ce ne siano. E’ una sconfitta che pesa perché si compie nuovamente un passo indietro, anziché consolidare la propria posizione nella parte alta della classifica. In questo modo diventa incerto anche l’obiettivo del piazzamento in Champions per la prossima stagione ed è uno scenario che sta più che stretto al club di ADL. Il Napoli contro i Viola non è stato affatto all’altezza, non ha costruito gioco, non ha dimostrato di avere una sua identità. Anche certe scelte operate dall’allenatore durante la partita, con ruoli e posizioni mutevoli di alcuni azzurri come ad esempio quella di Kvaratskhelia o di Raspadori, subentrato dopo l'infortunio di Anguissa, hanno contribuito solo ad aumentare la confusione senza apportare soluzioni produttive in termini di assetto di gioco e di risultato. Non piace questo andamento ondivago del Napoli, non può soddisfare un rendimento così precario ed altalenante. Garcia nelle dichiarazioni post gara si è assunto la responsabilità della sconfitta e allo stesso tempo ha detto che non se l’aspettava e che comunque non è preoccupato. Considerato però che non è in discussione la qualità di un gruppo che l’anno scorso ha vinto il campionato di Serie A, quantomeno qualche domanda in più sul tipo di gestione tecnico-tattica della squadra forse dovrebbe farsela, perché come sottolineato anche dal capitano Di Lorenzo dopo la sconfitta, non è questione di “fame di vittoria” quanto piuttosto di rendimento: bisogna fare di più, fare molto meglio, bisogna lavorare tanto, bisogna soprattutto avere chiare linee guida senza più amnesie in campo. La sosta per le nazionali in questo momento non aiuta a voltare pagina velocemente, ma saranno necessarie attente riflessioni perché il primo bilancio che viene da fare, dopo l’ultimo ciclo di partite tra campionato e Champions, evidenzia la presenza di difficoltà che vanno oltre il rodaggio dovuto all’arrivo di un allenatore nuovo, soprattutto se si vuole avere l’ambizione di continuare a lottare ai massimi livelli dove il margine d’errore è sottilissimo ed ogni inciampo si paga a caro prezzo. Non a caso, proprio ieri c'è stato un summit nel Napoli: il presidente De Laurentiis e la dirigenza partenopea hanno incontrato Garcia per fare il punto della situazione e l'impressione è che la fiducia riposta nelll'allenatore sia ormai a tempo, tutto dipenderà dalle prossime partite prima della sosta di novembre.

Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
10/10/2023 - 23:59
NAPOLI – Certe occasioni bisogna coglierle al volo, perché non è dato sapere se e quando si ripresenteranno. Il campionato è lungo, ma passa attraverso snodi importanti, fatti di punti conquistati sul campo e quando poi il campo è quello casalingo del Maradona, perderli brucia ancora di più. La sconfitta del Napoli contro la Fiorentina per 3-1 lascia dietro di sé perplessità ed amarezza, ma anche la constatazione che la squadra di Garcia non riesce a trovare continuità né ad avere certi automatismi che sono la chiave vincente delle partite perché capaci di rendere fluide le azioni di gioco e di trovare soluzioni anche laddove sembra che non ce ne siano. E’ una sconfitta che pesa perché si compie nuovamente un passo indietro, anziché consolidare la propria posizione nella parte alta della classifica. In questo modo diventa incerto anche l’obiettivo del piazzamento in Champions per la prossima stagione ed è uno scenario che sta più che stretto al club di ADL. Il Napoli contro i Viola non è stato affatto all’altezza, non ha costruito gioco, non ha dimostrato di avere una sua identità. Anche certe scelte operate dall’allenatore durante la partita, con ruoli e posizioni mutevoli di alcuni azzurri come ad esempio quella di Kvaratskhelia o di Raspadori, subentrato dopo l'infortunio di Anguissa, hanno contribuito solo ad aumentare la confusione senza apportare soluzioni produttive in termini di assetto di gioco e di risultato. Non piace questo andamento ondivago del Napoli, non può soddisfare un rendimento così precario ed altalenante. Garcia nelle dichiarazioni post gara si è assunto la responsabilità della sconfitta e allo stesso tempo ha detto che non se l’aspettava e che comunque non è preoccupato. Considerato però che non è in discussione la qualità di un gruppo che l’anno scorso ha vinto il campionato di Serie A, quantomeno qualche domanda in più sul tipo di gestione tecnico-tattica della squadra forse dovrebbe farsela, perché come sottolineato anche dal capitano Di Lorenzo dopo la sconfitta, non è questione di “fame di vittoria” quanto piuttosto di rendimento: bisogna fare di più, fare molto meglio, bisogna lavorare tanto, bisogna soprattutto avere chiare linee guida senza più amnesie in campo. La sosta per le nazionali in questo momento non aiuta a voltare pagina velocemente, ma saranno necessarie attente riflessioni perché il primo bilancio che viene da fare, dopo l’ultimo ciclo di partite tra campionato e Champions, evidenzia la presenza di difficoltà che vanno oltre il rodaggio dovuto all’arrivo di un allenatore nuovo, soprattutto se si vuole avere l’ambizione di continuare a lottare ai massimi livelli dove il margine d’errore è sottilissimo ed ogni inciampo si paga a caro prezzo. Non a caso, proprio ieri c'è stato un summit nel Napoli: il presidente De Laurentiis e la dirigenza partenopea hanno incontrato Garcia per fare il punto della situazione e l'impressione è che la fiducia riposta nelll'allenatore sia ormai a tempo, tutto dipenderà dalle prossime partite prima della sosta di novembre.

Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
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