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SANREMO 2024 - Angelina Mango: "Parlo Napoletano come parlo l'italiano, ho sempre tifato Napoli e la città è umana e sensibile"
10.02.2024 09:11 di Napoli Magazine

SANREMO - Angelina Mango, cantante, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Kiss Kiss: "I riferimenti che faccio a Napoli non riguardano la mia infanzia perché non sono cresciuta lì. La cosa bella di fare musica è che si è liberi di andare dove si vuole e di parlare qualsiasi lingua. Ed io parlo il Napoletano come parlo l’Italiano o come parlerei volentieri l’Inglese o lo Spagnolo. E proprio perché la musica toglie i confini che io posso cantare in napoletano senza appropriarmi di nessuna specifica cultura. Ma allo stesso tempo posso, in qualche modo, appropriarmi di tutto, proprio perché faccio musica. Ho sempre tifato Napoli. Sono cresciuta ad un’ora e mezzo dalla città. Però faccio fatica a seguire il calcio. Sono venuta a Napoli a ferragosto, avevo tre ore tra un aereo ed un treno e sono stata a Spaccanapoli per respirare l’aria napoletana. Napoli è come se fosse una persona, è una città umana e sensibile. Mi sembrava il posto giusto dove ambientare la storia di ‘Che t’o dico a fa’ e mi piace il fatto che il mio tour parta da Napoli”.

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SANREMO 2024 - Angelina Mango: "Parlo Napoletano come parlo l'italiano, ho sempre tifato Napoli e la città è umana e sensibile"

di Napoli Magazine

10/02/2024 - 09:11

SANREMO - Angelina Mango, cantante, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Kiss Kiss: "I riferimenti che faccio a Napoli non riguardano la mia infanzia perché non sono cresciuta lì. La cosa bella di fare musica è che si è liberi di andare dove si vuole e di parlare qualsiasi lingua. Ed io parlo il Napoletano come parlo l’Italiano o come parlerei volentieri l’Inglese o lo Spagnolo. E proprio perché la musica toglie i confini che io posso cantare in napoletano senza appropriarmi di nessuna specifica cultura. Ma allo stesso tempo posso, in qualche modo, appropriarmi di tutto, proprio perché faccio musica. Ho sempre tifato Napoli. Sono cresciuta ad un’ora e mezzo dalla città. Però faccio fatica a seguire il calcio. Sono venuta a Napoli a ferragosto, avevo tre ore tra un aereo ed un treno e sono stata a Spaccanapoli per respirare l’aria napoletana. Napoli è come se fosse una persona, è una città umana e sensibile. Mi sembrava il posto giusto dove ambientare la storia di ‘Che t’o dico a fa’ e mi piace il fatto che il mio tour parta da Napoli”.