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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, riuscirà Calzona nell'impresa?"
21.02.2024 07:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non è il caso di dire: Calzona, chi era costui? Perché è un tecnico di vaglia che ha portato la Slovacchia ad Euro 24. E non solo. Collaboratore di Sarri il comandante e di Spalletti il genio dello scudetto numero tre in tinta azzurra. E non è neanche una novità quella del c.t. che allena contemporaneamente una squadra di club. Gli esempi sono numerosi. Il problema è un altro. Ed è costituito dal gran casino - chiedo scusa, ma non trovo un termine che più renda l'idea - di che cosa sia diventato il Napoli. Fresco campione d'Italia ed attuale barzelletta del campionato. Dal delirio di onnipotenza al faccio tutto io, dal centravanti sono io a mamma ho perduto la bussola. Tria sunt genera e tre (sicuro?) sono stati gli allenatori chiamati al capezzale del Napoli campione, un malato serio non certo immaginario. Dal cinepanettone ad oggi le comiche. E a questo punto della vicenda che è una farsa mi viene il dubbio che sia stato liquidato troppo in fretta il sergente Garcia il quale forse aveva visto giusto nella necessità che si cambiasse registro. Che non si restasse nel limbo della gioia spallettiana. Al di sotto della linea del Garigliano, è storia, mai una squadra campione è riuscita a bissare il colpo grosso. Ma che il meraviglioso Napoli della trionfale cavalcata, condita con tutti i record possibili ed immaginabili, si dissolvesse a tal punto era difficilmente pronosticabile. Una squadra che non sa più vincere, che stenta a segnare, che è laggiù in classifica. Avrebbe dovuto tirarla fuori dalle sabbie mobili il Walterino giubilato due volte e che è apparso un altro uomo, assente nello sguardo nella mesta area tecnica, lontano dall'essere quell'ardente discepolo di Spinoza, che fine ha fatto l'orologio picchiettato in maniera maniacale? A rischio, seriamente, la qualificazione in Europa, anche quella minima, che per Aurelio Primo è l'unica cosa che conta. Si va incontro al Barcellona nel caos più totale. Con Calzona che non ha avuto il tempo necessario per capire in quale condominio di folli ha preso casa. Temporaneamente, naturalmente. Si stanno pagando a caro prezzo gli errori e le omissioni a catena commessi nel delirio dello scudetto che mancava da 33 anni. Un titolo che rischia di passare alla storia per tutti i guasti, le incompetenze, venuti a galla subito dopo. Si sta dando adito all'altra Italia di sbellicarsi dal ridere. Una squadra, ora come ora, senz'anima, con il solo Kvara a dannarsi alla ricerca della gloria perduta. Ho fiducia nel rientrante Osimhen, ma non ci scommetterei sul suo solito agonismo sfrenato. Vale 130 milioni ed è già in Premier. Con questa tristezza nel cuore andiamo ad affrontare il Barcellona che non è più quello del recente passato. Riuscirà Calzona nell'impresa di ritrovare i magnifici azzurri scomparsi improvvisamente dal gotha del campionato italiano? Ah!, saperlo.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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21/02/2024 - 07:00

NAPOLI - Non è il caso di dire: Calzona, chi era costui? Perché è un tecnico di vaglia che ha portato la Slovacchia ad Euro 24. E non solo. Collaboratore di Sarri il comandante e di Spalletti il genio dello scudetto numero tre in tinta azzurra. E non è neanche una novità quella del c.t. che allena contemporaneamente una squadra di club. Gli esempi sono numerosi. Il problema è un altro. Ed è costituito dal gran casino - chiedo scusa, ma non trovo un termine che più renda l'idea - di che cosa sia diventato il Napoli. Fresco campione d'Italia ed attuale barzelletta del campionato. Dal delirio di onnipotenza al faccio tutto io, dal centravanti sono io a mamma ho perduto la bussola. Tria sunt genera e tre (sicuro?) sono stati gli allenatori chiamati al capezzale del Napoli campione, un malato serio non certo immaginario. Dal cinepanettone ad oggi le comiche. E a questo punto della vicenda che è una farsa mi viene il dubbio che sia stato liquidato troppo in fretta il sergente Garcia il quale forse aveva visto giusto nella necessità che si cambiasse registro. Che non si restasse nel limbo della gioia spallettiana. Al di sotto della linea del Garigliano, è storia, mai una squadra campione è riuscita a bissare il colpo grosso. Ma che il meraviglioso Napoli della trionfale cavalcata, condita con tutti i record possibili ed immaginabili, si dissolvesse a tal punto era difficilmente pronosticabile. Una squadra che non sa più vincere, che stenta a segnare, che è laggiù in classifica. Avrebbe dovuto tirarla fuori dalle sabbie mobili il Walterino giubilato due volte e che è apparso un altro uomo, assente nello sguardo nella mesta area tecnica, lontano dall'essere quell'ardente discepolo di Spinoza, che fine ha fatto l'orologio picchiettato in maniera maniacale? A rischio, seriamente, la qualificazione in Europa, anche quella minima, che per Aurelio Primo è l'unica cosa che conta. Si va incontro al Barcellona nel caos più totale. Con Calzona che non ha avuto il tempo necessario per capire in quale condominio di folli ha preso casa. Temporaneamente, naturalmente. Si stanno pagando a caro prezzo gli errori e le omissioni a catena commessi nel delirio dello scudetto che mancava da 33 anni. Un titolo che rischia di passare alla storia per tutti i guasti, le incompetenze, venuti a galla subito dopo. Si sta dando adito all'altra Italia di sbellicarsi dal ridere. Una squadra, ora come ora, senz'anima, con il solo Kvara a dannarsi alla ricerca della gloria perduta. Ho fiducia nel rientrante Osimhen, ma non ci scommetterei sul suo solito agonismo sfrenato. Vale 130 milioni ed è già in Premier. Con questa tristezza nel cuore andiamo ad affrontare il Barcellona che non è più quello del recente passato. Riuscirà Calzona nell'impresa di ritrovare i magnifici azzurri scomparsi improvvisamente dal gotha del campionato italiano? Ah!, saperlo.

 

 

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