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Atletica, Coe: "Sport più competitivo, merita massima visibilità"
04.05.2024 13:03 di Napoli Magazine

Vincere una medaglia nell'atletica leggera "è statisticamente più difficile che in qualsiasi altro sport. Ed è per questo che facciamo tutto il possibile per promuovere questa disciplina e darle grande visibilità". Lo ha affermato l'ex olimpionico e ora presidente di World Athletics Sebastian Coe, parlando con il solito entusiasmo da Nassau alla vigilia dei mondiali di staffette, che alle Bahamas vedrà in scena tanti grandi velocisti, tra i quali Marcell Jacobs e il suo rivale Noah Lyles. La federazione mondiale è stata di recente criticata per la scelta di assegnare premi in denaro alle Olimpiadi di Parigi, 50mila dollari a chi vincerà l'oro, un'iniziativa che rispecchia in parte proprio quella volontà. Dopo il ritiro della leggenda Usain Bolt, capace da solo di attirare l'attenzione globale, Coe conta di riaccenderla in vista delle Olimpiadi anche grazie alla serie tv firmata da Netflix, incentrata proprio sui velocisti. Secondo l'ex campione britannico, i sei episodi dedicati allo sprint e aventi come sfondo i Mondiali 2023, oltre a svelare tanto della vita e del lavoro dei campioni, mostreranno soprattutto come a Budapest siano saliti sul podio atleti di ben 46 Paesi diversi. "Non c'è nessuno sport sul pianeta che possa fare altrettanto - ha detto Coe -. C'è tanto straordinario talento nel nostro sport, che vanta anche grande inclusività e coinvolgimento". Ma tutte le doti messe in mostra dagli atleti sono anche un rischio, ha avvertito il n.1 della federazione internazionale: "Sono profondamente consapevole che a bordo pista, anche qui, ci sono tanti reclutatori di basket e football americano che guardano il talento in mostra, pronti a fare le loro offerte. L'atletica è più trasferibile di qualsiasi altro sport".

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Atletica, Coe: "Sport più competitivo, merita massima visibilità"

di Napoli Magazine

04/05/2024 - 13:03

Vincere una medaglia nell'atletica leggera "è statisticamente più difficile che in qualsiasi altro sport. Ed è per questo che facciamo tutto il possibile per promuovere questa disciplina e darle grande visibilità". Lo ha affermato l'ex olimpionico e ora presidente di World Athletics Sebastian Coe, parlando con il solito entusiasmo da Nassau alla vigilia dei mondiali di staffette, che alle Bahamas vedrà in scena tanti grandi velocisti, tra i quali Marcell Jacobs e il suo rivale Noah Lyles. La federazione mondiale è stata di recente criticata per la scelta di assegnare premi in denaro alle Olimpiadi di Parigi, 50mila dollari a chi vincerà l'oro, un'iniziativa che rispecchia in parte proprio quella volontà. Dopo il ritiro della leggenda Usain Bolt, capace da solo di attirare l'attenzione globale, Coe conta di riaccenderla in vista delle Olimpiadi anche grazie alla serie tv firmata da Netflix, incentrata proprio sui velocisti. Secondo l'ex campione britannico, i sei episodi dedicati allo sprint e aventi come sfondo i Mondiali 2023, oltre a svelare tanto della vita e del lavoro dei campioni, mostreranno soprattutto come a Budapest siano saliti sul podio atleti di ben 46 Paesi diversi. "Non c'è nessuno sport sul pianeta che possa fare altrettanto - ha detto Coe -. C'è tanto straordinario talento nel nostro sport, che vanta anche grande inclusività e coinvolgimento". Ma tutte le doti messe in mostra dagli atleti sono anche un rischio, ha avvertito il n.1 della federazione internazionale: "Sono profondamente consapevole che a bordo pista, anche qui, ci sono tanti reclutatori di basket e football americano che guardano il talento in mostra, pronti a fare le loro offerte. L'atletica è più trasferibile di qualsiasi altro sport".