In Primo Piano
L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Napoli, si riparte da quel genio di Kvara"
18.05.2024 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sarà rifondazione, lo ha detto ADL ed è giusto che sia così, dopo una stagione così straziante. A Firenze, d'altronde, dopo i primi 10 minuti illusori, con il bel gol di testa di Rrahmani (ottimamente pescato dalla traiettoria millimetrica disegnata dalla bandierina a cura di Politano), la squadra ha mostrato nuovamente inutili timori, frutto di una incauta (e mal strutturata) ricerca del gioco dal basso (a tutti i costi), tant'è che i viola in due minuti hanno prima sfruttato l'errore di Lobotka con il sigillo di Biraghi e poi quello di Politano per il raddoppio di Nzola insperato fino a quell'istante. E poi? Nulla, o quasi. Meret (timoroso, come spesso gli accade, nel primo tempo) ha avuto un sussulto d'impeto quando ha pulito l'area con un paio di interventi di pugno. Complessivamente non hanno entusiasmato, per intesa e sicurezza, i centrali Rrahmani e Ostigard, così come Olivera. Volenteroso (e pertanto promosso) Mazzocchi, che probabilmente avrebbe potuto far rifiatare più spesso Di Lorenzo, assente dopo la violenta gastroenterite pomeridiana. A centrocampo, orfani di Zielinski, assistere all'ennesima prestazione di Cajuste, un centrocampista in cerca di identità, fa male al cuore, così come vedere lo stressatissimo Lobotka commettere errori di concentrazione e l'Anguissa che cerca il passaggio verso la difesa, anzichè attaccare lo spazio per dare il via alla fase offensiva (seppur meno dormiente del solito). Mi è piaciuta invece la voglia di lottare del "Cholito" Simeone, quantomeno ci ha messo l'impegno in ogni piccola contesa. Senza Osimhen, al di là dell'assist man Politano (feroce, e tuttora vibrante, il palo colpito con estrema disinvoltura), ad accendere la luce ci ha pensato Khvicha Kvaratskhelia per il definitivo 2-2, quando ormai si stava incanalando la sensazione di quella che sarebbe stata la dodicesima sconfitta stagionale. Il georgiano, con quel colpo da maestro su calcio di punizione, ha dato ancora una volta dimostrazione delle sue qualità. Da lui bisogna ripartire per costruire il Napoli del futuro, senza dubbio alcuno. Giuste le sue richieste di adeguamento del contratto (6 milioni annui li vale tutti), che sicuramente ADL vorrà accontentare (al di là delle dichiarazioni di facciata che sono riflessioni a voce alta). Non mi è piaciuta invece la polemica di Calzona nel post partita sulle chiacchiere del web: le critiche fanno parte del gioco e, dopo essere stato pubblicamente destituito, in seguito a questo campionato balordo di cui anche lui è stato protagonista in negativo, c'è poco da aggiungere. Le dimissioni, probabilmente, già qualche gara fa, sarebbero state più che gradite, ma commentare il rendimento della squadra, come fosse un corpo estraneo allo spogliatoio, è compito della stampa, e non dell'allenatore al quale si chiedevano risultati che non sono arrivati. Resta l'ultima partita con il Lecce, poi si volterà pagina. Era ora. Italiano, intanto, strizza l'occhio al presidente, come già ha fatto pure Gasperini, ricordando un'idea di contratto firmato su un tovagliolo poco prima di trasferirsi all'Inter. A Pioli, più che la pizza, piacciono i cappelletti in brodo, mentre Conte resta lì, nei sogni di gran parte dei tifosi, con De Laurentiis che non ha detto nè sì e nè no a riguardo, senza dimenticare che ora libero c'è pure il fresco esonerato Allegri (che Manna ben conosce). Chi siederà sul "Trono di Spade" partenopeo? L'estate sta arrivando (per l'inverno, come menzionano nella celebre serie tv, è ancora presto). Intanto è già tempo di scelte importanti.

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME IN PRIMO PIANO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Napoli, si riparte da quel genio di Kvara"

di Napoli Magazine

18/05/2024 - 23:55

NAPOLI - Sarà rifondazione, lo ha detto ADL ed è giusto che sia così, dopo una stagione così straziante. A Firenze, d'altronde, dopo i primi 10 minuti illusori, con il bel gol di testa di Rrahmani (ottimamente pescato dalla traiettoria millimetrica disegnata dalla bandierina a cura di Politano), la squadra ha mostrato nuovamente inutili timori, frutto di una incauta (e mal strutturata) ricerca del gioco dal basso (a tutti i costi), tant'è che i viola in due minuti hanno prima sfruttato l'errore di Lobotka con il sigillo di Biraghi e poi quello di Politano per il raddoppio di Nzola insperato fino a quell'istante. E poi? Nulla, o quasi. Meret (timoroso, come spesso gli accade, nel primo tempo) ha avuto un sussulto d'impeto quando ha pulito l'area con un paio di interventi di pugno. Complessivamente non hanno entusiasmato, per intesa e sicurezza, i centrali Rrahmani e Ostigard, così come Olivera. Volenteroso (e pertanto promosso) Mazzocchi, che probabilmente avrebbe potuto far rifiatare più spesso Di Lorenzo, assente dopo la violenta gastroenterite pomeridiana. A centrocampo, orfani di Zielinski, assistere all'ennesima prestazione di Cajuste, un centrocampista in cerca di identità, fa male al cuore, così come vedere lo stressatissimo Lobotka commettere errori di concentrazione e l'Anguissa che cerca il passaggio verso la difesa, anzichè attaccare lo spazio per dare il via alla fase offensiva (seppur meno dormiente del solito). Mi è piaciuta invece la voglia di lottare del "Cholito" Simeone, quantomeno ci ha messo l'impegno in ogni piccola contesa. Senza Osimhen, al di là dell'assist man Politano (feroce, e tuttora vibrante, il palo colpito con estrema disinvoltura), ad accendere la luce ci ha pensato Khvicha Kvaratskhelia per il definitivo 2-2, quando ormai si stava incanalando la sensazione di quella che sarebbe stata la dodicesima sconfitta stagionale. Il georgiano, con quel colpo da maestro su calcio di punizione, ha dato ancora una volta dimostrazione delle sue qualità. Da lui bisogna ripartire per costruire il Napoli del futuro, senza dubbio alcuno. Giuste le sue richieste di adeguamento del contratto (6 milioni annui li vale tutti), che sicuramente ADL vorrà accontentare (al di là delle dichiarazioni di facciata che sono riflessioni a voce alta). Non mi è piaciuta invece la polemica di Calzona nel post partita sulle chiacchiere del web: le critiche fanno parte del gioco e, dopo essere stato pubblicamente destituito, in seguito a questo campionato balordo di cui anche lui è stato protagonista in negativo, c'è poco da aggiungere. Le dimissioni, probabilmente, già qualche gara fa, sarebbero state più che gradite, ma commentare il rendimento della squadra, come fosse un corpo estraneo allo spogliatoio, è compito della stampa, e non dell'allenatore al quale si chiedevano risultati che non sono arrivati. Resta l'ultima partita con il Lecce, poi si volterà pagina. Era ora. Italiano, intanto, strizza l'occhio al presidente, come già ha fatto pure Gasperini, ricordando un'idea di contratto firmato su un tovagliolo poco prima di trasferirsi all'Inter. A Pioli, più che la pizza, piacciono i cappelletti in brodo, mentre Conte resta lì, nei sogni di gran parte dei tifosi, con De Laurentiis che non ha detto nè sì e nè no a riguardo, senza dimenticare che ora libero c'è pure il fresco esonerato Allegri (che Manna ben conosce). Chi siederà sul "Trono di Spade" partenopeo? L'estate sta arrivando (per l'inverno, come menzionano nella celebre serie tv, è ancora presto). Intanto è già tempo di scelte importanti.

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com