Una tragedia che deve far riflettere più di quanto non si faccia già. Con questo spirito si è riunito il gruppo di lavoro per la sicurezza sugli impianti da sci. Un incontro, va detto, che era programmato prima della drammatica scomparsa di Matteo Franzoso e che casualmente cadeva proprio in quello che sarebbe dovuto essere il giorno del 26/o compleanno dello sciatore azzurro. "Una concomitanza che ci impone di fare una riflessione ulteriore per dare un segnale immediato - le parole del ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi -. Lo dobbiamo a Matteo e ai ragazzi che come lui non ce l'hanno fatta". Un messaggio ribadito anche al gruppo di lavoro, composto, tra gli altri, anche da Fisi, Fisip, Federfuni, Anef, Cip, Associazione e Collegio Maestri. Per un'ora, dalle 14 alle 15, si sono affrontati diversi temi e se il ministro da una parte ha ribadito la volontà politica di continuare a implementare la normativa in tema di sicurezza negli impianti da sci, dall'altra sono emersi anche nuovi spunti di riflessione. Un pensiero comune, però, è intanto quello di studiare le casistiche di tragedie come quella di Matteo o Matilde Lorenzi. Per il gruppo di lavoro è fondamentale capire se tra i diversi episodi possano esserci delle componenti comuni così da intervenire in modo più mirato. Ma questa non è stata la sola riflessione fatta, c'è la volontà di creare un gruppo di lavoro permanente e approfondire il gap, in termini di sicurezza, tra piste d'allenamento e da gara. Così come di provare a interloquire con la federazione internazionale per la questione casco, con il decreto sport diventato obbligatorio in Italia. "Queste tragedie sono per noi motivo di profonda tristezza - ribadisce poi il ministro -, ma anche di ulteriore responsabilità e ce le vogliamo assumere". Da qui a Natale, infatti, saranno programmati almeno altri 3-4 incontri perché la volontà, come detto, è quella di dare un segnale.
di Napoli Magazine
16/09/2025 - 16:41
Una tragedia che deve far riflettere più di quanto non si faccia già. Con questo spirito si è riunito il gruppo di lavoro per la sicurezza sugli impianti da sci. Un incontro, va detto, che era programmato prima della drammatica scomparsa di Matteo Franzoso e che casualmente cadeva proprio in quello che sarebbe dovuto essere il giorno del 26/o compleanno dello sciatore azzurro. "Una concomitanza che ci impone di fare una riflessione ulteriore per dare un segnale immediato - le parole del ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi -. Lo dobbiamo a Matteo e ai ragazzi che come lui non ce l'hanno fatta". Un messaggio ribadito anche al gruppo di lavoro, composto, tra gli altri, anche da Fisi, Fisip, Federfuni, Anef, Cip, Associazione e Collegio Maestri. Per un'ora, dalle 14 alle 15, si sono affrontati diversi temi e se il ministro da una parte ha ribadito la volontà politica di continuare a implementare la normativa in tema di sicurezza negli impianti da sci, dall'altra sono emersi anche nuovi spunti di riflessione. Un pensiero comune, però, è intanto quello di studiare le casistiche di tragedie come quella di Matteo o Matilde Lorenzi. Per il gruppo di lavoro è fondamentale capire se tra i diversi episodi possano esserci delle componenti comuni così da intervenire in modo più mirato. Ma questa non è stata la sola riflessione fatta, c'è la volontà di creare un gruppo di lavoro permanente e approfondire il gap, in termini di sicurezza, tra piste d'allenamento e da gara. Così come di provare a interloquire con la federazione internazionale per la questione casco, con il decreto sport diventato obbligatorio in Italia. "Queste tragedie sono per noi motivo di profonda tristezza - ribadisce poi il ministro -, ma anche di ulteriore responsabilità e ce le vogliamo assumere". Da qui a Natale, infatti, saranno programmati almeno altri 3-4 incontri perché la volontà, come detto, è quella di dare un segnale.