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Rugby, Giovannelli: il Flaminio torni ad essere la casa degli azzurri
17.02.2020 05:00 di Napoli Magazine

"Abbiamo solo due gare in casa, una con la Scozia e l'altra contro l'Inghilterra, che è una specie di carro armato bianco e in questo momento è una delle squadre più inarrivabili del pianeta. È ovvio, quindi, che ce la dobbiamo giocare con la Scozia, e per batterli dobbiamo essere abili d adattarci alle fasi più faticose del match e tirare il classico muro al centro del campo. E da lì non devono passare. Dobbiamo buttare il cuore oltre l'ostacolo, ma con intelligenza". Sabato prossimo all'Olimpico arriva la Scozia, e l'ex capitano azzurro Massimo Giovanelli spiega dai microfoni Rai di Radio1 come, secondo lui, deve fare l'Italrugby per tornare a vincere dopo cinque anni di sconfitte, sette se ci riferisce solo ai match in casa. Quella contro gli Highlanders è quindi un'occasione da non perdere, "perché la squadra è in crescita e Franco Smith sta facendo un buon lavoro", ma è un altro il discorso che sta a cuore a Giovannelli. "Ogni nazione ha una casa del rugby - spiega -. Per me bisognerebbe potenziare il Flaminio, portandolo a 35-38 mila spettatori, costruendo all'interno un museo del Rugby (in realtà basterebbe spostare quello di Artena n.d.r.) e delle attrattive per le famiglie tutti i giorni dell'anno. Il Flaminio è al centro di Roma a due passi da Piazza del Popolo., e la federazione del futuro deve investire su questo stadio per farne la propria sede e il proprio emblema". Secondo l'ex capitano azzurro, che con l'Italia ha preso parte a tre Mondiali, "l'Olimpico e bellissimo, ma asettico, impersonale: lì arrivi, giochi e te ne vai. E non c'è la storia che ha il Flaminio: li abbiamo vinto la nostra prima gara in assoluto nel Sei Nazioni, quella del 2000 contro la Scozia e quello stadio deve tornare nostro".

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Rugby, Giovannelli: il Flaminio torni ad essere la casa degli azzurri

di Napoli Magazine

17/02/2024 - 05:00

"Abbiamo solo due gare in casa, una con la Scozia e l'altra contro l'Inghilterra, che è una specie di carro armato bianco e in questo momento è una delle squadre più inarrivabili del pianeta. È ovvio, quindi, che ce la dobbiamo giocare con la Scozia, e per batterli dobbiamo essere abili d adattarci alle fasi più faticose del match e tirare il classico muro al centro del campo. E da lì non devono passare. Dobbiamo buttare il cuore oltre l'ostacolo, ma con intelligenza". Sabato prossimo all'Olimpico arriva la Scozia, e l'ex capitano azzurro Massimo Giovanelli spiega dai microfoni Rai di Radio1 come, secondo lui, deve fare l'Italrugby per tornare a vincere dopo cinque anni di sconfitte, sette se ci riferisce solo ai match in casa. Quella contro gli Highlanders è quindi un'occasione da non perdere, "perché la squadra è in crescita e Franco Smith sta facendo un buon lavoro", ma è un altro il discorso che sta a cuore a Giovannelli. "Ogni nazione ha una casa del rugby - spiega -. Per me bisognerebbe potenziare il Flaminio, portandolo a 35-38 mila spettatori, costruendo all'interno un museo del Rugby (in realtà basterebbe spostare quello di Artena n.d.r.) e delle attrattive per le famiglie tutti i giorni dell'anno. Il Flaminio è al centro di Roma a due passi da Piazza del Popolo., e la federazione del futuro deve investire su questo stadio per farne la propria sede e il proprio emblema". Secondo l'ex capitano azzurro, che con l'Italia ha preso parte a tre Mondiali, "l'Olimpico e bellissimo, ma asettico, impersonale: lì arrivi, giochi e te ne vai. E non c'è la storia che ha il Flaminio: li abbiamo vinto la nostra prima gara in assoluto nel Sei Nazioni, quella del 2000 contro la Scozia e quello stadio deve tornare nostro".