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Taewkondo, Cito: "Lo sport non resti in silenzio davanti a Gaza"
04.10.2025 15:45 di Napoli Magazine
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"Parlare di taekwondo, senza però dimenticare quello che accade intorno a noi". Così, durante l'incontro con gli studenti del Liceo Sportivo "Enrico Fermi" di Catanzaro, il presidente della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito, ha deciso di richiamare lo sport come strumento di pace e difesa dei diritti umani, lanciando un appello forte e diretto alla responsabilità del mondo sportivo di fronte alle tragedie che colpiscono l'umanità. È successo per l'Ucraina, ma non per il Medio Oriente. "Gaza è un grido di dolore che non può essere ignorato da nessuno - ha aggiunto - tantomeno dal mondo dello sport, che mira a promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni, principi cardini dei valori olimpici. In questa fase storica così delicata per i diritti umani, non si può restare indifferenti di fronte alla deportazione di un popolo e alla morte di bambini, donne e uomini palestinesi innocenti. Il mondo dello sport, per ciò che rappresenta e che ha rappresentato nel corso della storia per l'affermazione e la difesa dei diritti umani, non può permettersi di essere assente. Basti pensare al pugno alzato di Tommie Smith e John Carlos durante i Giochi Olimpici di Città del Messico, o l'utilizzo che ne fece Nelson Mandela contro l'apartheid, per non parlare di Jesse Owens durante i Giochi di Berlino del 1936, il coraggio di Gino Bartali durante le persecuzioni nazifasciste. Fino ai giorni più recenti, con l'incontro tra gli atleti di taekwondo delle due Coree durante i Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang 2018. Azioni potenti in difesa dei diritti umani, capaci di segnare la storia ed essere di ispirazione per intere generazioni". Secondo Cito "il mondo dello sport ha il dovere di far sentire la propria presenza. Invece in questo momento è inspiegabilmente assente e silenzioso. Bisogna fermare questo massacro di esseri umani. Dobbiamo tutti condannare con forza questa vergogna e sostenere convintamente tutte quelle azioni volte a fermare questo genocidio autorizzato - ha sottolineato ancora - È nostro dovere farlo, in primo luogo come esseri umani e poi come sportivi. Bisogna pretendere azioni concrete e immediate da parte di tutti i governi, a prescindere dagli schieramenti politici, azioni capaci di porre fine a questo orrore, una vera mattanza da parte del governo d'Israele. Lo sport deve essere sempre in 'campo', a maggior ragione quando si giocano partite così importanti dal punto di vista umano e sociale, altrimenti rimarrebbe mera attività fisica e d'intrattenimento, decontestualizzata dalla vita reale", ha concluso il n.1 della federtaekwondo.

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Taewkondo, Cito: "Lo sport non resti in silenzio davanti a Gaza"

di Napoli Magazine

04/10/2025 - 15:45

"Parlare di taekwondo, senza però dimenticare quello che accade intorno a noi". Così, durante l'incontro con gli studenti del Liceo Sportivo "Enrico Fermi" di Catanzaro, il presidente della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito, ha deciso di richiamare lo sport come strumento di pace e difesa dei diritti umani, lanciando un appello forte e diretto alla responsabilità del mondo sportivo di fronte alle tragedie che colpiscono l'umanità. È successo per l'Ucraina, ma non per il Medio Oriente. "Gaza è un grido di dolore che non può essere ignorato da nessuno - ha aggiunto - tantomeno dal mondo dello sport, che mira a promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni, principi cardini dei valori olimpici. In questa fase storica così delicata per i diritti umani, non si può restare indifferenti di fronte alla deportazione di un popolo e alla morte di bambini, donne e uomini palestinesi innocenti. Il mondo dello sport, per ciò che rappresenta e che ha rappresentato nel corso della storia per l'affermazione e la difesa dei diritti umani, non può permettersi di essere assente. Basti pensare al pugno alzato di Tommie Smith e John Carlos durante i Giochi Olimpici di Città del Messico, o l'utilizzo che ne fece Nelson Mandela contro l'apartheid, per non parlare di Jesse Owens durante i Giochi di Berlino del 1936, il coraggio di Gino Bartali durante le persecuzioni nazifasciste. Fino ai giorni più recenti, con l'incontro tra gli atleti di taekwondo delle due Coree durante i Giochi Olimpici Invernali di PyeongChang 2018. Azioni potenti in difesa dei diritti umani, capaci di segnare la storia ed essere di ispirazione per intere generazioni". Secondo Cito "il mondo dello sport ha il dovere di far sentire la propria presenza. Invece in questo momento è inspiegabilmente assente e silenzioso. Bisogna fermare questo massacro di esseri umani. Dobbiamo tutti condannare con forza questa vergogna e sostenere convintamente tutte quelle azioni volte a fermare questo genocidio autorizzato - ha sottolineato ancora - È nostro dovere farlo, in primo luogo come esseri umani e poi come sportivi. Bisogna pretendere azioni concrete e immediate da parte di tutti i governi, a prescindere dagli schieramenti politici, azioni capaci di porre fine a questo orrore, una vera mattanza da parte del governo d'Israele. Lo sport deve essere sempre in 'campo', a maggior ragione quando si giocano partite così importanti dal punto di vista umano e sociale, altrimenti rimarrebbe mera attività fisica e d'intrattenimento, decontestualizzata dalla vita reale", ha concluso il n.1 della federtaekwondo.