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Tennis, Musetti: "Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne"
30.12.2025 21:35 di Napoli Magazine
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Reduce da una stagione che lo ha consacrato nel gotha del tennis mondiale, Lorenzo Musetti riparte verso il 2026 "con la voglia di rimettersi in gioco e con la convinzione che sia stata una off season di cambiamenti. Perlas aiuterà me e Simone a sviluppare i lati migliorabili del nostro lavoro. Ci siamo occupati di tecnica ma anche di nutrizione e fisico. Avevo l'esigenza di prendere del tempo per me stesso, uno dei motivi per cui ho rinunciato alla Davis". Queste le parole del tennista carrarino nel corso di una intervista al Corriere della Sera, in cui rivela che sta lavorando anche per capire "la ragione degli infortuni, per esempio. Ho fatto visite, analisi, indagini: ora ho più chiari i miei parametri e i miei limiti, poi certo la palla la devi sempre buttare di là". Sull'ingresso di Jose Perlas nel suo staff ha ancora detto: "José ha portato tutti i suoi giocatori al best ranking, aprendo orizzonti su qualsiasi superficie. Certo è spagnolo, cresciuto sulla terra, ma è una persona di grande esperienza. La fase iniziale è stata tra noi due: ci siamo parlati a lungo, e le idee combaciavano. Speriamo non serva troppo per metabolizzare il cambiamento". "A questo livello, solo con il talento non vai da nessuna parte. Convivo con un dilemma, dentro di me: se fossi meno talentuoso ma con un altro carattere, cosa sarei diventato? Poi penso che sia meglio avere il mio talento e darmi da fare per migliorare il carattere. So che, se voglio fare il salto di qualità definitivo, devo lavorare sull'atteggiamento", ha detto. I progressi sul veloce che l'hanno portata a Torino li considera metabolizzati. "Spero proprio di sì. Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne. Vorrei che fosse il miglior inizio di stagione della carriera. Però il tennis dà poche garanzie: ogni giorno te lo devi creare daccapo. Una off season pazzesca può rivelarsi un castello di carte. A pagare è la costanza: nel 2025 i miei bassi non sono mai stati troppo bassi. È un bene", ha detto. Quest'anno ha giocato (e perso) una volta con Sinner e quattro con Alcaraz. Quale direbbe che è la differenza più netta tra il numero due e uno del mondo. "La costanza e la continuità, le doti di Jannik. Sinner è cinico e spietato, è una roccia perenne come ritmo e intensità. Carlos ha alti celestiali, però se è nervoso o teso, diventa emotivo. E qualche chance te la offre. Poi devi essere bravo tu a coglierla", ha detto. Nel 2026 non ragionerà su obiettivi di tornei o classifica. "Non mi piace mettermi obiettivi a lungo termine, nemmeno di mesi. Intanto voglio partire a razzo: d'abitudine, fatico a carburare. Dopo l'Australia andrò in Sudamerica. L'anno scorso mi ero fatto male: andrà evitato. Fino a Montecarlo, ho pochi punti da difendere. Dopo viene il bello, o il brutto. C'è il filotto di risultati nei tre Master 1000 su terra e al Roland Garros. Ma cambiare atteggiamento significa pensare che ogni torneo parto per vincerlo", ha concluso.

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Tennis, Musetti: "Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne"

di Napoli Magazine

30/12/2025 - 21:35

Reduce da una stagione che lo ha consacrato nel gotha del tennis mondiale, Lorenzo Musetti riparte verso il 2026 "con la voglia di rimettersi in gioco e con la convinzione che sia stata una off season di cambiamenti. Perlas aiuterà me e Simone a sviluppare i lati migliorabili del nostro lavoro. Ci siamo occupati di tecnica ma anche di nutrizione e fisico. Avevo l'esigenza di prendere del tempo per me stesso, uno dei motivi per cui ho rinunciato alla Davis". Queste le parole del tennista carrarino nel corso di una intervista al Corriere della Sera, in cui rivela che sta lavorando anche per capire "la ragione degli infortuni, per esempio. Ho fatto visite, analisi, indagini: ora ho più chiari i miei parametri e i miei limiti, poi certo la palla la devi sempre buttare di là". Sull'ingresso di Jose Perlas nel suo staff ha ancora detto: "José ha portato tutti i suoi giocatori al best ranking, aprendo orizzonti su qualsiasi superficie. Certo è spagnolo, cresciuto sulla terra, ma è una persona di grande esperienza. La fase iniziale è stata tra noi due: ci siamo parlati a lungo, e le idee combaciavano. Speriamo non serva troppo per metabolizzare il cambiamento". "A questo livello, solo con il talento non vai da nessuna parte. Convivo con un dilemma, dentro di me: se fossi meno talentuoso ma con un altro carattere, cosa sarei diventato? Poi penso che sia meglio avere il mio talento e darmi da fare per migliorare il carattere. So che, se voglio fare il salto di qualità definitivo, devo lavorare sull'atteggiamento", ha detto. I progressi sul veloce che l'hanno portata a Torino li considera metabolizzati. "Spero proprio di sì. Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne. Vorrei che fosse il miglior inizio di stagione della carriera. Però il tennis dà poche garanzie: ogni giorno te lo devi creare daccapo. Una off season pazzesca può rivelarsi un castello di carte. A pagare è la costanza: nel 2025 i miei bassi non sono mai stati troppo bassi. È un bene", ha detto. Quest'anno ha giocato (e perso) una volta con Sinner e quattro con Alcaraz. Quale direbbe che è la differenza più netta tra il numero due e uno del mondo. "La costanza e la continuità, le doti di Jannik. Sinner è cinico e spietato, è una roccia perenne come ritmo e intensità. Carlos ha alti celestiali, però se è nervoso o teso, diventa emotivo. E qualche chance te la offre. Poi devi essere bravo tu a coglierla", ha detto. Nel 2026 non ragionerà su obiettivi di tornei o classifica. "Non mi piace mettermi obiettivi a lungo termine, nemmeno di mesi. Intanto voglio partire a razzo: d'abitudine, fatico a carburare. Dopo l'Australia andrò in Sudamerica. L'anno scorso mi ero fatto male: andrà evitato. Fino a Montecarlo, ho pochi punti da difendere. Dopo viene il bello, o il brutto. C'è il filotto di risultati nei tre Master 1000 su terra e al Roland Garros. Ma cambiare atteggiamento significa pensare che ogni torneo parto per vincerlo", ha concluso.