NAPOLI - Ci sono cose che non sono ciò che sembrano, che non hanno nulla a che fare con ciò che credevi che fossero, che sono una travisazione di ciò che pensavi. E poi ci sono cose che sono esattamente ciò che sembrano e ciò che speravi e sapevi che fossero. E poi c’è il Napoli, grande e all’altezza esattamente come ci si aspettava, che non delude ma vince al di là dei singoli, al di là del gol e al di là delle occasioni (troppe) concesse. Chiariamo: l’Empoli dell’anticipo infrasettimanale non è il PSG del ritorno di Champions che il Napoli accoglierà nello stesso stadio dei toscani, quello napoletano del San Paolo. Un Napoli che nel pre gara temeva un arbitraggio compromesso da parenti e parentele che però non fa segnalare scandali o fegato amaro. Tutto si gioca tra i piedi dei giocatori, ad armi pari tra le squadre che pari proprio non sono ma quasi così provano a giocarsela gli ospiti, che segnano e poi attaccano. Che sono sempre sotto, laddove il Napoli allunga, poi difende la sua porta e poi fa poker, poi fa manita, allontanando definitivamente tremori e paure. E facendo tornare in gol il mancante Milik, a secco dalla doppietta contro il Parma. Ma il Napoli fuori dalla dinamica del calcio spettacolo a tutti i costi, ha imparato a vincere seppur rischiando, seppur sporcando, se pur facendo battere poi forte il cuore per le palpitazioni al cardiopalma ad uno stadio bello pieno. E alla fine dando anche quello spettacolo tanto caro ai suoi tifosi e ad uno stadio che ne esce in delirio per la goleada. Conta il risultato, e che risultato! Questo lo hanno capito i giocatori, questo lo ha sempre saputo Carlo Ancelotti. Conta lo score a fine gara, il resto restano chiacchiere da bar. E il risultato segna 5 per il Napoli, 1 per l’Empoli. Aspettando Cavani.