L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "Napoli, una disfatta ma i drammi lasciamoli ai greci"
03.09.2018 18:37 di Napoli Magazine

NAPOLI - Una disfatta. Senza se e senza ma. Samp-Napoli 3-0 è semplicemente questo, una disfatta. Roba che Napoleone a confronto a Waterloo l’avrebbe vinta facile. Chiariamo: una disfatta sì, ma i drammi lasciamoli ai greci o a quelli relativi al campione da 15 tiri ma ancora zero gol. Un po’ come se metti 15 pentole sul fuoco ma non cali mai la pasta: hai solo sprecato acqua, fuoco e tempo ma resti comunque digiuno. Ma il Napoli, bruttino della terza, è un’altra storia. Inutile dire che “sconfitte come questa alla fine peseranno”: è troppo presto anche solo per pensare agli addendi, figuriamoci alle somme da tirare. Mister Carlo è uno intelligente e intelligente è stato fare turn over: andava provato. Che poi non sia riuscito, in fondo, parafrasando, ci può anche stare, complice un’ottima Samp e un gol magnifico di quel Fabio riappacificato. Uno di quei gol che mai più rifarà, per capirci, ma che col Napoli gli è riuscito eccome. La Samp da’ un meglio di sé che forse neppure sapeva di avere, il Napoli un peggio che non avrebbe mai voluto scoprire. I sostituti non valgono i titolari, persino se quei titolari con la fascia faticano un pochino a trovare spazio e posizione. Ma nessun dramma, s’è detto. Certo, oggi è lunedì, il primo di settembre e iniziare così un mese già di per sé particolarmente odiato non è tra le cose migliori che ci si possa augurare ma tant’è. In fondo tra match in differita “grazie” al fornitore di contenuti e partite con recuperi al cardiopalma, il tifoso napoletano è ben forgiato al peggio, con il vezzo scaramantico però di scartare a priori luogo e modalità di una disfatta. Perché va bene il turn over non azzeccato, va bene un Dries senza troppo peso in entrata e un Verdi senza in uscita, va bene una difesa in affanno, va bene anche un portiere che la mala parola la fa partire facile e va bene persino un regista che Moccia a confronto è Zeffirelli, ma la scaramanzia no. Con quella non si scherza, perciò per l’adios alla disfatta, alla prossima si rivoluziona anche il dove si tifa. È automatico, è il primo tra i commenti post dolore: cambiare il dove e, magari nei casi più gravi, persino il chi, andando indietro con la memoria nel ricordo dei dettagli, sulla buona o cattiva sorte passata di location e compagnia. Anche questa è Napoli, signori. Ora c’è la pausa, quella di riflessione, quella senza l’amato calcio e l’amata squadra, quelle che di norma serve quanto il due di briscola ma che talvolta può invece essere indispensabile per capire gli errori. E non ricommetterli. E speriamo che quel talvolta sia per il Napoli questa volta.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

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di Napoli Magazine

03/09/2024 - 18:37

NAPOLI - Una disfatta. Senza se e senza ma. Samp-Napoli 3-0 è semplicemente questo, una disfatta. Roba che Napoleone a confronto a Waterloo l’avrebbe vinta facile. Chiariamo: una disfatta sì, ma i drammi lasciamoli ai greci o a quelli relativi al campione da 15 tiri ma ancora zero gol. Un po’ come se metti 15 pentole sul fuoco ma non cali mai la pasta: hai solo sprecato acqua, fuoco e tempo ma resti comunque digiuno. Ma il Napoli, bruttino della terza, è un’altra storia. Inutile dire che “sconfitte come questa alla fine peseranno”: è troppo presto anche solo per pensare agli addendi, figuriamoci alle somme da tirare. Mister Carlo è uno intelligente e intelligente è stato fare turn over: andava provato. Che poi non sia riuscito, in fondo, parafrasando, ci può anche stare, complice un’ottima Samp e un gol magnifico di quel Fabio riappacificato. Uno di quei gol che mai più rifarà, per capirci, ma che col Napoli gli è riuscito eccome. La Samp da’ un meglio di sé che forse neppure sapeva di avere, il Napoli un peggio che non avrebbe mai voluto scoprire. I sostituti non valgono i titolari, persino se quei titolari con la fascia faticano un pochino a trovare spazio e posizione. Ma nessun dramma, s’è detto. Certo, oggi è lunedì, il primo di settembre e iniziare così un mese già di per sé particolarmente odiato non è tra le cose migliori che ci si possa augurare ma tant’è. In fondo tra match in differita “grazie” al fornitore di contenuti e partite con recuperi al cardiopalma, il tifoso napoletano è ben forgiato al peggio, con il vezzo scaramantico però di scartare a priori luogo e modalità di una disfatta. Perché va bene il turn over non azzeccato, va bene un Dries senza troppo peso in entrata e un Verdi senza in uscita, va bene una difesa in affanno, va bene anche un portiere che la mala parola la fa partire facile e va bene persino un regista che Moccia a confronto è Zeffirelli, ma la scaramanzia no. Con quella non si scherza, perciò per l’adios alla disfatta, alla prossima si rivoluziona anche il dove si tifa. È automatico, è il primo tra i commenti post dolore: cambiare il dove e, magari nei casi più gravi, persino il chi, andando indietro con la memoria nel ricordo dei dettagli, sulla buona o cattiva sorte passata di location e compagnia. Anche questa è Napoli, signori. Ora c’è la pausa, quella di riflessione, quella senza l’amato calcio e l’amata squadra, quelle che di norma serve quanto il due di briscola ma che talvolta può invece essere indispensabile per capire gli errori. E non ricommetterli. E speriamo che quel talvolta sia per il Napoli questa volta.

 

 

Nunzia Marciano

 

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