Nicolò Cambiaghi è diventato quello che ha sempre sognato di essere, leader tecnico di una squadra che ha bisogno di lui e giocatore che riesce sempre ad accendersi, che parta titolare o che entri a gara in corso.
L’esterno d’attacco del Bologna, che lo scorso anno ha subìto un grave infortunio al crociato, ci ha messo pochissimo a recuperare il tempo perso ai box riuscendo – con un grande rendimento – a conquistare anche la maglia della Nazionale. Il risultato dell’ottimo avvio di una stagione che, per lui e per il club emiliano, può diventare da un momento all’altro da sogno. E il classe 2000 ha parlato di questo in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
Prima di tutto, Cambiaghi ha parlato di quello che contraddistingue il gruppo del Bologna: “La nostra forza più grande è ciò che si vede: siamo uniti e ci vogliamo bene, c’è davvero una coesione quasi famigliare. Prendete quando è entrato Pessina contro il Napoli: magari lui aveva le orecchie tappate dalla tensione del debutto, ma ognuno di noi gli ha detto qualcosa per stemperare il momento. In campo giochiamo un calcio che diverte, intensità alta, tutto alla ricerca del risultato. Ci divertiamo molto e le cose vengono pure meglio”.
Poi, è tornato sull’esordio in nazionale risalente alla sfida contro Israele di ottobre, quando Gattuso lo ha fatto entrare in campo negli ultimissimi minuti: “Non ho toccato palla ma non importa. Ero felice e concentrato. Italiano mi ha detto ‘Avrei pagato per poter vivere un’emozione del genere’. Anche a lui devo qualcosa”.
Il Cambiaghi di oggi, però, non sarebbe mai arrivato a questi livelli senza l’esperienza all’Atalanta: a confermarlo è lui stesso. “Lì ho vinto due scudetti e una Supercoppa a livello giovanile: l’esordio l’avrei sognato ma senza l’Atalanta oggi non sarei qui. Italiano poi mi ha voluto, atteso e migliorato. Dal minuto uno ho sempre pensato che il suo gioco facesse per me”.
E infine, il giocatore rossoblù ha parlato del proprio obiettivo per il futuro prossimo: “Mi manca la Champions. L’anno scorso non entrai in lista per il brutto infortunio al ginocchio: vorrei tornarci, conoscerla, canticchiare quella canzoncina”.
di Napoli Magazine
18/11/2025 - 14:27
Nicolò Cambiaghi è diventato quello che ha sempre sognato di essere, leader tecnico di una squadra che ha bisogno di lui e giocatore che riesce sempre ad accendersi, che parta titolare o che entri a gara in corso.
L’esterno d’attacco del Bologna, che lo scorso anno ha subìto un grave infortunio al crociato, ci ha messo pochissimo a recuperare il tempo perso ai box riuscendo – con un grande rendimento – a conquistare anche la maglia della Nazionale. Il risultato dell’ottimo avvio di una stagione che, per lui e per il club emiliano, può diventare da un momento all’altro da sogno. E il classe 2000 ha parlato di questo in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
Prima di tutto, Cambiaghi ha parlato di quello che contraddistingue il gruppo del Bologna: “La nostra forza più grande è ciò che si vede: siamo uniti e ci vogliamo bene, c’è davvero una coesione quasi famigliare. Prendete quando è entrato Pessina contro il Napoli: magari lui aveva le orecchie tappate dalla tensione del debutto, ma ognuno di noi gli ha detto qualcosa per stemperare il momento. In campo giochiamo un calcio che diverte, intensità alta, tutto alla ricerca del risultato. Ci divertiamo molto e le cose vengono pure meglio”.
Poi, è tornato sull’esordio in nazionale risalente alla sfida contro Israele di ottobre, quando Gattuso lo ha fatto entrare in campo negli ultimissimi minuti: “Non ho toccato palla ma non importa. Ero felice e concentrato. Italiano mi ha detto ‘Avrei pagato per poter vivere un’emozione del genere’. Anche a lui devo qualcosa”.
Il Cambiaghi di oggi, però, non sarebbe mai arrivato a questi livelli senza l’esperienza all’Atalanta: a confermarlo è lui stesso. “Lì ho vinto due scudetti e una Supercoppa a livello giovanile: l’esordio l’avrei sognato ma senza l’Atalanta oggi non sarei qui. Italiano poi mi ha voluto, atteso e migliorato. Dal minuto uno ho sempre pensato che il suo gioco facesse per me”.
E infine, il giocatore rossoblù ha parlato del proprio obiettivo per il futuro prossimo: “Mi manca la Champions. L’anno scorso non entrai in lista per il brutto infortunio al ginocchio: vorrei tornarci, conoscerla, canticchiare quella canzoncina”.