Calcio
Calcio: Capello, Ibra? Non sapeva calciare...
10.11.2016 21:17 di Napoli Magazine
"Appena arrivato alla Juventus Ibrahimovic non sapeva calciare, calciava molto male. Io lo impostai, in lui vidi l'orgoglio e la voglia di diventare il numero uno. Si mise ad allenare bene il tiro anche dopo gli allenamenti con la squadra e arrivò a calciare anche le punizioni". A rivelarlo è Fabio Capello, che allenò Zlatan Ibrahimovic nel biennio 2004/2006 quando era alla guida dei bianconeri. "Io ero alla Roma - spiega il tecnico friulano in occasione dell'anteprima al Cinema Adriano di Roma del docufilm 'Ibrahimovic, diventare leggenda', nella sale italiane il 14 e il 15 novembre prossimi - e lo vidi in un'amichevole a Berlino, nell'intervallo rimasi a guardare la sua tecnica nel riscaldamento, faceva già i numeri dei ragazzini di oggi Quando andai alla Juventus - conclude Capello - lo feci acquistare. Aveva molte qualità ma gli piaceva fare i numeri, la cosa bella fu la determinazione che mise per migliorare e calciare. In lui ho visto subito l'umiltà e l'orgoglio di chi vuole diventare il numero uno".
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Calcio: Capello, Ibra? Non sapeva calciare...

di Napoli Magazine

10/11/2016 - 21:17

"Appena arrivato alla Juventus Ibrahimovic non sapeva calciare, calciava molto male. Io lo impostai, in lui vidi l'orgoglio e la voglia di diventare il numero uno. Si mise ad allenare bene il tiro anche dopo gli allenamenti con la squadra e arrivò a calciare anche le punizioni". A rivelarlo è Fabio Capello, che allenò Zlatan Ibrahimovic nel biennio 2004/2006 quando era alla guida dei bianconeri. "Io ero alla Roma - spiega il tecnico friulano in occasione dell'anteprima al Cinema Adriano di Roma del docufilm 'Ibrahimovic, diventare leggenda', nella sale italiane il 14 e il 15 novembre prossimi - e lo vidi in un'amichevole a Berlino, nell'intervallo rimasi a guardare la sua tecnica nel riscaldamento, faceva già i numeri dei ragazzini di oggi Quando andai alla Juventus - conclude Capello - lo feci acquistare. Aveva molte qualità ma gli piaceva fare i numeri, la cosa bella fu la determinazione che mise per migliorare e calciare. In lui ho visto subito l'umiltà e l'orgoglio di chi vuole diventare il numero uno".