Calcio
Calcio, il sinistro fatato di Hamsik per sfatare la maledizione azzurra: 1 a 0 al Chievo
29.10.2012 01:22 di Napoli Magazine
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E' Hamsik a spezzare il maleficio che come la nuvoletta nera della famiglia Adams si è installato sul San Paolo. Per 45 minuti sono solo maledizioni e imprecazioni. Poi al 13' è Marek a ricevere in area e sfilare un sinistro improvviso, imparabile, implacabile.



Fa freddo, al San Paolo. Dentro e fuori lo stadio. Fuori è la lama di vento e umidità dopo due giorni di tempesta. Dentro è il gelo di una settimana da dimenticare. Sarà l'indifferenza degli dei dell'Olimpo del pallone, l'ostilità della dea Eupalla, un incrocio astrale anti-Napoli, Marte in opposizione, la “seccia”, l'invidia, i troppi complimenti, la macumba, i riti vudù, Mazzarri un po' in confusione, qualche giocatore non proprio in forma e, in più, una buona dose di sfiga.



In sette giorni sono arrivati cinque palloni in porta, due sconfitte praticamente senza essere mai in partita, l'addio alla vetta della classifica, la multa Uefa, una parte dello stadio vietata, il deferimento di Cannavaro e Grava per la tentata combine di Giannello. Infine il Chievo che sembra avere nella ragione sociale un unico compito in campionato: battere il Napoli. Per ultimo anche il forfait di Cavani. Non bastasse: si mette anche a piovere a dirotto. La sfida sembra segnata.



Ma quando sul rettangolo verde arriva la squadra si capisce che c'è voglia di combattere. Si è orfani del Cavani con il volto scolpito da Pasolini delle Ande. Ma ogni capello della cresta di Hamsik è concentrato, Pandev in versione Max Pezzali degli 883 è deciso a cambiare musica, Inler determinato a lasciare la parte di Alex di Madagascar per fare il leone e basta, Behrami tira fuori i denti da tigre a sciabola pronto a mordere prima ancora del calcio di inizio, Insigne vuole a sciogliere l'enigma che lo rende grandioso solo quando non gioca con il Napoli. Maggio ci mette la testa, fisicamente e mentalmente, Zuniga la farfalloneria, il reparto dietro la voglia di riscattarsi.



La squadra ha personalità, anche senza il Matador. Se qualcuno ancora non crede al dominio del fato deve ricredersi durante il primo tempo. Dà il via alle danze Inler all'ottavo minuto: botta mostruosa dal limite che si stampa sul palo, la palla ritorna già, sbatte sulla schiena del portiere del Chievo Sorrentino e balla per un tempo infinito sulla linea della porta, senza che nessuno la metta dentro (o fuori). Alla fine ci pensa Dainelli a salvare la sua porta.



La pioggia smette, i 40mila sugli spalti iniziano a crederci davvero. La difesa degli ospiti ricorre ai falli da dietro per fermare i napoletani collezionando cartellini gialli. Quello del Napoli è un crescendo che diventa impetuoso quando a metà del tempo si sveglia Insigne: 24' scappa e mette un cross perfetto per Maggio solo nell'area del portiere, ma la palla vola via inutile chiedersi come.



Due minuti dopo ancora il ragazzino terribile sguscia via: fallo di mano, punizione dal limite inutile. 32' è sempre Insigne a dettare i tempo per Hamsik-Maggio-cross al centro ma Pandev non c'è. Passa una manciata di minuti, San Lorenzo decide di gettare lo scompiglio in area avversaria ancora palla a Goran che a due passi dalla porta vuota sbaglia ancora.



Si ritorna in campo con un Chievo più ordinato, ma il Napoli è deciso a non sottomettersi ad un destino già scritto. Così quando gli ospiti, in una delle poche volte durante la prima ora di gioco, vanno in avanti, gli azzurri catturano la palla e scattano tutti insieme: Insigne, Zuniga, Hamsik ed è goooool. I veneti reagiscono e mettono dentro Pellissier dal nome onomatopeico, non fai in tempo a finire di pronunciarlo e lui è già scappato via. Il Chievo insiste con i cartellini gialli, Vacek prima colpisce Hamsik da dietro, poi su una ripartenza lo trattiene platealmente: è rosso.



Sembra fatta. Ma il Napoli scopre la paura di vincere e riesce ad andare ripetutamente in confusione mentre i giocatori saltano per stanchezza uno dopo l'altro: Zuniga, Pandev, Insigne sostituiti da Dossena, Vargas, Dzemaili. Ultimi minuti da sofferenza pura ma alla fine arriva la vittoria. 


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Calcio, il sinistro fatato di Hamsik per sfatare la maledizione azzurra: 1 a 0 al Chievo

di Napoli Magazine

29/10/2012 - 01:22


E' Hamsik a spezzare il maleficio che come la nuvoletta nera della famiglia Adams si è installato sul San Paolo. Per 45 minuti sono solo maledizioni e imprecazioni. Poi al 13' è Marek a ricevere in area e sfilare un sinistro improvviso, imparabile, implacabile.



Fa freddo, al San Paolo. Dentro e fuori lo stadio. Fuori è la lama di vento e umidità dopo due giorni di tempesta. Dentro è il gelo di una settimana da dimenticare. Sarà l'indifferenza degli dei dell'Olimpo del pallone, l'ostilità della dea Eupalla, un incrocio astrale anti-Napoli, Marte in opposizione, la “seccia”, l'invidia, i troppi complimenti, la macumba, i riti vudù, Mazzarri un po' in confusione, qualche giocatore non proprio in forma e, in più, una buona dose di sfiga.



In sette giorni sono arrivati cinque palloni in porta, due sconfitte praticamente senza essere mai in partita, l'addio alla vetta della classifica, la multa Uefa, una parte dello stadio vietata, il deferimento di Cannavaro e Grava per la tentata combine di Giannello. Infine il Chievo che sembra avere nella ragione sociale un unico compito in campionato: battere il Napoli. Per ultimo anche il forfait di Cavani. Non bastasse: si mette anche a piovere a dirotto. La sfida sembra segnata.



Ma quando sul rettangolo verde arriva la squadra si capisce che c'è voglia di combattere. Si è orfani del Cavani con il volto scolpito da Pasolini delle Ande. Ma ogni capello della cresta di Hamsik è concentrato, Pandev in versione Max Pezzali degli 883 è deciso a cambiare musica, Inler determinato a lasciare la parte di Alex di Madagascar per fare il leone e basta, Behrami tira fuori i denti da tigre a sciabola pronto a mordere prima ancora del calcio di inizio, Insigne vuole a sciogliere l'enigma che lo rende grandioso solo quando non gioca con il Napoli. Maggio ci mette la testa, fisicamente e mentalmente, Zuniga la farfalloneria, il reparto dietro la voglia di riscattarsi.



La squadra ha personalità, anche senza il Matador. Se qualcuno ancora non crede al dominio del fato deve ricredersi durante il primo tempo. Dà il via alle danze Inler all'ottavo minuto: botta mostruosa dal limite che si stampa sul palo, la palla ritorna già, sbatte sulla schiena del portiere del Chievo Sorrentino e balla per un tempo infinito sulla linea della porta, senza che nessuno la metta dentro (o fuori). Alla fine ci pensa Dainelli a salvare la sua porta.



La pioggia smette, i 40mila sugli spalti iniziano a crederci davvero. La difesa degli ospiti ricorre ai falli da dietro per fermare i napoletani collezionando cartellini gialli. Quello del Napoli è un crescendo che diventa impetuoso quando a metà del tempo si sveglia Insigne: 24' scappa e mette un cross perfetto per Maggio solo nell'area del portiere, ma la palla vola via inutile chiedersi come.



Due minuti dopo ancora il ragazzino terribile sguscia via: fallo di mano, punizione dal limite inutile. 32' è sempre Insigne a dettare i tempo per Hamsik-Maggio-cross al centro ma Pandev non c'è. Passa una manciata di minuti, San Lorenzo decide di gettare lo scompiglio in area avversaria ancora palla a Goran che a due passi dalla porta vuota sbaglia ancora.



Si ritorna in campo con un Chievo più ordinato, ma il Napoli è deciso a non sottomettersi ad un destino già scritto. Così quando gli ospiti, in una delle poche volte durante la prima ora di gioco, vanno in avanti, gli azzurri catturano la palla e scattano tutti insieme: Insigne, Zuniga, Hamsik ed è goooool. I veneti reagiscono e mettono dentro Pellissier dal nome onomatopeico, non fai in tempo a finire di pronunciarlo e lui è già scappato via. Il Chievo insiste con i cartellini gialli, Vacek prima colpisce Hamsik da dietro, poi su una ripartenza lo trattiene platealmente: è rosso.



Sembra fatta. Ma il Napoli scopre la paura di vincere e riesce ad andare ripetutamente in confusione mentre i giocatori saltano per stanchezza uno dopo l'altro: Zuniga, Pandev, Insigne sostituiti da Dossena, Vargas, Dzemaili. Ultimi minuti da sofferenza pura ma alla fine arriva la vittoria.