A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Agostinelli, allenatore ex Napoli ed ex calciatore, tra le tante, di Napoli ed Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Il Napoli sembra essere partito per vincere la Supercoppa, è d’accordo?
“Certo che sì. Napoli partito per vincere la Supercoppa, Milan e Bologna non hanno avuto chance. Questa vittoria rilancerà anche le ambizioni scudetto. Immagina che Antonio Conte ha preparato questa finale come se fosse una squadra sola, ma anche gli altri, per carità, sono andati giustamente per partecipare. Conte ha caricato l’ambiente dicendo chiaramente che i trofei vanno vinti, ed è giusto così. Oltretutto si è vista una superiorità netta, soprattutto contro questo Bologna che è una signora squadra. Però quando il Napoli gira in questo modo e alcuni giocatori sono sopra la media, diventa dura per tutti. Se parliamo di giocatori sopra la media, uno di questi è senza dubbio Rasmus Hojlund. David Neres, sta attraversando un momento pazzesco. Lukaku può anche aspettare una settimana senza rischiare, non c’è problema, perché Hojlund nelle due partite contro Milan e Bologna ha dimostrato di essere in grande forma. Strappa le difese, mi è sembrato di rivedere l'Hojlund dell’Atalanta di tre anni fa, devastante. Questo è un segnale importantissimo. In più c’è Lobotka che si sta confermando a livelli altissimi. Che vuoi di più? Anche senza un nome così importante, il Napoli che gioca così fa ben sperare”.
Una vittoria che può dare una spinta anche in campionato?
“Direi proprio di sì. In campionato ci sono alti e bassi, come per tutte le squadre, ma questa vittoria può galvanizzare e dare qualcosa in più anche nella competizione nazionale. Intanto è un trofeo in più, fino a prima di Diego Armando Maradona il Napoli non aveva una bacheca così ricca, adesso invece si allarga piano piano ed è già una cosa importante. Poi è normale che galvanizzi, perché ti rendi conto che anche le cosiddette seconde linee, che fino a poco tempo fa lo erano solo sulla carta, sono assolutamente affidabili. Quando saranno tutti al massimo della condizione, vedrai che Antonio Conte avrà problemi bellissimi, quelli di abbondanza ed avere problemi di scelta è sempre una cosa positiva”.
Che emozione ha provato nel vedere De Laurentiis in lacrime dopo il triplice fischio finale, andare ad abbracciare mister Conte?
“Queste sono le cose veramente belle, perché mi immagino il tifoso che vede scene così, sono momenti che ti riconciliano con la vita. Tante volte, nei momenti brutti, bisogna ricordarsi che dopo la tempesta può tornare il sole. Il Napoli lo dimostra, solo un mese fa Conte era criticato, sembrava tutto spaccato e invece il calcio è fatto di queste cose. Bisogna avere la pazienza di digerire quello che c’è da digerire, anche quando non è buono, e poi ripartire come ha fatto il Napoli. In questo momento si gode una vittoria straordinaria”.
Le emozioni della vittoria sono sempre speciali: possiamo smentire chi sminuisce questa Supercoppa?
“A me viene da ridere quando sento sminuire la Supercoppa, un po’ come succede con la Coppa Italia. Poi però, guarda caso, chi la vince se la gode eccome, basti pensare al Bologna lo scorso anno. Posso capire il discorso se parliamo di Real Madrid o Barcellona, che hanno bacheche talmente piene da dover fare due sedi separate. Ma per una squadra come il Napoli, che ha iniziato a vincere con continuità, questi trofei sono fondamentali. Il Napoli oggi è una squadra di livello europeo, i trofei vanno vinti, come ha detto Conte. Poi se una squadra ha vinto dieci Champions League magari non gli cambia la vita, ma questo non è il problema del Napoli”.
Crede che questo Napoli possa puntare anche al campionato e alla Champions?
“Io credo che il Napoli ormai parta sempre per vincere il campionato, se non quest’anno anche nei prossimi e possa dire la sua anche in Champions League. Guardo anche a quello che sta facendo la Juventus, al di là delle simpatie, i risultati contano. Quest’anno, come mercato, sono stati sotto rispetto al Napoli. Il Napoli ha sbagliato forse solo sul terzino destro al posto di Di Lorenzo, non prendendo Juanlu Sanchez, ma per il resto è stato quasi perfetto. Vanno dati tantissimi meriti anche al presidente Aurelio De Laurentiis, perché avere un allenatore vincente come Conte rischia di far dimenticare che se Conte è lì è perché ce l’ha messo De Laurentiis, investendo soldi di tasca propria come fa da oltre vent’anni. Questo è un grande endorsement per il presidente”.
Il rapporto tra De Laurentiis e Conte è basato su personalità molto forti. Cosa ne pensa?
“De Laurentiis ha una personalità spiccata e Conte è un numero uno, lo ha dimostrato nel suo lavoro. Sono due mondi diversi, ma entrambi di grande qualità. Io ho sempre pensato che simpatie e antipatie vadano spesso a braccetto con i più bravi. Spesso i migliori non sono simpatici. Come diceva Conte tanti anni fa: ‘Sono antipatico perché vinco’. È così. Per tanti anni la Juventus è stata la squadra più antipatica d’Europa perché vinceva sempre. Funziona sempre così, quindi speriamo di continuare a diventare antipatici”.
di Napoli Magazine
23/12/2025 - 12:08
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Agostinelli, allenatore ex Napoli ed ex calciatore, tra le tante, di Napoli ed Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Il Napoli sembra essere partito per vincere la Supercoppa, è d’accordo?
“Certo che sì. Napoli partito per vincere la Supercoppa, Milan e Bologna non hanno avuto chance. Questa vittoria rilancerà anche le ambizioni scudetto. Immagina che Antonio Conte ha preparato questa finale come se fosse una squadra sola, ma anche gli altri, per carità, sono andati giustamente per partecipare. Conte ha caricato l’ambiente dicendo chiaramente che i trofei vanno vinti, ed è giusto così. Oltretutto si è vista una superiorità netta, soprattutto contro questo Bologna che è una signora squadra. Però quando il Napoli gira in questo modo e alcuni giocatori sono sopra la media, diventa dura per tutti. Se parliamo di giocatori sopra la media, uno di questi è senza dubbio Rasmus Hojlund. David Neres, sta attraversando un momento pazzesco. Lukaku può anche aspettare una settimana senza rischiare, non c’è problema, perché Hojlund nelle due partite contro Milan e Bologna ha dimostrato di essere in grande forma. Strappa le difese, mi è sembrato di rivedere l'Hojlund dell’Atalanta di tre anni fa, devastante. Questo è un segnale importantissimo. In più c’è Lobotka che si sta confermando a livelli altissimi. Che vuoi di più? Anche senza un nome così importante, il Napoli che gioca così fa ben sperare”.
Una vittoria che può dare una spinta anche in campionato?
“Direi proprio di sì. In campionato ci sono alti e bassi, come per tutte le squadre, ma questa vittoria può galvanizzare e dare qualcosa in più anche nella competizione nazionale. Intanto è un trofeo in più, fino a prima di Diego Armando Maradona il Napoli non aveva una bacheca così ricca, adesso invece si allarga piano piano ed è già una cosa importante. Poi è normale che galvanizzi, perché ti rendi conto che anche le cosiddette seconde linee, che fino a poco tempo fa lo erano solo sulla carta, sono assolutamente affidabili. Quando saranno tutti al massimo della condizione, vedrai che Antonio Conte avrà problemi bellissimi, quelli di abbondanza ed avere problemi di scelta è sempre una cosa positiva”.
Che emozione ha provato nel vedere De Laurentiis in lacrime dopo il triplice fischio finale, andare ad abbracciare mister Conte?
“Queste sono le cose veramente belle, perché mi immagino il tifoso che vede scene così, sono momenti che ti riconciliano con la vita. Tante volte, nei momenti brutti, bisogna ricordarsi che dopo la tempesta può tornare il sole. Il Napoli lo dimostra, solo un mese fa Conte era criticato, sembrava tutto spaccato e invece il calcio è fatto di queste cose. Bisogna avere la pazienza di digerire quello che c’è da digerire, anche quando non è buono, e poi ripartire come ha fatto il Napoli. In questo momento si gode una vittoria straordinaria”.
Le emozioni della vittoria sono sempre speciali: possiamo smentire chi sminuisce questa Supercoppa?
“A me viene da ridere quando sento sminuire la Supercoppa, un po’ come succede con la Coppa Italia. Poi però, guarda caso, chi la vince se la gode eccome, basti pensare al Bologna lo scorso anno. Posso capire il discorso se parliamo di Real Madrid o Barcellona, che hanno bacheche talmente piene da dover fare due sedi separate. Ma per una squadra come il Napoli, che ha iniziato a vincere con continuità, questi trofei sono fondamentali. Il Napoli oggi è una squadra di livello europeo, i trofei vanno vinti, come ha detto Conte. Poi se una squadra ha vinto dieci Champions League magari non gli cambia la vita, ma questo non è il problema del Napoli”.
Crede che questo Napoli possa puntare anche al campionato e alla Champions?
“Io credo che il Napoli ormai parta sempre per vincere il campionato, se non quest’anno anche nei prossimi e possa dire la sua anche in Champions League. Guardo anche a quello che sta facendo la Juventus, al di là delle simpatie, i risultati contano. Quest’anno, come mercato, sono stati sotto rispetto al Napoli. Il Napoli ha sbagliato forse solo sul terzino destro al posto di Di Lorenzo, non prendendo Juanlu Sanchez, ma per il resto è stato quasi perfetto. Vanno dati tantissimi meriti anche al presidente Aurelio De Laurentiis, perché avere un allenatore vincente come Conte rischia di far dimenticare che se Conte è lì è perché ce l’ha messo De Laurentiis, investendo soldi di tasca propria come fa da oltre vent’anni. Questo è un grande endorsement per il presidente”.
Il rapporto tra De Laurentiis e Conte è basato su personalità molto forti. Cosa ne pensa?
“De Laurentiis ha una personalità spiccata e Conte è un numero uno, lo ha dimostrato nel suo lavoro. Sono due mondi diversi, ma entrambi di grande qualità. Io ho sempre pensato che simpatie e antipatie vadano spesso a braccetto con i più bravi. Spesso i migliori non sono simpatici. Come diceva Conte tanti anni fa: ‘Sono antipatico perché vinco’. È così. Per tanti anni la Juventus è stata la squadra più antipatica d’Europa perché vinceva sempre. Funziona sempre così, quindi speriamo di continuare a diventare antipatici”.