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Calcio, Manfredini: "Inglese ha fatto bene a restare nel Chievo dove gioca sempre, nel Napoli gli sarebbe servito tempo per inserirsi"
22.02.2018 10:47 di Napoli Magazine Fonte: Europacalcio.it
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Domenica pomeriggio, alle ore 15 e allo stadio “Artemio Franchi”, si giocherà Fiorentina-Chievo, partita valida per la 26^ giornata di campionato. Nell’ultimo turno, i viola hanno pareggiato per 1-1 in casa dell’Atalanta, mentre i veronesi, vittoriosi sul Cagliari per 2-1, hanno ritrovato quel successo che mancava dallo scorso 25 novembre. La squadra allenata da Rolando Maran aveva raccolto la miseria di 2 punti nelle ultime dieci gare.

 

Tanti sono i doppi ex delle due squadre. Uno di questi è Christian Manfredini, contattato in esclusiva da “EuropaCalcio.it”.

 

Di ruolo esterno di centrocampo, tante sono state le maglie da lui vestite durante la lunga carriera calcistica, terminata nel 2014. Nel biennio 2000-2002 Manfredini è stato uno dei pilastri di quel Chievo guidato da Gigi Delneri che a giugno 2001 festeggiò la storica promozione in Serie A, alla quale fece seguito una sorprendente successiva stagione conclusa al quinto posto con conseguente qualificazione alla vecchia Coppa Uefa. Era il c.d. Chievo dei miracoli.

 

Mentre dall’estate 2003 a gennaio 2004 ha giocato nella Fiorentina, in quel periodo in Serie B. Prima di trasferirsi al Perugia, in viola aveva collezionato 12 presenze e 1 gol.

 

Christian, domenica ci sarà Fiorentina-Chievo. Come valuti la stagione delle due squadre?

 

“Il Chievo sta vivendo una stagione difficile. Ha iniziato molto bene raccogliendo molti punti, poi ha avuto un grosso calo. Si sono ripresi questo sabato vincendo contro il Cagliari. Quanto alla Fiorentina, è un’annata di alti e bassi. In estate hanno cambiato molto e puntato su giovani molto interessanti. Ci vorrà del tempo, ma condivido questa filosofia. Domenica cercherà in tutti i modi di fare bottino pieno. Il Chievo è comunque un avversario difficile, vedo più un pareggio“.

 

Prima hai accennato al grosso calo del Chievo. E’ un caso che questo periodo di forte crisi sia coinciso con l’assenza di Lucas Castro a centrocampo?

 

“Castro è indubbiamente un giocatore molto importante, ma è la squadra che no si è più ritrovata. L’assenza di Castro non deve costitutire un alibi“.

 

Un altro giocatore gialloblù di cui si è parlato molto è Roberto Inglese. Ha fatto bene a restare a Verona oppure a gennaio era il momento di andare al Napoli?

 

“Per me ha fatto bene. Il Napoli è comunque proprietario del suo cartellino. Al Chievo gioca sempre e la piazza lo fa sentire importante. Mentre al Napoli ci sarebbe voluto del tempo prima di inserirsi, avrebbe dovuto aspettare almeno fino alla fine della stagione“.

 

Ti chiedo una piccola curiosità: c’è una squadra di Serie A che ti ricorda il contesto di quel “Chievo dei miracoli”?

 

“Attualmente no. Salimmo dalla B alla A e riuscimmo ad arrivare quinti. Ora pochi usano il 4-4-2, così come poche squadre giocano con le ali. Mi sembra lo faccia solo l’Inter, che gioca molto su Candreva e Perisic“.

 

Passando alla Fiorentina, nonostante i cambiamenti la squadra può centrare ugualmente l’Europa?

 

“Come ho detto prima, la Fiorentina ha cambiato molto. Non si può pretendere che i risultati arrivino subito. Sono arrivati giovani forti ma che hanno bisogno di conoscersi. L’Europa adesso non è una priorità. Quello che conta è che la squadra, mantenendo questa base, migliori sempre di più anno dopo anno“.

 

In queste ultime settimane, Giovanni Simeone è finito nel mirino di una parte della critica per il rendimento e, soprattutto, per lo scarso numero di gol. Sei d’accordo?

 

“Finire nel mirino della critica ci può anche stare, non deve essere vista per forza come una cosa clamorosa. Non potevano sperare che Simeone facesse già quest’anno 15-20 gol. L’importante è che in questi due-tre anni maturi e riesca a dare di più“.

 

Il gioiello della squadra è Federico Chiesa. Per caratteristiche tecniche, ti ricorda qualche giocatore del tuo periodo calcistico?

 

“Così sul momento non mi viene in mente nessuno. Ricordo che per un anno ho giocato assieme al padre Enrico. Il suo potenziale è indiscutibile. Bisogna sempre puntare sui giovani, farli crescere e saperli aspettare“.

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Calcio, Manfredini: "Inglese ha fatto bene a restare nel Chievo dove gioca sempre, nel Napoli gli sarebbe servito tempo per inserirsi"

di Napoli Magazine

22/02/2018 - 10:47

Domenica pomeriggio, alle ore 15 e allo stadio “Artemio Franchi”, si giocherà Fiorentina-Chievo, partita valida per la 26^ giornata di campionato. Nell’ultimo turno, i viola hanno pareggiato per 1-1 in casa dell’Atalanta, mentre i veronesi, vittoriosi sul Cagliari per 2-1, hanno ritrovato quel successo che mancava dallo scorso 25 novembre. La squadra allenata da Rolando Maran aveva raccolto la miseria di 2 punti nelle ultime dieci gare.

 

Tanti sono i doppi ex delle due squadre. Uno di questi è Christian Manfredini, contattato in esclusiva da “EuropaCalcio.it”.

 

Di ruolo esterno di centrocampo, tante sono state le maglie da lui vestite durante la lunga carriera calcistica, terminata nel 2014. Nel biennio 2000-2002 Manfredini è stato uno dei pilastri di quel Chievo guidato da Gigi Delneri che a giugno 2001 festeggiò la storica promozione in Serie A, alla quale fece seguito una sorprendente successiva stagione conclusa al quinto posto con conseguente qualificazione alla vecchia Coppa Uefa. Era il c.d. Chievo dei miracoli.

 

Mentre dall’estate 2003 a gennaio 2004 ha giocato nella Fiorentina, in quel periodo in Serie B. Prima di trasferirsi al Perugia, in viola aveva collezionato 12 presenze e 1 gol.

 

Christian, domenica ci sarà Fiorentina-Chievo. Come valuti la stagione delle due squadre?

 

“Il Chievo sta vivendo una stagione difficile. Ha iniziato molto bene raccogliendo molti punti, poi ha avuto un grosso calo. Si sono ripresi questo sabato vincendo contro il Cagliari. Quanto alla Fiorentina, è un’annata di alti e bassi. In estate hanno cambiato molto e puntato su giovani molto interessanti. Ci vorrà del tempo, ma condivido questa filosofia. Domenica cercherà in tutti i modi di fare bottino pieno. Il Chievo è comunque un avversario difficile, vedo più un pareggio“.

 

Prima hai accennato al grosso calo del Chievo. E’ un caso che questo periodo di forte crisi sia coinciso con l’assenza di Lucas Castro a centrocampo?

 

“Castro è indubbiamente un giocatore molto importante, ma è la squadra che no si è più ritrovata. L’assenza di Castro non deve costitutire un alibi“.

 

Un altro giocatore gialloblù di cui si è parlato molto è Roberto Inglese. Ha fatto bene a restare a Verona oppure a gennaio era il momento di andare al Napoli?

 

“Per me ha fatto bene. Il Napoli è comunque proprietario del suo cartellino. Al Chievo gioca sempre e la piazza lo fa sentire importante. Mentre al Napoli ci sarebbe voluto del tempo prima di inserirsi, avrebbe dovuto aspettare almeno fino alla fine della stagione“.

 

Ti chiedo una piccola curiosità: c’è una squadra di Serie A che ti ricorda il contesto di quel “Chievo dei miracoli”?

 

“Attualmente no. Salimmo dalla B alla A e riuscimmo ad arrivare quinti. Ora pochi usano il 4-4-2, così come poche squadre giocano con le ali. Mi sembra lo faccia solo l’Inter, che gioca molto su Candreva e Perisic“.

 

Passando alla Fiorentina, nonostante i cambiamenti la squadra può centrare ugualmente l’Europa?

 

“Come ho detto prima, la Fiorentina ha cambiato molto. Non si può pretendere che i risultati arrivino subito. Sono arrivati giovani forti ma che hanno bisogno di conoscersi. L’Europa adesso non è una priorità. Quello che conta è che la squadra, mantenendo questa base, migliori sempre di più anno dopo anno“.

 

In queste ultime settimane, Giovanni Simeone è finito nel mirino di una parte della critica per il rendimento e, soprattutto, per lo scarso numero di gol. Sei d’accordo?

 

“Finire nel mirino della critica ci può anche stare, non deve essere vista per forza come una cosa clamorosa. Non potevano sperare che Simeone facesse già quest’anno 15-20 gol. L’importante è che in questi due-tre anni maturi e riesca a dare di più“.

 

Il gioiello della squadra è Federico Chiesa. Per caratteristiche tecniche, ti ricorda qualche giocatore del tuo periodo calcistico?

 

“Così sul momento non mi viene in mente nessuno. Ricordo che per un anno ho giocato assieme al padre Enrico. Il suo potenziale è indiscutibile. Bisogna sempre puntare sui giovani, farli crescere e saperli aspettare“.

Fonte: Europacalcio.it