Il Corriere della Sera scrive a proposito della lotta scudetto tra Napoli ed Inter: "Che vinca il migliore. Ops, a Conte gli è scappata così nel post Napoli-Genoa ma si è corretto subito. Il sorriso è sforzato: «Meglio dire: vinca chi lo merita…». C’è tutta la sua conoscenza del valore della squadra che allena, l’esperienza per andare oltre la rabbia per la chance sprecata al Maradona, e la consapevolezza che un punto in più può esser niente o tanto, dipende dalla testa. Non più evidentemente dalla tecnica, dalla tattica, dal valore della rosa. Da chi, secondo l’allenatore, merita di giocare e chi invece no. Il gruppo di soldati, pur falcidiato dagli infortuni, non si tocca e non saranno certo gli ultimi 180 minuti a fargli cambiare idea, nonostante la città oggi gli imputi i cambi tardivi, la sostituzione, sul vantaggio, di un attaccante (Raspadori) con un centrocampista fisico (Billing) chiamato a difendere. Colpita e non affondata, la nave di Conte. Attaccata duramente alla testa (mai subiti due gol di testa in tutta la stagione), bucata quella solidità difensiva diventata nel tempo marchio di fabbrica (due reti in casa il Napoli non le subiva da novembre). Una nave che resta però in porto, avanti di un centimetro all’Inter e ancora padrona del proprio destino. L’umore è mesto, le bandiere sventolate anzitempo in un amen sono state riavvolte, resta la speranza di due vittorie contro due squadre (Parma e Cagliari) alla portata. Panic è il sostantivo utilizzato da McTominay dopo la partita. Non ansia, non paura, qualcosa di più forte. La sua è stata un’esortazione a non averne, segnale che la squadra crede che il traguardo sia possibile ma di panico si è trattato: quando il Genoa rimonta la prima volta il Napoli si ferma, quando Olivera e Billing attaccati a Vasquez lo lasciano saltare sono sotto stress emotivo. Punto a punto, c’è chi non è abituato a lotte all’ultimo respiro. Punto a punto, però, è anche la situazione ideale per un allenatore che vede lungo e batte come un martello. Tredici stagioni fa Conte allenava la Juve: a 2 giornate dalla fine era un punto avanti al Milan (78-77, come oggi), vinse lo scudetto. Una vita fa, certo. Ma lui sa come si fa. Col suo gruppo ristretto di soldati, dopo un giorno di liberi tutti. McTominay spinge: no panic".
di Napoli Magazine
13/05/2025 - 16:41
Il Corriere della Sera scrive a proposito della lotta scudetto tra Napoli ed Inter: "Che vinca il migliore. Ops, a Conte gli è scappata così nel post Napoli-Genoa ma si è corretto subito. Il sorriso è sforzato: «Meglio dire: vinca chi lo merita…». C’è tutta la sua conoscenza del valore della squadra che allena, l’esperienza per andare oltre la rabbia per la chance sprecata al Maradona, e la consapevolezza che un punto in più può esser niente o tanto, dipende dalla testa. Non più evidentemente dalla tecnica, dalla tattica, dal valore della rosa. Da chi, secondo l’allenatore, merita di giocare e chi invece no. Il gruppo di soldati, pur falcidiato dagli infortuni, non si tocca e non saranno certo gli ultimi 180 minuti a fargli cambiare idea, nonostante la città oggi gli imputi i cambi tardivi, la sostituzione, sul vantaggio, di un attaccante (Raspadori) con un centrocampista fisico (Billing) chiamato a difendere. Colpita e non affondata, la nave di Conte. Attaccata duramente alla testa (mai subiti due gol di testa in tutta la stagione), bucata quella solidità difensiva diventata nel tempo marchio di fabbrica (due reti in casa il Napoli non le subiva da novembre). Una nave che resta però in porto, avanti di un centimetro all’Inter e ancora padrona del proprio destino. L’umore è mesto, le bandiere sventolate anzitempo in un amen sono state riavvolte, resta la speranza di due vittorie contro due squadre (Parma e Cagliari) alla portata. Panic è il sostantivo utilizzato da McTominay dopo la partita. Non ansia, non paura, qualcosa di più forte. La sua è stata un’esortazione a non averne, segnale che la squadra crede che il traguardo sia possibile ma di panico si è trattato: quando il Genoa rimonta la prima volta il Napoli si ferma, quando Olivera e Billing attaccati a Vasquez lo lasciano saltare sono sotto stress emotivo. Punto a punto, c’è chi non è abituato a lotte all’ultimo respiro. Punto a punto, però, è anche la situazione ideale per un allenatore che vede lungo e batte come un martello. Tredici stagioni fa Conte allenava la Juve: a 2 giornate dalla fine era un punto avanti al Milan (78-77, come oggi), vinse lo scudetto. Una vita fa, certo. Ma lui sa come si fa. Col suo gruppo ristretto di soldati, dopo un giorno di liberi tutti. McTominay spinge: no panic".