A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Piccari, giornalista.
Conte ha più bravura o fortuna?
"La fortuna nello sport c’è sempre: esiste e va anche cercata. Ma non si può ridurre Conte alla sola fortuna. La bravura c’è, così come la capacità di incidere con il lavoro quotidiano. È un allenatore molto bravo, con dei margini di miglioramento, soprattutto in Europa. In ambito nazionale invece è tra i migliori: crea sempre grande spirito di squadra e adatta le idee alle caratteristiche dei giocatori. Non è un integralista: cambia, modifica, si adatta. Può piacere o meno il suo calcio, ma riesce sempre a costruire una stagione con l’obiettivo ben chiaro… e di solito ci arriva. Il limite resta il percorso internazionale, però parliamo comunque di un tecnico di altissimo livello. La fortuna conta, certo: in 38 partite capita di averne in due, tre, quattro gare. Ma ridurre tutto alla fortuna è un’analisi superficiale".
Dal punto di vista della gestione della preparazione atletica e degli infortuni muscolari, crede che anche questo sia un limite per Conte?
"Guarda, ho conosciuto tanti giocatori che hanno lavorato con lui: Conte allena in modo incredibile, è uno che ti spreme. Da un lato è un grande pregio, dall’altro può essere un rischio. Quest’anno il Napoli è stato anche un po’ sfortunato: alcuni infortuni derivano dai carichi di lavoro, altri sono episodi inevitabili che nel calcio capitano. Insomma, le cause sono spesso una combinazione di fattori: intensità degli allenamenti, concatenazioni di partite, un pizzico di malasorte".
C’è chi sostiene che il Napoli di Conte non abbia un gioco. Cosa risponde?
"Il gioco Conte l’ha sempre mostrato: un calcio propositivo, organizzato. Oggi però propone un calcio diverso: meno estetico, più battagliero, più orientato al risultato. La domanda da fare a chi critica è semplice: se Conte vince il secondo scudetto consecutivo, penserai ancora al ‘bel gioco’? Perché alla fine, se porti a casa il titolo, cosa c’è da contestare?"
Come valuta la prestazione di Lucca contro il Lecce?
"Lorenzo Lucca è in difficoltà, ma era prevedibile. Passare dall’Udinese al Napoli significa affrontare pressioni enormi e concorrenza altissima. È un’alternativa e lo si sapeva: non bisogna aspettarsi da lui ciò che ci si aspetta dai titolari. Quando rientrerà Højlund, Lucca potrà tornare a fare il suo: entrare, dare una mano, crescere senza troppa pressione".
Si discute del confronto tra Bonny e Lucca: 25 milioni per il primo, 35 per il secondo. Il Napoli ha sbagliato investimento?
"Io lo dissi subito: il prezzo per Lucca mi sembrava eccessivo. Avrei tenuto Simeone, ti dico la verità. Però oggi è troppo facile giudicare a posteriori: Bonny ha avuto un impatto straordinario, ma chi se lo aspettava così? Aspettiamo anche Lucca, diamogli sostegno. Ha bisogno di tempo".
Un giudizio sulla prestazione di Anguissa?
"Io sono innamorato di Anguissa: è una colonna del Napoli. Tu butti una palla avanti e sai che lui ci arriva. Abbina quantità e qualità, è completo. Può seguire la strada di McTominay l’anno scorso: diventare centrocampista totale, determinante per gol, assist e dominio del gioco, vincendo il titolo di MVP della stagione. L’unico vero problema è perderlo per la Coppa d’Africa: sarà una grossa perdita. Napoli deve assolutamente rinnovargli il contratto quanto prima, perché uno come lui vale tre giocatori".
Le è piaciuto Olivera contro il Lecce?
"È un giocatore che fa il suo, ma non bisogna aspettarsi molto di più. È affidabile, ma al momento non riesce a incidere in fase offensiva né a distinguersi particolarmente in quella difensiva. Contro squadre modeste ci si aspetterebbe qualcosina in più, ma è difficile pretendere troppo".
Conte ieri ha vinto anche grazie al rigore parato da Milinkovic-Savic: 22 milioni per il portiere. Una scelta già decisiva ai fini dello scudetto?
"Sì, hai ragione. È stata un’intuizione importante. Senza di lui oggi parleremmo di tutt’altra partita. L’anno scorso, il Napoli ha vinto lo scudetto di un solo punto: se dovesse succedere anche quest’anno, la scelta tanto criticata del mister di volere Savic, avrebbe portato un altro titolo. Anche per questo dico: Conte non può essere classificato solo come fortunato".