Calcio
IL RACCONTO - Minala: "Mi allenavo con il Napoli di Mazzarri, poi tornavo a Roma"
12.12.2025 00:02 di Napoli Magazine
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Joseph Minala, ex centrocampista della Lazio, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Mi hanno massacrato, distrutto, umiliato. Il bello è che non ero uno sconosciuto. Dominavo il campionato Primavera. Tre giorni dopo l’esordio vinsi la Coppa Italia di categoria segnando un gol in finale contro la Fiorentina. Qualche mese prima avevo vinto il torneo delle regioni in Sardegna. Fu un attacco mirato, ma ho una mia idea. La voce fu messa in giro da qualcuno che prima teneva a me che mi seguiva. In Senegal, un sito poi oscurato, inventò la notizia secondo cui avessi 42 anni. La gente iniziò a fare fotomontaggi, a prendermi in giro. Nessuno lo sa, ma in quel periodo fui anche minacciato e ricattato da persone che mi avevano aiutato, di cui mi fidavo. Io ero solo e indifeso, nessuno mi ha protetto. I test hanno attestato che dimostro persino un anno in meno. Sa quante volte ho sentito dire 'questo ha 40 anni, come può giocare?'. L’80% delle persone mi hanno giudicato male. Non sono un fenomeno, ma quando mi è stata data una chance ho sempre dimostrato di valere. Penso al Bari, ma soprattutto alla Salernitana, dove i tifosi ancora mi scrivono per il gol all’Avellino all’ultimo minuto. Udinese, Inter, Milan, Roma e infine Napoli, dove rimasi quasi un anno. Nacque tutto grazie a Vincenzo Raiola, fratello di Mino, l’agente che mi seguiva all’epoca. Mi ritrovai ad allenarmi accanto a Cavani e Hamsik, con Mazzarri allenatore, facendo avanti e indietro da Roma. La casa famiglia mi lasciava libero dal lunedì al giovedì, poi dovevo rientrare".

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IL RACCONTO - Minala: "Mi allenavo con il Napoli di Mazzarri, poi tornavo a Roma"

di Napoli Magazine

12/12/2025 - 00:02

Joseph Minala, ex centrocampista della Lazio, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Mi hanno massacrato, distrutto, umiliato. Il bello è che non ero uno sconosciuto. Dominavo il campionato Primavera. Tre giorni dopo l’esordio vinsi la Coppa Italia di categoria segnando un gol in finale contro la Fiorentina. Qualche mese prima avevo vinto il torneo delle regioni in Sardegna. Fu un attacco mirato, ma ho una mia idea. La voce fu messa in giro da qualcuno che prima teneva a me che mi seguiva. In Senegal, un sito poi oscurato, inventò la notizia secondo cui avessi 42 anni. La gente iniziò a fare fotomontaggi, a prendermi in giro. Nessuno lo sa, ma in quel periodo fui anche minacciato e ricattato da persone che mi avevano aiutato, di cui mi fidavo. Io ero solo e indifeso, nessuno mi ha protetto. I test hanno attestato che dimostro persino un anno in meno. Sa quante volte ho sentito dire 'questo ha 40 anni, come può giocare?'. L’80% delle persone mi hanno giudicato male. Non sono un fenomeno, ma quando mi è stata data una chance ho sempre dimostrato di valere. Penso al Bari, ma soprattutto alla Salernitana, dove i tifosi ancora mi scrivono per il gol all’Avellino all’ultimo minuto. Udinese, Inter, Milan, Roma e infine Napoli, dove rimasi quasi un anno. Nacque tutto grazie a Vincenzo Raiola, fratello di Mino, l’agente che mi seguiva all’epoca. Mi ritrovai ad allenarmi accanto a Cavani e Hamsik, con Mazzarri allenatore, facendo avanti e indietro da Roma. La casa famiglia mi lasciava libero dal lunedì al giovedì, poi dovevo rientrare".