Luis Henrique, nuovo esterno dell’Inter, si è raccontato a La Gazzetta dello Sport: “Il soprannome Gigi? Non ho capito chi l’abbia inventato, ma ha semplicemente tradotto Luis e poi lo ha accorciato: adesso tutti mi chiamano così e mi piace pure perché mi fa sentire ancora più interista. Sono partito a destra dove studio Dumfries, che ha una straordinaria forza: vorrei davvero diventare un martello come lui. Ma mi piace anche partire da sinistra e accentrarmi per provare a essere più imprevedibile, penso di avere le qualità per farlo. L’esperienza al Mondiale per Club è stata comunque positiva: ho avuto modo di conoscere compagni e ambiente prima, così appena rientrato ero “dentro” al club. Come in ogni inizio di stagione, tutti siamo più motivati e concentrati. Vogliamo solo rendere felici i tifosi e vincere. Sta nascendo una squadra forte”.
Su Chivu: “Per me è molto importante avere un allenatore come lui. Ha l’animo del giocatore, quindi capisce cosa ti serve e cosa provi dentro. Mi dà fiducia e libertà di dribblare: vuole che giochi il mio calcio, che rischi, mi incoraggia a provare l’uno contro uno. Sto imparando tanto nella tattica, qui la posizione è una cosa davvero importante, ma da parte mia penso di poter portare allegria brasiliana, dribbling e un po’ di audacia. I miei idoli? Ronaldo su tutti, l’ho detto, poi aggiungo Ronaldinho Gaucho e Neymar. Quando ho un momento, vado su YouTube e me li godo ancora oggi. Negli Stati Uniti ho conosciuto bene anche Maicon: mi ha dato ottimi consigli che userò durante la stagione. Vorrei semplicemente seguire il suo esempio e fare la storia come lui. Anche nella Seleçao. Non ho parlato con Ancelotti, ma devo dimostrare sul campo di meritare la convocazione. Non è impossibile e giocare all’Inter mi dà visibilità”.
di Napoli Magazine
10/08/2025 - 16:08
Luis Henrique, nuovo esterno dell’Inter, si è raccontato a La Gazzetta dello Sport: “Il soprannome Gigi? Non ho capito chi l’abbia inventato, ma ha semplicemente tradotto Luis e poi lo ha accorciato: adesso tutti mi chiamano così e mi piace pure perché mi fa sentire ancora più interista. Sono partito a destra dove studio Dumfries, che ha una straordinaria forza: vorrei davvero diventare un martello come lui. Ma mi piace anche partire da sinistra e accentrarmi per provare a essere più imprevedibile, penso di avere le qualità per farlo. L’esperienza al Mondiale per Club è stata comunque positiva: ho avuto modo di conoscere compagni e ambiente prima, così appena rientrato ero “dentro” al club. Come in ogni inizio di stagione, tutti siamo più motivati e concentrati. Vogliamo solo rendere felici i tifosi e vincere. Sta nascendo una squadra forte”.
Su Chivu: “Per me è molto importante avere un allenatore come lui. Ha l’animo del giocatore, quindi capisce cosa ti serve e cosa provi dentro. Mi dà fiducia e libertà di dribblare: vuole che giochi il mio calcio, che rischi, mi incoraggia a provare l’uno contro uno. Sto imparando tanto nella tattica, qui la posizione è una cosa davvero importante, ma da parte mia penso di poter portare allegria brasiliana, dribbling e un po’ di audacia. I miei idoli? Ronaldo su tutti, l’ho detto, poi aggiungo Ronaldinho Gaucho e Neymar. Quando ho un momento, vado su YouTube e me li godo ancora oggi. Negli Stati Uniti ho conosciuto bene anche Maicon: mi ha dato ottimi consigli che userò durante la stagione. Vorrei semplicemente seguire il suo esempio e fare la storia come lui. Anche nella Seleçao. Non ho parlato con Ancelotti, ma devo dimostrare sul campo di meritare la convocazione. Non è impossibile e giocare all’Inter mi dà visibilità”.