Riccardo Orsolini si racconta tra Nazionale e infanzia, ora che è tornato ad essere un membro fisso della rosa azzurra grazie ai suoi exploit con il Bologna: “Negli ultimi anni - conferma nell’intervista esclusiva rilasciata al microfono di Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale - mi sono tolto tantissime soddisfazioni con la maglia del Bologna, adesso sogno di fare un’altra stagione importante, di segnare altri gol e meritarmi la chiamata al Mondiale. Sarebbe un sogno, ma è anche un obiettivo concreto perché ho tutte le carte in regola per potermi giocare questa chance”.
L'infanzia e la famiglia: “I miei genitori sono stati fondamentali perché mi hanno sempre permesso di fare ciò che mi piaceva, mi hanno dato libertà di esprimermi e non mi hanno privato di niente. Mi hanno accompagnato nel mio percorso, sono sempre stati presenti e lo sono tuttora. Senza di loro probabilmente non sarei dove sono oggi, voglio ringraziarli per tutto ciò che mi hanno insegnato e per i valori che mi hanno trasmesso. La vittoria più grande è aver fatto della mia passione un lavoro e poter far felici tante persone che mi vogliono bene. Ho un rapporto speciale con le mie due nonne, Ida e Tina. Nonna Ida è riuscita anche a venire a qualche partita, allo stadio le ho fatto tenere in braccio la Coppa Italia e mi sono commosso”.
L'esordio ad Ascoli: "Siamo cresciuti tra ginocchia sbucciate e vetri rotti. È stata un’infanzia bellissima, giocando in strada ho imparato tante cose. C’era una serranda che utilizzavamo come porta improvvisata, con il passare degli anni abbiamo finito per distruggerla. Oggi mi sento maturo, sono cresciuto sotto tantissimi punti di vista. Se guardo indietro, a quando ho cominciato a giocare, penso di essere cambiato moltissimo sotto tanti aspetti, in primis dal punto di vista caratteriale e mentale. Con l’età si acquisiscono dei valori importanti, che poi nel calcio sono molto utili”.
L'azzurro: "È stata una delle prime soddisfazioni in maglia azzurra, spero di riuscire a togliermene tante altre. È un orgoglio vestire questi colori, rappresentare un Paese intero. Avere tutti gli occhi puntati addosso è un qualcosa che mi stimola. La prima chiamata? È stato qualcosa di indescrivibile per un ragazzo come me. Sognavo l’azzurro sin da bambino, quando mi sbucciavo le ginocchia in piazza…. Gattuso? Con il mister si è aperto un nuovo ciclo, siamo molto carichi e gasati e sappiamo di avere molte responsabilità perché c’è un Mondiale da conquistare. Ci troviamo a rincorrere e quando si rincorre non è mai facile, ma ce la metteremo tutta. È un dovere morale verso le persone portare l’Italia dove merita. Il mister ci ha dato tanti consigli utili, è presente e partecipe negli allenamenti con la sua grinta. È un valore aggiunto, del resto chi meglio di lui sa come si partecipa e si vince un Mondiale. Penso che siamo sulla strada giusta, dobbiamo continuare a lavorare e farci trovare pronti”.
di Napoli Magazine
18/09/2025 - 13:22
Riccardo Orsolini si racconta tra Nazionale e infanzia, ora che è tornato ad essere un membro fisso della rosa azzurra grazie ai suoi exploit con il Bologna: “Negli ultimi anni - conferma nell’intervista esclusiva rilasciata al microfono di Vivo Azzurro TV in occasione dell’ultimo raduno della Nazionale - mi sono tolto tantissime soddisfazioni con la maglia del Bologna, adesso sogno di fare un’altra stagione importante, di segnare altri gol e meritarmi la chiamata al Mondiale. Sarebbe un sogno, ma è anche un obiettivo concreto perché ho tutte le carte in regola per potermi giocare questa chance”.
L'infanzia e la famiglia: “I miei genitori sono stati fondamentali perché mi hanno sempre permesso di fare ciò che mi piaceva, mi hanno dato libertà di esprimermi e non mi hanno privato di niente. Mi hanno accompagnato nel mio percorso, sono sempre stati presenti e lo sono tuttora. Senza di loro probabilmente non sarei dove sono oggi, voglio ringraziarli per tutto ciò che mi hanno insegnato e per i valori che mi hanno trasmesso. La vittoria più grande è aver fatto della mia passione un lavoro e poter far felici tante persone che mi vogliono bene. Ho un rapporto speciale con le mie due nonne, Ida e Tina. Nonna Ida è riuscita anche a venire a qualche partita, allo stadio le ho fatto tenere in braccio la Coppa Italia e mi sono commosso”.
L'esordio ad Ascoli: "Siamo cresciuti tra ginocchia sbucciate e vetri rotti. È stata un’infanzia bellissima, giocando in strada ho imparato tante cose. C’era una serranda che utilizzavamo come porta improvvisata, con il passare degli anni abbiamo finito per distruggerla. Oggi mi sento maturo, sono cresciuto sotto tantissimi punti di vista. Se guardo indietro, a quando ho cominciato a giocare, penso di essere cambiato moltissimo sotto tanti aspetti, in primis dal punto di vista caratteriale e mentale. Con l’età si acquisiscono dei valori importanti, che poi nel calcio sono molto utili”.
L'azzurro: "È stata una delle prime soddisfazioni in maglia azzurra, spero di riuscire a togliermene tante altre. È un orgoglio vestire questi colori, rappresentare un Paese intero. Avere tutti gli occhi puntati addosso è un qualcosa che mi stimola. La prima chiamata? È stato qualcosa di indescrivibile per un ragazzo come me. Sognavo l’azzurro sin da bambino, quando mi sbucciavo le ginocchia in piazza…. Gattuso? Con il mister si è aperto un nuovo ciclo, siamo molto carichi e gasati e sappiamo di avere molte responsabilità perché c’è un Mondiale da conquistare. Ci troviamo a rincorrere e quando si rincorre non è mai facile, ma ce la metteremo tutta. È un dovere morale verso le persone portare l’Italia dove merita. Il mister ci ha dato tanti consigli utili, è presente e partecipe negli allenamenti con la sua grinta. È un valore aggiunto, del resto chi meglio di lui sa come si partecipa e si vince un Mondiale. Penso che siamo sulla strada giusta, dobbiamo continuare a lavorare e farci trovare pronti”.