A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’avvocato Domenico La Marca. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come valuta il successo del Napoli con il Genoa?
“Non è stata una partita facile, ma ce lo aspettavamo. Il Genoa ha una classifica bugiarda, perché a livello di prestazioni ha spesso fatto molto meglio di quanto dicano i punti, e Vieira sta dimostrando di essere un allenatore molto preparato. Ha lavorato benissimo sui raddoppi sulle fasce e ha avuto il coraggio di giocarsela con l’uno contro uno dietro — cosa non scontata, soprattutto contro una squadra come il Napoli. Detto questo, il primo tempo degli azzurri è stato chiaramente sottotono. Probabilmente ha inciso anche la sfida di Champions, si è vista una squadra poco lucida, che ha faticato molto a superare il pressing del Genoa. E alla prima vera occasione, il Genoa è riuscito a trovare il vantaggio. Poi però nel secondo tempo è cambiato tutto. L’approccio è stato diverso, ma sono stati soprattutto i cambi a fare la differenza. Spinazzola ha dato profondità e ampiezza, ma De Bruyne è stato semplicemente decisivo. Parliamoci chiaro: in Serie A, oggi, pochissime squadre possono permettersi di far riposare un giocatore del suo livello. È entrato e in meno di 45 minuti ha cambiato completamente il volto della partita, prendendosi la squadra sulle spalle e guidandola in una rimonta che, per come si era messa, era tutt’altro che scontata. La qualità alla fine è venuta fuori, e il Napoli ne ha da vendere”.
Hojlund è l’uomo del momento, secondo lei è il grande colpo della nostra Serie A?
"Hojlund è un attaccante di alto livello, questo si sapeva già. È chiaro che affermarsi a Manchester non è semplice — lo abbiamo visto con tanti giocatori che, una volta usciti da quel contesto, sono riusciti poi a esprimere il loro vero potenziale. Nel Napoli, invece, si è inserito subito benissimo, nonostante sia arrivato a fine mercato. Sembra che giochi in questa squadra da mesi, e questo la dice lunga sia sulla sua intelligenza calcistica che sul lavoro dello staff. È un giocatore completo, che dà tanto anche fuori dall’area: sa proteggere palla, fa salire la squadra — contro il Genoa ha fatto ammonire entrambi i suoi marcatori diretti proprio in questo modo — e attacca la profondità con tempi perfetti. Basta guardare l’azione del gol annullato: il movimento è da attaccante vero, il passaggio di De Bruyne è un gioiello, ma la lettura di Hojlund è da centravanti di altissimo livello. E poi sta iniziando a trovare anche gol pesanti. Ha segnato con il Genoa, ha segnato in Champions contro lo Sporting, e dà sempre la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto. Ha ancora margini enormi di miglioramento, ma già oggi è un punto fermo per questo Napoli”.
Come giudica le ultime prestazioni di McTominay?
"Andrei molto cauto nel giudicare McTominay. È vero, nelle ultime partite non ha brillato come nella scorsa stagione, dove è stato spesso decisivo, ma resta un giocatore fondamentale per il Napoli. Limitarsi a valutare il suo contributo solo in termini di gol sarebbe davvero riduttivo. Basta guardare le ultime due partite di campionato, contro Milan e Genoa: a San Siro, ad esempio, era presente con un inserimento importante nell’azione che porta al rigore, ed era stato protagonista anche di un’altra situazione dubbia nel primo tempo. Contro il Genoa ha fatto due ottimi inserimenti, soprattutto il secondo, dove ha avuto una buona chance, anche se non ha impattato bene il pallone. E comunque, da una sua iniziativa nasce il tiro di Anguissa che poi porta al gol di Hojlund In sostanza, anche se non segna, resta dentro la partita con intelligenza e continuità. Il suo lavoro senza palla e la capacità di inserirsi restano armi importanti per Conte”.
Secondo lei i terzini del Napoli rappresentano un punto di forza della squadra di Conte?
"Si è parlato tanto in estate della necessità di trovare un’alternativa valida a Di Lorenzo, e in parte era anche vero, però oggi possiamo dire che il Napoli, sulle fasce, ha forse uno dei suoi punti di forza. È chiaro che serve recuperare il miglior Olivera — quello visto ieri contro il Genoa non è ancora al livello che conosciamo — però la società ha fatto un grande colpo con Gutierrez, che ha mostrato personalità e qualità sin da subito. E poi c’è Spinazzola, che è stato semplicemente impressionante. Parliamo di un giocatore d’esperienza, che può giocare su entrambe le fasce e garantire soluzioni anche a gara in corso. Contro il Genoa il suo ingresso è stato determinante: lo stop sul lancio di Milinkovic-Savic è una giocata da far vedere nei settori giovanili, davvero. E proprio in questa partita si è messo in mostra anche un profilo molto interessante come Norton-Cuffy. Un classe 2004 che ha mostrato personalità, buona gamba, ma anche attenzione nella fase difensiva. È uno di quei giocatori che possono esplodere, e ha un vantaggio importante: conosce già la Serie A e sta crescendo tanto sotto un tecnico come Vieira, che lavora molto bene sulla tattica”.
Come valuta il pari a rete inviolate tra Juventus e Milan?
"Per come si era messa la partita, l’importante per la Juventus era non perdere. Parliamo di una squadra reduce da una sfida europea intensa contro il Villarreal, che ha lasciato inevitabilmente delle scorie, soprattutto a livello mentale. Oltre a questo, mancava Bremer — un pilastro in difesa — e Thuram, che oggi è un punto di riferimento a centrocampo, non era al meglio. Tenendo conto di tutto questo, è stato il Milan ad avere le occasioni migliori: il rigore sbagliato da Pulisic e, so-prattutto, l’occasione clamorosa di Leao a pochi metri da Di Gregorio. Ma il dato che fa riflettere è un altro: si è molto esaltato il mercato offensivo della Juve, ma al momento i risultati non stanno arrivando. Nelle ultime gare, il giocatore più incisivo in zona gol è stato un difensore: Gatti. È una Juventus che fa ancora fatica a trovare una vera identità tattica. Quando non si accendono Yil-diz o Conceição — due ragazzi con talento, ma che non possono ancora reggere da soli il peso dell’attacco — la squadra crea poco. E su questo Tudor dovrà lavorare: dare certezze a un reparto offensivo che ha potenziale, sì, ma che oggi non riesce ancora a incidere con continuità”.
di Napoli Magazine
07/10/2025 - 11:37
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’avvocato Domenico La Marca. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come valuta il successo del Napoli con il Genoa?
“Non è stata una partita facile, ma ce lo aspettavamo. Il Genoa ha una classifica bugiarda, perché a livello di prestazioni ha spesso fatto molto meglio di quanto dicano i punti, e Vieira sta dimostrando di essere un allenatore molto preparato. Ha lavorato benissimo sui raddoppi sulle fasce e ha avuto il coraggio di giocarsela con l’uno contro uno dietro — cosa non scontata, soprattutto contro una squadra come il Napoli. Detto questo, il primo tempo degli azzurri è stato chiaramente sottotono. Probabilmente ha inciso anche la sfida di Champions, si è vista una squadra poco lucida, che ha faticato molto a superare il pressing del Genoa. E alla prima vera occasione, il Genoa è riuscito a trovare il vantaggio. Poi però nel secondo tempo è cambiato tutto. L’approccio è stato diverso, ma sono stati soprattutto i cambi a fare la differenza. Spinazzola ha dato profondità e ampiezza, ma De Bruyne è stato semplicemente decisivo. Parliamoci chiaro: in Serie A, oggi, pochissime squadre possono permettersi di far riposare un giocatore del suo livello. È entrato e in meno di 45 minuti ha cambiato completamente il volto della partita, prendendosi la squadra sulle spalle e guidandola in una rimonta che, per come si era messa, era tutt’altro che scontata. La qualità alla fine è venuta fuori, e il Napoli ne ha da vendere”.
Hojlund è l’uomo del momento, secondo lei è il grande colpo della nostra Serie A?
"Hojlund è un attaccante di alto livello, questo si sapeva già. È chiaro che affermarsi a Manchester non è semplice — lo abbiamo visto con tanti giocatori che, una volta usciti da quel contesto, sono riusciti poi a esprimere il loro vero potenziale. Nel Napoli, invece, si è inserito subito benissimo, nonostante sia arrivato a fine mercato. Sembra che giochi in questa squadra da mesi, e questo la dice lunga sia sulla sua intelligenza calcistica che sul lavoro dello staff. È un giocatore completo, che dà tanto anche fuori dall’area: sa proteggere palla, fa salire la squadra — contro il Genoa ha fatto ammonire entrambi i suoi marcatori diretti proprio in questo modo — e attacca la profondità con tempi perfetti. Basta guardare l’azione del gol annullato: il movimento è da attaccante vero, il passaggio di De Bruyne è un gioiello, ma la lettura di Hojlund è da centravanti di altissimo livello. E poi sta iniziando a trovare anche gol pesanti. Ha segnato con il Genoa, ha segnato in Champions contro lo Sporting, e dà sempre la sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto. Ha ancora margini enormi di miglioramento, ma già oggi è un punto fermo per questo Napoli”.
Come giudica le ultime prestazioni di McTominay?
"Andrei molto cauto nel giudicare McTominay. È vero, nelle ultime partite non ha brillato come nella scorsa stagione, dove è stato spesso decisivo, ma resta un giocatore fondamentale per il Napoli. Limitarsi a valutare il suo contributo solo in termini di gol sarebbe davvero riduttivo. Basta guardare le ultime due partite di campionato, contro Milan e Genoa: a San Siro, ad esempio, era presente con un inserimento importante nell’azione che porta al rigore, ed era stato protagonista anche di un’altra situazione dubbia nel primo tempo. Contro il Genoa ha fatto due ottimi inserimenti, soprattutto il secondo, dove ha avuto una buona chance, anche se non ha impattato bene il pallone. E comunque, da una sua iniziativa nasce il tiro di Anguissa che poi porta al gol di Hojlund In sostanza, anche se non segna, resta dentro la partita con intelligenza e continuità. Il suo lavoro senza palla e la capacità di inserirsi restano armi importanti per Conte”.
Secondo lei i terzini del Napoli rappresentano un punto di forza della squadra di Conte?
"Si è parlato tanto in estate della necessità di trovare un’alternativa valida a Di Lorenzo, e in parte era anche vero, però oggi possiamo dire che il Napoli, sulle fasce, ha forse uno dei suoi punti di forza. È chiaro che serve recuperare il miglior Olivera — quello visto ieri contro il Genoa non è ancora al livello che conosciamo — però la società ha fatto un grande colpo con Gutierrez, che ha mostrato personalità e qualità sin da subito. E poi c’è Spinazzola, che è stato semplicemente impressionante. Parliamo di un giocatore d’esperienza, che può giocare su entrambe le fasce e garantire soluzioni anche a gara in corso. Contro il Genoa il suo ingresso è stato determinante: lo stop sul lancio di Milinkovic-Savic è una giocata da far vedere nei settori giovanili, davvero. E proprio in questa partita si è messo in mostra anche un profilo molto interessante come Norton-Cuffy. Un classe 2004 che ha mostrato personalità, buona gamba, ma anche attenzione nella fase difensiva. È uno di quei giocatori che possono esplodere, e ha un vantaggio importante: conosce già la Serie A e sta crescendo tanto sotto un tecnico come Vieira, che lavora molto bene sulla tattica”.
Come valuta il pari a rete inviolate tra Juventus e Milan?
"Per come si era messa la partita, l’importante per la Juventus era non perdere. Parliamo di una squadra reduce da una sfida europea intensa contro il Villarreal, che ha lasciato inevitabilmente delle scorie, soprattutto a livello mentale. Oltre a questo, mancava Bremer — un pilastro in difesa — e Thuram, che oggi è un punto di riferimento a centrocampo, non era al meglio. Tenendo conto di tutto questo, è stato il Milan ad avere le occasioni migliori: il rigore sbagliato da Pulisic e, so-prattutto, l’occasione clamorosa di Leao a pochi metri da Di Gregorio. Ma il dato che fa riflettere è un altro: si è molto esaltato il mercato offensivo della Juve, ma al momento i risultati non stanno arrivando. Nelle ultime gare, il giocatore più incisivo in zona gol è stato un difensore: Gatti. È una Juventus che fa ancora fatica a trovare una vera identità tattica. Quando non si accendono Yil-diz o Conceição — due ragazzi con talento, ma che non possono ancora reggere da soli il peso dell’attacco — la squadra crea poco. E su questo Tudor dovrà lavorare: dare certezze a un reparto offensivo che ha potenziale, sì, ma che oggi non riesce ancora a incidere con continuità”.