Calcio
L'EX TORINO - Junior: "Non è una piazza difficile, il successore di Juric dovrà capirlo"
22.05.2024 09:21 di Napoli Magazine

Attraverso le colonne de La Stampa, l'ex giocatore del Torino Leo Junior ha parlato delle guida tecnica granata tra presente futuro: "Non è una sorpresa che Juric e il Toro si siano detti addio. Capita e non c’è niente di strano. Ormai gli allenatori fanno un buon lavoro e poi se ne vanno a caccia di nuove missioni, non è certo l’unico a comportarsi così. L’importante è che chiunque sia il successore capisca subito in che posto è arrivato. Non so chi ci vorrebbe dopo il croato, con la sua partenza è finito un progetto. Uno com’era Radice ai miei tempi non penso che sarebbe adatto, il calcio è cambiato molto da quando andavano di moda i «sergenti di ferro». Adesso bisogna avere più sensibilità nel rapporto con i calciatori, ma anche con la tifoseria. Dà poco amore? Ma non scherziamo, è una piazza eccezionale. L’ho vissuta in modo profondo e ancora adesso la vivo, anche se sono in Brasile: seguo sempre i granata quando posso. La verità è che è la squadra a dover dare un ritorno ai tifosi. Più che una vittoria, chiedono che non risparmi mai il sudore. L’attaccamento a certi valori: il Toro non è come gli altri. Bisogna rappresentare lo spirito granata fino alla fine".

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L'EX TORINO - Junior: "Non è una piazza difficile, il successore di Juric dovrà capirlo"

di Napoli Magazine

22/05/2024 - 09:21

Attraverso le colonne de La Stampa, l'ex giocatore del Torino Leo Junior ha parlato delle guida tecnica granata tra presente futuro: "Non è una sorpresa che Juric e il Toro si siano detti addio. Capita e non c’è niente di strano. Ormai gli allenatori fanno un buon lavoro e poi se ne vanno a caccia di nuove missioni, non è certo l’unico a comportarsi così. L’importante è che chiunque sia il successore capisca subito in che posto è arrivato. Non so chi ci vorrebbe dopo il croato, con la sua partenza è finito un progetto. Uno com’era Radice ai miei tempi non penso che sarebbe adatto, il calcio è cambiato molto da quando andavano di moda i «sergenti di ferro». Adesso bisogna avere più sensibilità nel rapporto con i calciatori, ma anche con la tifoseria. Dà poco amore? Ma non scherziamo, è una piazza eccezionale. L’ho vissuta in modo profondo e ancora adesso la vivo, anche se sono in Brasile: seguo sempre i granata quando posso. La verità è che è la squadra a dover dare un ritorno ai tifosi. Più che una vittoria, chiedono che non risparmi mai il sudore. L’attaccamento a certi valori: il Toro non è come gli altri. Bisogna rappresentare lo spirito granata fino alla fine".