Raoul Bellanova, esterno del Torino, ha parlato a Sky Sport dopo il successo in casa dell'Udinese: "All'inizio stavo faticando un po' a ingranare, penso che il minimo da fare oggi fosse non pensare alla Nazionale, ma a questa partita. Da domani posso iniziare a pensare all'azzurro, Sto raccogliendo i frutti della mia crescita? Ho avuto la fortuna di crescere tanto, a livello europeo ti confronti con giocatori giovani che giocano già nei campionati big. I ritmi sono altissimi, non c'è tempo per pensare e questa cosa mi ha aiutato tanto. Inter? Diciamo che San Siro non è uno stadio facile, per me come per chiunque. Penso che dopo la partita con l'Empoli in casa ho avuto uno switch mentale: ho passato un brutto periodo, grazie ai miei compagni e a me stesso sono cresciuto. Poi penso di aver dimostrato il mio valore, ho giocato anche una finale di Champions… Da un certo punto in poi è stato tutto più facile: avrei preferito avere più minutaggio, ma ognuno fa le sue scelte e alla fine credo che la separazione abbia fatto bene a entrambi. In cosa il gioco e il lavoro fatto con Juric possono aiutarmi in azzurro? Penso che il mister sia stato fondamentale, ha lavorato nei minimi dettagli: la corsa non mi è mai mancata, ma avevo un po' di disattenzioni difensive e ha cercato di migliorarmi, nonostante i miei blackout ce li abbia ancora ogni tanto. Abbiamo lavorato, insieme ai compagni, per trovare la sintonia giusta: a me piace tagliare alle spalle del terzino e prima non ci riuscivamo bene. Penso di essere migliorato veramente tanto quest'anno, anche sui cross. Ci sono state tante cose, ma la principale è stata quella mentale".
di Napoli Magazine
16/03/2024 - 18:15
Raoul Bellanova, esterno del Torino, ha parlato a Sky Sport dopo il successo in casa dell'Udinese: "All'inizio stavo faticando un po' a ingranare, penso che il minimo da fare oggi fosse non pensare alla Nazionale, ma a questa partita. Da domani posso iniziare a pensare all'azzurro, Sto raccogliendo i frutti della mia crescita? Ho avuto la fortuna di crescere tanto, a livello europeo ti confronti con giocatori giovani che giocano già nei campionati big. I ritmi sono altissimi, non c'è tempo per pensare e questa cosa mi ha aiutato tanto. Inter? Diciamo che San Siro non è uno stadio facile, per me come per chiunque. Penso che dopo la partita con l'Empoli in casa ho avuto uno switch mentale: ho passato un brutto periodo, grazie ai miei compagni e a me stesso sono cresciuto. Poi penso di aver dimostrato il mio valore, ho giocato anche una finale di Champions… Da un certo punto in poi è stato tutto più facile: avrei preferito avere più minutaggio, ma ognuno fa le sue scelte e alla fine credo che la separazione abbia fatto bene a entrambi. In cosa il gioco e il lavoro fatto con Juric possono aiutarmi in azzurro? Penso che il mister sia stato fondamentale, ha lavorato nei minimi dettagli: la corsa non mi è mai mancata, ma avevo un po' di disattenzioni difensive e ha cercato di migliorarmi, nonostante i miei blackout ce li abbia ancora ogni tanto. Abbiamo lavorato, insieme ai compagni, per trovare la sintonia giusta: a me piace tagliare alle spalle del terzino e prima non ci riuscivamo bene. Penso di essere migliorato veramente tanto quest'anno, anche sui cross. Ci sono state tante cose, ma la principale è stata quella mentale".