La sezione Parole, Teatro & Musica della 27ª edizione di Flautissimo, il festival romano diretto da Stefano Cioffi e organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto, si avvia alla conclusione con due appuntamenti d’eccezione: Fabrizio Bentivoglio al Teatro India con Piccolo almanacco dell’attore e Lucia Mascino al Teatro Torlonia con Teresa la notte.
Lunedì 8 dicembre, alle ore 18 al Teatro India, Fabrizio Bentivoglio debutta a Roma con il suo Piccolo almanacco dell’attore.
Avete mai pensato a cosa significhi davvero “fare l’attore”? In Piccolo almanacco dell’attore, Fabrizio Bentivoglio sceglie la via più semplice e più difficile: raccontarsi con umiltà. Non c’è cattedra e non ci sono lezioni, ma una narrazione che intreccia vita e teatro, memoria e presente. Con ironia e delicatezza, Bentivoglio apre al pubblico il suo percorso, mostrando che l’arte dell’attore non è mai una conquista definitiva, ma un continuo ricominciare. Un viaggio intimo e universale allo stesso tempo, che ci ricorda come il palcoscenico sia soprattutto un luogo di ascolto, di condivisione e di meraviglia. Lo spettacolo, prodotto e distribuito da Elena Marazzita per AidaStudioProduzioni, è tratto dall’omonimo libro edito da Baldini+Castoldi.
Il libro. Fabrizio Bentivoglio, uno dei più grandi e amati interpreti italiani di cinema e teatro, raccoglie in questo libro poetico una serie di insegnamenti pratici e morali dedicati a coloro che decidono di intraprendere la professione attoriale. Bentivoglio si avvale costantemente di episodi della propria vita, riuscendo a imprimere all’opera anche un racconto a suo modo autobiografico: dagli studi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica, attraverso gli anni di lavoro a teatro, fino all’approdo al cinema, ricordando colleghi che sono stati per lui fonte di insegnamento e ammirazione – come Gian Maria Volonté e Diego Abatantuono – e registi che sono riusciti a creare, insieme ai loro interpreti, delle vere e proprie famiglie allargate – Gabriele Salvatores e Carlo Mazzacurati tra tutti. Tante sono le gemme di questo almanacco, pietre fondanti di un mestiere tanto ineffabile quanto concreto, come, per esempio, l’invisibilità dell’attore (che deve sparire nel suo personaggio), la pazienza e la perseveranza, il rifiuto dell’improvvisazione, l’importanza di interiorizzare la propria arte, la conoscenza delle lingue e dei dialetti e quella degli altri saperi artistici. Un manuale prezioso e dal forte impatto didattico, eppure umile, sensibile, quasi confessionale, testimonianza di vita e al contempo omaggio alla sacralità della scena e di chi ha saputo calcarla, con uno sguardo impavido e generoso sulla nudità dell’uomo che sta dietro l’attore.
Mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre al Teatro Torlonia, alle ore 20.30, andrà in scena la prima assoluta di Teresa la notte di Paola Galassi, letta da Lucia Mascino con la regia di Giampiero Solari e le musiche originali di Stefano Fresi. Una Produzione Flautissimo/Stefano Cioffi.
Milano. Una pioggia fitta scivola sui parabrezza e riflette luci tremolanti. Teresa guida tra il traffico, rientra a casa tardi, prepara cene, fa liste della spesa, accompagna le figlie a scuola. Una vita fatta di piccoli gesti, rassicuranti nella loro apparente normalità. Ma basta poco perché questo fragile equilibrio si spezzi: un collega affascinante, un dettaglio che non torna, il buio di uno schermo. La vita di Teresa precipita nel buco nero della rete, un labirinto di identità segrete e minacce silenziose che sembrano intangibili… e invece sono vicinissime. In scena, la notte è protagonista assoluta: amplifica i rumori, ingigantisce i sospetti, trasforma la città in un dedalo di ombre. Teresa, donna e madre, è costretta a guardare in faccia una violenza che lacera e travolge, mettendo alla prova il suo istinto di protezione. È un viaggio psicologico serrato, dove l’universo stesso diventa specchio: stelle, pianeti e buchi neri si intrecciano al caos umano, rivelando che bene e male convivono nella stessa vertigine. Teresa la notte è un thriller teatrale di potente attualità: un racconto teso e poetico che trascina lo spettatore oltre la superficie del quotidiano, facendolo precipitare in una spirale di segreti e paura. Paola Galassi firma un monologo tagliente e avvolgente, dove la routine si infrange, la fiducia si sgretola e il buio diventa uno specchio impietoso. Una storia al femminile che ci interroga senza tregua: quanto siamo davvero al sicuro? E cosa siamo pronti a fare per difendere chi amiamo?
Note dell’Autrice. “Teresa la notte” nasce in un tempo sospeso, dentro l’abitacolo di un’auto, in una sera piovosa sulla tangenziale di Milano. La pioggia, la coda, la radio accesa. Poi una notizia: l’ennesima tragedia, la storia di una bambina di sei anni abusata e gettata dall’ottavo piano da un mostro, e nessuno a proteggerla. Ricordo il gelo, il respiro che si ferma, le gocce sul parabrezza che diventano vermi. Da quella frattura interiore è iniziato un viaggio narrativo che non ho più potuto interrompere. Teresa è una donna qualunque, una madre che rincorre il quotidiano, le cene da preparare, le figlie da crescere, il lavoro da tenere in piedi. Ma dietro questa apparente normalità si insinua il buio, fatto di paure, di segreti, di violenza che dilaga silenziosa. La notte, amplificando ogni sospetto, diventa lo specchio di quell’orrore che spesso ci sembra lontano e invece ci sfiora da vicino. Un orrore che non si manifesta solo nei fatti di cronaca, ma anche nei luoghi oscuri che si annidano nel mondo di internet: labirinti invisibili dove identità e mostri si confondono, dove il pericolo entra in casa senza bussare. Scrivendo questo monologo ho cercato di raccontare non solo la cronaca, ma il suo riverbero nelle vite private, nell’immaginario di una donna che lotta tra fragilità e coraggio. Ho intrecciato il quotidiano e il cosmico, la tangenziale e le galassie, i buchi neri reali e quelli metaforici. Perché a volte l’universo ci sembra più semplice da comprendere dell’abisso umano. “Teresa la notte” è per me un atto di resistenza e di testimonianza: un modo per dare voce a quell’urlo che, quella sera, non potevo esprimere se non scrivendo. Paola Galassi
Note di Regia. “Teresa la notte è un racconto in prima persona che, attraverso la voce intensa di Teresa – interpretata da Lucia Mascino – trascina lo spettatore dentro una vicenda dinamica, attraversata da luoghi, incontri ed emozioni in rapido movimento. La scena, volutamente essenziale, lascia spazio al dialogo fra parola e musica. La colonna sonora originale composta e diretta da Stefano Fresi diventa una vera e propria “scenografia musicale”: un controcanto emotivo che suggerisce ambienti e atmosfere, amplificando la visione interna della protagonista.
Il lavoro condiviso con la drammaturga Paola Galassi e con l’interprete ha permesso di costruire una sintesi narrativa capace di restituire la complessità del racconto con la stessa forza immersiva di un romanzo o di un film, restando pienamente nel linguaggio del teatro. La mia regia ha cercato soprattutto la verità emotiva di Teresa: il suo sguardo, la sua fragilità e la sua forza davanti a una vicenda dolorosamente riconoscibile nella nostra contemporaneità. In quella verità credo risieda la possibilità di far risuonare la sua storia dentro ogni spettatore.” Giampiero Solari
La ventisettesima edizione di "Flautissimo Festival. Tutto quello che avrei voluto dirti… o quasi" è promossa e sostenuta dall'Assessorato alla Cultura di Roma in collaborazione con l’Accademia Italiana del Flauto e con il supporto di Zètema Progetto Cultura. La manifestazione, sotto la direzione artistica di Stefano Cioffi, è realizzata, inoltre, con il contributo della Regione Lazio e in collaborazione con Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e il Teatro di Roma.
di Napoli Magazine
05/12/2025 - 11:21
La sezione Parole, Teatro & Musica della 27ª edizione di Flautissimo, il festival romano diretto da Stefano Cioffi e organizzato dall’Accademia Italiana del Flauto, si avvia alla conclusione con due appuntamenti d’eccezione: Fabrizio Bentivoglio al Teatro India con Piccolo almanacco dell’attore e Lucia Mascino al Teatro Torlonia con Teresa la notte.
Lunedì 8 dicembre, alle ore 18 al Teatro India, Fabrizio Bentivoglio debutta a Roma con il suo Piccolo almanacco dell’attore.
Avete mai pensato a cosa significhi davvero “fare l’attore”? In Piccolo almanacco dell’attore, Fabrizio Bentivoglio sceglie la via più semplice e più difficile: raccontarsi con umiltà. Non c’è cattedra e non ci sono lezioni, ma una narrazione che intreccia vita e teatro, memoria e presente. Con ironia e delicatezza, Bentivoglio apre al pubblico il suo percorso, mostrando che l’arte dell’attore non è mai una conquista definitiva, ma un continuo ricominciare. Un viaggio intimo e universale allo stesso tempo, che ci ricorda come il palcoscenico sia soprattutto un luogo di ascolto, di condivisione e di meraviglia. Lo spettacolo, prodotto e distribuito da Elena Marazzita per AidaStudioProduzioni, è tratto dall’omonimo libro edito da Baldini+Castoldi.
Il libro. Fabrizio Bentivoglio, uno dei più grandi e amati interpreti italiani di cinema e teatro, raccoglie in questo libro poetico una serie di insegnamenti pratici e morali dedicati a coloro che decidono di intraprendere la professione attoriale. Bentivoglio si avvale costantemente di episodi della propria vita, riuscendo a imprimere all’opera anche un racconto a suo modo autobiografico: dagli studi alla Civica Scuola d’Arte Drammatica, attraverso gli anni di lavoro a teatro, fino all’approdo al cinema, ricordando colleghi che sono stati per lui fonte di insegnamento e ammirazione – come Gian Maria Volonté e Diego Abatantuono – e registi che sono riusciti a creare, insieme ai loro interpreti, delle vere e proprie famiglie allargate – Gabriele Salvatores e Carlo Mazzacurati tra tutti. Tante sono le gemme di questo almanacco, pietre fondanti di un mestiere tanto ineffabile quanto concreto, come, per esempio, l’invisibilità dell’attore (che deve sparire nel suo personaggio), la pazienza e la perseveranza, il rifiuto dell’improvvisazione, l’importanza di interiorizzare la propria arte, la conoscenza delle lingue e dei dialetti e quella degli altri saperi artistici. Un manuale prezioso e dal forte impatto didattico, eppure umile, sensibile, quasi confessionale, testimonianza di vita e al contempo omaggio alla sacralità della scena e di chi ha saputo calcarla, con uno sguardo impavido e generoso sulla nudità dell’uomo che sta dietro l’attore.
Mercoledì 10 e giovedì 11 dicembre al Teatro Torlonia, alle ore 20.30, andrà in scena la prima assoluta di Teresa la notte di Paola Galassi, letta da Lucia Mascino con la regia di Giampiero Solari e le musiche originali di Stefano Fresi. Una Produzione Flautissimo/Stefano Cioffi.
Milano. Una pioggia fitta scivola sui parabrezza e riflette luci tremolanti. Teresa guida tra il traffico, rientra a casa tardi, prepara cene, fa liste della spesa, accompagna le figlie a scuola. Una vita fatta di piccoli gesti, rassicuranti nella loro apparente normalità. Ma basta poco perché questo fragile equilibrio si spezzi: un collega affascinante, un dettaglio che non torna, il buio di uno schermo. La vita di Teresa precipita nel buco nero della rete, un labirinto di identità segrete e minacce silenziose che sembrano intangibili… e invece sono vicinissime. In scena, la notte è protagonista assoluta: amplifica i rumori, ingigantisce i sospetti, trasforma la città in un dedalo di ombre. Teresa, donna e madre, è costretta a guardare in faccia una violenza che lacera e travolge, mettendo alla prova il suo istinto di protezione. È un viaggio psicologico serrato, dove l’universo stesso diventa specchio: stelle, pianeti e buchi neri si intrecciano al caos umano, rivelando che bene e male convivono nella stessa vertigine. Teresa la notte è un thriller teatrale di potente attualità: un racconto teso e poetico che trascina lo spettatore oltre la superficie del quotidiano, facendolo precipitare in una spirale di segreti e paura. Paola Galassi firma un monologo tagliente e avvolgente, dove la routine si infrange, la fiducia si sgretola e il buio diventa uno specchio impietoso. Una storia al femminile che ci interroga senza tregua: quanto siamo davvero al sicuro? E cosa siamo pronti a fare per difendere chi amiamo?
Note dell’Autrice. “Teresa la notte” nasce in un tempo sospeso, dentro l’abitacolo di un’auto, in una sera piovosa sulla tangenziale di Milano. La pioggia, la coda, la radio accesa. Poi una notizia: l’ennesima tragedia, la storia di una bambina di sei anni abusata e gettata dall’ottavo piano da un mostro, e nessuno a proteggerla. Ricordo il gelo, il respiro che si ferma, le gocce sul parabrezza che diventano vermi. Da quella frattura interiore è iniziato un viaggio narrativo che non ho più potuto interrompere. Teresa è una donna qualunque, una madre che rincorre il quotidiano, le cene da preparare, le figlie da crescere, il lavoro da tenere in piedi. Ma dietro questa apparente normalità si insinua il buio, fatto di paure, di segreti, di violenza che dilaga silenziosa. La notte, amplificando ogni sospetto, diventa lo specchio di quell’orrore che spesso ci sembra lontano e invece ci sfiora da vicino. Un orrore che non si manifesta solo nei fatti di cronaca, ma anche nei luoghi oscuri che si annidano nel mondo di internet: labirinti invisibili dove identità e mostri si confondono, dove il pericolo entra in casa senza bussare. Scrivendo questo monologo ho cercato di raccontare non solo la cronaca, ma il suo riverbero nelle vite private, nell’immaginario di una donna che lotta tra fragilità e coraggio. Ho intrecciato il quotidiano e il cosmico, la tangenziale e le galassie, i buchi neri reali e quelli metaforici. Perché a volte l’universo ci sembra più semplice da comprendere dell’abisso umano. “Teresa la notte” è per me un atto di resistenza e di testimonianza: un modo per dare voce a quell’urlo che, quella sera, non potevo esprimere se non scrivendo. Paola Galassi
Note di Regia. “Teresa la notte è un racconto in prima persona che, attraverso la voce intensa di Teresa – interpretata da Lucia Mascino – trascina lo spettatore dentro una vicenda dinamica, attraversata da luoghi, incontri ed emozioni in rapido movimento. La scena, volutamente essenziale, lascia spazio al dialogo fra parola e musica. La colonna sonora originale composta e diretta da Stefano Fresi diventa una vera e propria “scenografia musicale”: un controcanto emotivo che suggerisce ambienti e atmosfere, amplificando la visione interna della protagonista.
Il lavoro condiviso con la drammaturga Paola Galassi e con l’interprete ha permesso di costruire una sintesi narrativa capace di restituire la complessità del racconto con la stessa forza immersiva di un romanzo o di un film, restando pienamente nel linguaggio del teatro. La mia regia ha cercato soprattutto la verità emotiva di Teresa: il suo sguardo, la sua fragilità e la sua forza davanti a una vicenda dolorosamente riconoscibile nella nostra contemporaneità. In quella verità credo risieda la possibilità di far risuonare la sua storia dentro ogni spettatore.” Giampiero Solari
La ventisettesima edizione di "Flautissimo Festival. Tutto quello che avrei voluto dirti… o quasi" è promossa e sostenuta dall'Assessorato alla Cultura di Roma in collaborazione con l’Accademia Italiana del Flauto e con il supporto di Zètema Progetto Cultura. La manifestazione, sotto la direzione artistica di Stefano Cioffi, è realizzata, inoltre, con il contributo della Regione Lazio e in collaborazione con Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e il Teatro di Roma.