Cultura & Gossip
L'ATTORE - Covatta: "Ricordo la festa scudetto del Napoli, ero in piazza con le bandiere"
30.11.2021 17:15 di Napoli Magazine

Giobbe Covatta, noto attore partenopeo, è intervenuto ai microfoni de "I Tirapietre", sulle frequenze di Radio Amore Campania: "Ciarlare sulla città di Napoli? Già la parola ciarlare è di per sè da Oscar. Sono discorsi futili, per la spiegazione di questa parola usate Wikipedia (ride, ndr.). Retorica sulla città e la morte di Maradona? La retorica a me non è mai piaciuta applicata a nulla. E' un evidente sintomo di ignoranza della cosa di cui si sta parlando. Lascerei alla cronaca, non alla cultura. Ricordi di Maradona? Io sono agnostico, non sono tifoso di nessuna squadra di calcio. Quello che mi ricordo è la festa scudetto del Napoli, stavo in piazza con le bandiere. Un fatto sociale, ma dello scudetto mi interessava poco perché non sono tifoso. Era un'occasione di grande socialità, come lo sono sempre state le manifestazioni popolari. Un sintomi di unità, di un sentimento. Frase "abbasso il razzismo, abbasso il napoletano"? A noi la Lega sembrava una cosa marginale, un gruppo di pazzoidi. Cavalcavamo la situazione facendo finta di essere leghisti e ce l'avevamo coi napoletani. Sapete che a Napoli ad un certo punto è nato un comitato che ci voleva uccidere, perché non avevano capito il nostro intento. Siamo stati dei precursori (ride, ndr.). Un artista a cui sono molto legato? Personalmente Enzo Iacchetti e Francesco Paolantoni, i due personaggi a cui sono molto legato, tante volte prima di entrare sul palcoscenico ci siamo guardati e detti: "A chello ca vene, vene". Vi racconto un aneddoto, la mia carriera è iniziata come animatore di villaggi turistici, a fine serata andavamo spesso a mangiare la pizza, quando tutti dormivano, una volta finita la tarantella. Stavo mangiando, ognuno faceva i fatti suoi, entrano due signori, uno fa all'altro: "Ma quello è Giobbe Covatta? Si sta facendo una pizza", il marito risponde: "E certo, è napoletano...", per tornare al fatto degli stereotipi e dei luoghi comuni. Amref? Stiamo tentando di promuovere i vaccini nel terzo mondo e nei paesi meno sviluppati, qualsiasi aiuto può arrivare in questa direzione, a noi fa grande piacere".

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L'ATTORE - Covatta: "Ricordo la festa scudetto del Napoli, ero in piazza con le bandiere"

di Napoli Magazine

30/11/2024 - 17:15

Giobbe Covatta, noto attore partenopeo, è intervenuto ai microfoni de "I Tirapietre", sulle frequenze di Radio Amore Campania: "Ciarlare sulla città di Napoli? Già la parola ciarlare è di per sè da Oscar. Sono discorsi futili, per la spiegazione di questa parola usate Wikipedia (ride, ndr.). Retorica sulla città e la morte di Maradona? La retorica a me non è mai piaciuta applicata a nulla. E' un evidente sintomo di ignoranza della cosa di cui si sta parlando. Lascerei alla cronaca, non alla cultura. Ricordi di Maradona? Io sono agnostico, non sono tifoso di nessuna squadra di calcio. Quello che mi ricordo è la festa scudetto del Napoli, stavo in piazza con le bandiere. Un fatto sociale, ma dello scudetto mi interessava poco perché non sono tifoso. Era un'occasione di grande socialità, come lo sono sempre state le manifestazioni popolari. Un sintomi di unità, di un sentimento. Frase "abbasso il razzismo, abbasso il napoletano"? A noi la Lega sembrava una cosa marginale, un gruppo di pazzoidi. Cavalcavamo la situazione facendo finta di essere leghisti e ce l'avevamo coi napoletani. Sapete che a Napoli ad un certo punto è nato un comitato che ci voleva uccidere, perché non avevano capito il nostro intento. Siamo stati dei precursori (ride, ndr.). Un artista a cui sono molto legato? Personalmente Enzo Iacchetti e Francesco Paolantoni, i due personaggi a cui sono molto legato, tante volte prima di entrare sul palcoscenico ci siamo guardati e detti: "A chello ca vene, vene". Vi racconto un aneddoto, la mia carriera è iniziata come animatore di villaggi turistici, a fine serata andavamo spesso a mangiare la pizza, quando tutti dormivano, una volta finita la tarantella. Stavo mangiando, ognuno faceva i fatti suoi, entrano due signori, uno fa all'altro: "Ma quello è Giobbe Covatta? Si sta facendo una pizza", il marito risponde: "E certo, è napoletano...", per tornare al fatto degli stereotipi e dei luoghi comuni. Amref? Stiamo tentando di promuovere i vaccini nel terzo mondo e nei paesi meno sviluppati, qualsiasi aiuto può arrivare in questa direzione, a noi fa grande piacere".