Agenda settimanale dal 25 al 31 marzo 2019 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano.
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Martedì 26 marzo, ore 21.00
Teatro Carlo Gesualdo di Avellino
info 0825771620, 3892932553
Giovedì 28 marzo, ore 21.00
Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco
Info 0818843409
Sabato 30 marzo, ore 20.45
(alle ore 18.30, Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca saranno ospiti della Distilleria Feltrinelli di Via Roma 281, Pomigliano D’Arco), per un incontro con il pubblico
Teatro Segreto
presenta
Ferdinando
di Annibale Ruccello
con
Gea Martire, Donna Clotilde
Chiara Baffi, Gesualda
Fulvio Cauteruccio, Don Catellino
Francesco Roccasecca, Ferdinando
costumi Carlo Poggioli, scenografia Luigi Ferrigno
consulenza musicale Marco Betta, progetto luci Nadia Baldi
aiuto regia Rossella Pugliese, organizzazione Sabrina Codato
foto in videoproiezione Davide Scognamiglio
regia Nadia Baldi
Nadia Baldi firma la regia di Ferdinando, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena.
Lo spettacolo sarà, poi, in scena a Roma al Piccolo Eliseo dal 18 ottobre al 5 novembre.
Donna Clotilde (Gea Martire), baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda (Chiara Baffi), che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino (Fulvio Cauteruccio), un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando (Francesco Roccasecca), un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
Ferdinando contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. Ferdinando si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana.
Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante.
Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi disvelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori.
Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato.
Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria.
Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità.
Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze.”
Nadia Baldi
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 28 a domenica 31 marzo
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Fondazione Teatro della Toscana
presentano
Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini
in
Dracula
adattamento teatrale di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Margherita Laterza
scene Gregorio Botta
costumi Chiara Aversano
musiche Giuseppe Vadalá
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
regia Sergio Rubini
Dopo il Grande Successo di “Delitto/Castigo” Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi si cimentano in una nuova riscrittura di un altro capolavoro della letteratura, l’ultimo grande romanzo gotico: Dracula.
Dracula è prima di tutto un viaggio notturno verso l’ignoto. Un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia, e cavalli dalle narici infuocate. Ai bordi della strada numerose croci.
A compiere il viaggio è il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di un appartamento a Londra da parte del Conte Dracula.
Il giovane avvocato non sa la sciagura che lo attende ma immediatamente, appena ha inizio il suo viaggio, si ritrova avvolto in un clima di mistero e di scongiuri. Quando giunge a Castel Dracula si ritrova al cospetto di un uomo vestito di nero, dagli occhi sporgenti e troppo rossi, dai denti troppo bianchi e aguzzi, dalle mani troppo grandi e le dita così affilate che sembrano artigli.
Un pallore eccesivo che lo fa assomigliare più a un morto. È proprio in questo clima di illusione, di oscurità e paura che sarà calato colui che si accosta al cancello del suo castello, come chi sopraggiunto nell’Ade comprende a poco a poco di essere finito in una tomba.
Ed è quindi questo il fulcro della rappresentazione: da una monumentale scala posta al centro della scena i personaggi scenderanno in un luogo frastagliato da ombre e disseminato di specchi che non riflettono immagini ma solo paure.
Una dimensione dove il buio prevarrà sulla luce, il chiarore ferirà come una lama lo sguardo, il cupo battere di una pendola segnerà il tempo del non ritorno, uno scricchiolio precederà una caduta e il silenzio l’arrivo della bestia che azzanna e uccide.
Una realtà malata dove sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà impossibile uscirne vivi.
Perché di quell’oscurità ogni individuo è portatore e il racconto di Dracula ci offre l’opportunità di scoperchiare il mostro che si cela in ognuno di noi mettendoci a confronto con i nostri più profondi e ancestrali misteri.
Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
info 0818786165
Venerdì 29 marzo, ore 21.00
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Sabato 30 marzo, ore 18.00 e ore 21.00
Teatro Comunale di Lacedonia
info 3346632836 - 3337448095
Domenica 31 marzo, ore 20.45
Luscar Produzioni Teatrali
presenta
Gino Rivieccio in
Cavalli di ritorno 2.0
scritto da Riccardo Cassini, Gustavo Verde, Gino Rivieccio, Gianni Puca
con Rosario Minervini e Paola Bocchetti
e con la partecipazione in video di Giovanni Esposito
direzione artistica Enzo Liguori, musiche e arrangiamenti Antonello Cascone
scene Vittorio Barresi realizzate da Quintessenza, costumi Sandra Banco
contributi video Alessio De Francesco, supervisione tecnica Andrea Genovese
audio e luci Mimmo Eventi
regia Gino Rivieccio
Cosa accadrebbe se a un attore venisse rubata la sua identità? E come vi comportereste se il delinquent,e entrando nella vostra privacy, si vantasse di avervi incastrato e vi obbligasse a fare quello che vuole? E' quello che succede in teatro a Gino Rivieccio, la cui vita viene presa di mira online da un fan che si impadronisce dei suoi dati e del suo profilo, per sbeffeggiarlo e ricattarlo davanti agli occhi di tutti.
Il nostro protagonista non può neanche ribellarsi, perché il ladro minaccia di farlo sparire dal web e da tutto quello che si può gestire attraverso la rete: ovverossia l'universo.
Sono questi, ed altri ancora, gli ingredienti del nuovo spettacolo di Gino Rivieccio, scritto dalla coppia Riccardo Cassini e Gustavo Verde con la collaborazione di Gianni Puca e dello stesso Rivieccio, che ne firma anche la regia.
Lo show, in versione aggiornata, propone i nuovi fatti di cronaca, di politica e di costume, che hanno reso gli ultimi mesi pieni di spunti e di sorprese da portare in scena.
Insomma dopo i cavalli di razza, i cavalli dei pantaloni, i cavalli di Troia e i cavalli di battaglia è il momento di ridere e divertirsi con i "Cavalli di ritorno".
Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
Info 0818577725 – 3337361628
Da venerdì 29 a domenica 31 marzo
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)
Tradizione e Turismo e AG Spettacoli
in collaborazione con
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presentano
Biagio Izzo
in
I Fiori del Latte
di Eduardo Tartaglia
con
Mario Porfito, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Stefano Meglio, Ivan Senin
luci Gigi Ascione, scene Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Napolitano, musiche Mariano Bellopede
produzione esecutiva Giacomo Monda
regia Giuseppe Miale di Mauro
“Se un’idea non ha significato e utilità sociale non m’interessa lavorarci sopra.”
Molto probabilmente Tartaglia ha colto in pieno queste parole di Eduardo De Filippo quando ha scritto I Fiori del Latte.
Infatti, in questa commedia (come ci ha insegnato il grande Eduardo) si riesce a ridere pur affrontando un tema di grande attualità e riflessione sociale.
La terra dei fuochi.
La storia è ambientata in un caseificio di prossima apertura che si trova in un paese inventato (Casal di sotto Scalo) in cui due cugini, Aniello e Costantino, dopo anni di sacrifici decidono d’investire tutti i loro risparmi in un’azienda che punta a diventare un modello biologico, un’oasi ecologica dove ogni prodotto è naturale, senza additivi chimici o altre diavolerie.
Un caseificio, insomma, che mira a diventare fore all’occhiello di una zona nota alle cronache per lo sversamento dei rifiuti tossici.
Purtroppo, però, alla vigilia dell’inaugurazione i due cugini scopriranno che sotto il recinto delle bufale ci sono dei bidoni sospetti che potrebbero rovinare il loro sogno biologico.
Questa scoperta attanaglierà i due protagonisti in un vortice di dubbi.
Cosa fare? Denunciare tutto e far chiudere l’azienda ancor prima che apra, oppure fare finta di niente e continuare con questo spettro terribile che divora le loro coscienze?
La forza di questa commedia sta proprio nella capacità di affrontare un tema così attuale e scottante mescolando sempre il divertimento e la comicità con la riflessione e il sociale, senza mai cadere in facili moralismi o in giudizi banali.
La scrittura di Tartaglia riesce a smontare con grande ironia e forza comica la dolorosa scoperta di una vita avvelenata da scelte complicate. Con tutta la sincerità e la semplicità che ci regalano questi due “vaccari” napoletani alle prese con rimorsi di coscienza apparentemente insuperabili.
Sarà l’arrivo di una donna (ex fidanzata di Aniello) che nasconde una notizia sconvolgente, a dare la forza per affrontare un destino più grande di loro e raccogliere i frutti che i due cugini hanno coltivato con onestà per una vita intera.
Giuseppe Miale di Mauro
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051
Sabato 30, ore 20.45, e domenica 31 marzo, ore 18.00
Goldenart Production
presenta
Alessandro Haber, Lucrezia Lante Della Rovere
in
Il Padre
di Florian Zeller
con David Sebasti
Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris
scene Gianluca Amodio, musiche Antonio Di Pofi
costumi Alessandro Lai, disegno luci Umile Vainieri
foto Tommaso Le Pera
regia Piero Maccarinelli
Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza.
Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita.
Le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza. La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia.
Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone.
Con grande abilità l’autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il nostro protagonista incappa, il quale perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, ci coinvolge con grande emozione in questo percorso dolorosamente poetico.
Per circa un’ora e trenta, gli attori si muovono in uno spazio mutevole e raccontano, con delicatezza, ma allo stesso tempo, con il sorriso e l’ ironia, il viaggio nei meandri di una mente corrotta dalla malattia, spaesata e confusa.
Lo spettatore si ritrova a vivere la realtà con gli occhi del protagonista, vedendo entrare ed uscire di scena quattro attori diversi, che, interpretando gli sdoppiamenti di Anna, di Piero e della badante Laura, si muovono velocemente, si alternano, scompaiono, ripetono le stesse azioni.
Scene “reali” si mescolano a quelle “immaginate” o “deformate” dall’uomo, che lo conducono in un labirinto confuso di idee, volti, luoghi e situazioni, in cui anche lo spettatore, inesorabilmente, è destinato a perdersi, tra lo stupore e l’angoscia, provando empaticamente le stesse sensazioni che il protagonista si trova a vivere.
Teatro S. Alfonso Maria de’ Liguori di Pagani
Info 0815158061, 3381890767
Sabato 30 marzo, ore 20.30
Best Live
presenta
Francesco Cicchella in
Millevoci Tonight Show
uno spettacolo di Francesco Cicchella
scritto con Riccardo Cassini, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato
con Vincenzo De Honestis, Giovanni Quaranta, Ciro Salatino
regia Gigi Proietti
la band
Paco Ruggiero (Tastiere/Direzione musicale), Emilio Silva Bedmar (Sax)
Carmen Buscè (Voce), Arturo Caccavale (Tromba)
Sebastiano Esposito (Chitarre), Gino Giovannelli (Pianoforte/Tastiere)
Umberto Lepore (Basso elettrico/Contrabbasso), Elio Severino (Batteria)
Millevoci Tonight Show è un one man show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mette in gioco le sue doti di comico, cantante e intrattenitore.
Il titolo strizza l’occhio allo storico varietà di Rai1 “Milleluci” e al contemporaneo “Tonight show” americano, sintetizzando uno dei criteri principali dello spettacolo: fondere gli elementi tradizionali del varietà con una concezione più fresca, moderna ed innovativa del one man show.
Le mille voci a cui si fa riferimento sono quelle che Cicchella porta in scena, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso.
Il giovane comico si racconta con ironia, in un susseguirsi di pezzi di bravura e grande comicità, lasciando scoprire al pubblico il mondo che c’è dietro l’artista televisivo, senza però trascurare i personaggi che lo hanno reso popolare sul piccolo schermo.
Le celebri parodie televisive di Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi D’Alessio, rivisitate in chiave teatrale, restano infatti tra i momenti più esilaranti dello show. A queste, si aggiungono delle vere e proprie novità assolute, come la parodia dell’attore Toni Servillo.
Accanto a Cicchella, ritroviamo ancora una volta la fedelissima spalla Vincenzo De Honestis, con il quale forma una coppia comica più che collaudata, e i due giovani performer Ciro Salatino e Giovanni Quaranta nei panni di due attrezzisti che approfittano di ogni momento utile per dare sfogo alle loro velleità artistiche.
La direzione musicale è affidata al maestro Paco Ruggiero, che dirige una band formata da otto elementi, la cui qualità spicca in numeri caratterizzati da grande spessore musicale, oltre che dalla loro innata vis comica, come quando il nostro protagonista si chiede cosa sarebbe accaduto se i vecchi successi della musica italiana fossero stati scritti nei giorni nostri.
La regia di Gigi Proietti impreziosisce il tutto, confezionando con maestria uno spettacolo ricco di ingredienti, capace di intrattenere il pubblico regalando momenti di puro divertimento e performances musicali, senza privarsi di qualche momento di riflessione e lasciando ampio spazio all’improvvisazione, che resta il valore aggiunto di questo show fresco, leggero e molto godibile.
Lo spettacolo è scritto dallo stesso Cicchella, insieme a Riccardo Cassini, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato.
Teatro delle Arti di Salerno
info 089221807
Sabato 30, ore 21.00, e domenica 31 marzo, ore 18.30
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con
Bon Voyage Produzioni e Festival Teatrale di Borgio Verezzi
presentano
Lello Arena
in
Parenti Serpenti
di Carmine Amoroso
con Giorgia Trasselli
e con (in o. a.)
Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta,
Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
scene Roberto Crea
ideazione scenica Luciano Melchionna
costumi Milla
musiche Stag
disegno luci Salvatore Palladino
assistente alla regia Sara Esposito
regia di Luciano Melchionna
Un Natale in famiglia, nel paesino d’origine, come ogni anno da tanti anni. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito stanco che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravviare i legami famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano, ancora oggi, per scaldare la casa: un braciere pericoloso ma rassicurante come tutte le abitudini e le tradizioni.
Un Natale a casa dei genitori anziani che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti, e andati a lavorare in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare, in un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti in cui tutti noi possiamo riconoscerci, le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono ormai intrisi.
Immaginare Lello Arena, con la sua carica comica e umana, nei panni del papà – interpretato da Panelli nel film di Monicelli – mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo, come quello di un bambino, intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano, in quei giorni di santissima festività: è un genitore davvero in demenza senile o è un uomo che non vuol vedere più la realtà e si diverte a trasformarla e a provocare tutti?
Andando via di casa, diventando adulti, ogni figlio ha dovuto fare i conti con la realtà, ha dovuto accettare i fallimenti e ha imparato a difendere il proprio orticello mal coltivato, spesso per incuria o incapacità, ma in quelle pause di neve e palline colorate ognuno di loro si impegna a mostrarsi spensierato, affettuoso e risolto.
All’improvviso però, i genitori, fino ad allora autonomi punti di riferimento, esprimono l’esigenza di essere accuditi come hanno fatto anni prima con loro: uno dei figli dovrà ospitarli e prendersi cura della loro vecchiaia… a chi toccherà?
All’improvviso, dunque, un terremoto segna una crepa nell’immobilità rassegnata di un andamento ormai sempre lo stesso e in via di spegnimento, una crepa dalla quale un gas mefitico si espanderà e inquinerà l’aria.
Sarà la soluzione più spicciola e più crudele a prendere il sopravvento. Verità? Paradosso? Spesso, come si è soliti dire, la realtà supera la fantasia. Ciò mi ha spronato ad affrontare questo testo che ha la peculiarità rara di fotografare uno spaccato di vita famigliare sempre assolutamente attuale, purtroppo.
Si può far ridere nel raccontarlo e sorridere nell’assistere alle spumeggianti gag ma, allo stesso tempo, non ci si può riflettere sopra senza una profonda amarezza, magari scoprendo – per contrasto – la possibilità di una maggior coerenza nei rapporti e negli affetti, così da ricordarsi le meravigliose responsabilità che un cordone ombelicale come quello tra genitori e figli impone.
Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana e sulla semplice, fondamentale, empatia.
Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti?
In quest’epoca in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa ormai, con questa commedia passeremo dalle risate a crepapelle per il tratteggio grottesco, e a tratti surreale, dei personaggi al più turpe cambiamento di quegli esseri che – chi di noi non ne ha conosciuto almeno uno? – da umani si trasformeranno negli animali più pericolosi e subdoli: i serpenti.
Teatro Diana/Sala Pasolini di Salerno
Info 0895648707 - 3791660265
Sabato 30 marzo, ore 21.00
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presenta
Muhammad Ali
uno spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva
drammaturgia Linda Dalisi
con Francesco Di Leva
scene Mimmo Paladino, costumi Ursula Patzak
musiche Marco Messina e Sacha Ricci, luci Cesare Accetta
ricerche e consulenza Anna Maria Di Luca e Fausto Narducci
assistente scenografo Mauro Rea
collaborazione alla scenografia
Vincenzo Aquilone, Mariateresa D’Alessio, Michele Lubrano Lavadera
aiuto regia Riccardo Pisani
assistente costumista Giovanna Napolitano produzione
regia Pino Carbone
L’ispirazione nasce concretamente dal corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato; un corpo astuto che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, in ebollizione.
Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia. Un attore e un regista, traendo ispirazione dal corpo del indimenticabile pugile, metafora della forza che supera ogni limite, si confrontano, sotto gli occhi del pubblico, con il senso dell’impossibile e della sfida.
“Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti.
Impossibile non è per sempre.” Incontrare Muhammad Ali, la nostra prima sfida, il nostro primo desiderio. Far avvenire questo incontro in uno spazio, in scena, con il pubblico che ci guarda, con le luci che ci illuminano.
Un incontro da costruire, da immaginare come momento meraviglioso, perché impossibile. “Ho lottato contro un coccodrillo, ho lottato con una balena, ho ammanettato i lampi, sbattuto in galera i tuoni. L’altra settimana ho ammazzato una roccia, ferito una pietra, spedito all’ospedale un mattone. Io mando in tilt la medicina.”
In scena proviamo a rincorrerlo, rincorrere lui, il suo personaggio, la sua importanza, le sue parole irriverenti, veloci, in rima, pesanti, leggere, fondamentali. Rincorrere la sua vita, il suo carisma, la sua sicurezza. Rincorrere la sua velocità con la nostra velocità, la sua forza con la nostra forza, la sua infantilità con il nostro essere bambini, la sua icona con la nostra volontà.
Rincorrerlo per affrontarlo, affrontare ogni suo aspetto: quello sportivo, quello politico e quello privato. “Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l’ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me.”
In scena un attore e un regista, che sotto gli occhi del pubblico costruiscono emotivamente, poeticamente e artisticamente lo spettacolo. La nostra ispirazione nasce concretamente dal suo corpo, il corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato, un corpo astuto, che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, un corpo in ebollizione. Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia. “Se la mia mente può concepirlo e il mio cuore può crederlo, allora io posso compierlo.”
Abbiamo immaginato di scomporlo il suo corpo, pezzo per pezzo, con la stessa attenzione che richiede l’osservazione dell’avversario prima di un incontro. Con lo stesso interesse che merita il vincitore dopo un incontro, accostando ad ogni pezzo del suo corpo un aspetto della sua personalità. Ad ogni pezzo del suo corpo una sfida. “Sono il re del mondo, sono carino, sono cattivo. Ho scosso il mondo, ho scosso il mondo, ho scosso il mondo!”
Francesco Di Leva e Pino Carbone
Teatro Nuovo di Salerno
info 089220886
Sabato 30, ore 21.00, e domenica 31 marzo, ore 18.30
Il medico dei pazzi
spettacolo in due atti da Scarpetta
con
Enzo Varone, Gennaro Morrone, Antonio Vitale,
Giovanni Della Valle, Ciro Zangaro
regia Enzo Varone
Il protagonista è l’indimenticabile Don Felice Sciosciammocca sciocco e danaroso provinciale, che giunge a Napoli con la moglie al suo seguito per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo. Quest’ultimo vive a Napoli proprio grazie ai soldi che gli invia lo zio; invece di laurearsi in medicina e psichiatria, perde tutti i suoi averi al gioco vivendo allegramente in una pensione, insieme ad altri personaggi strambi quasi quanto lui.
Un giorno lo zio Felice e la consorte decidono di andare a Napoli per visitare la “clinica dei pazzi” del nipote. Ciccillo disperato chiede aiuto al suo amico Michelino per organizzare una colossale truffa ai danni dello zio.
Facendo credere allo zio che la pensione dove alloggia è in realtà la sua clinica privata e che gli abitanti della stessa sono i pazienti tutti pazzi affidati alle sue cure, solo cosi Ciccillo riesce nel suo intento. In un’esilarante girandola di equivoci, don Felice fa la conoscenza dei finti pazzi (a loro volta ignari di ciò che sta realmente accadendo) ma presto l’inganno viene scoperto!
“Il medico dei pazzi” è commedia degli equivoci in cui non c’è nessun personaggio che gioca il ruolo effettivo di “pazzo”, la commedia è interpretata da cinque attori sottoposti a continui cambi d’abito, impegnati a sostenere tutti i ruoli, anche quelli femminili.
Il testo originale, alleggerito da diverse lungaggini e forzature, conserva la sostanza ed il congegno comico.
di Napoli Magazine
23/03/2024 - 11:48
Agenda settimanale dal 25 al 31 marzo 2019 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano.
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Martedì 26 marzo, ore 21.00
Teatro Carlo Gesualdo di Avellino
info 0825771620, 3892932553
Giovedì 28 marzo, ore 21.00
Teatro Gloria di Pomigliano D’Arco
Info 0818843409
Sabato 30 marzo, ore 20.45
(alle ore 18.30, Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca saranno ospiti della Distilleria Feltrinelli di Via Roma 281, Pomigliano D’Arco), per un incontro con il pubblico
Teatro Segreto
presenta
Ferdinando
di Annibale Ruccello
con
Gea Martire, Donna Clotilde
Chiara Baffi, Gesualda
Fulvio Cauteruccio, Don Catellino
Francesco Roccasecca, Ferdinando
costumi Carlo Poggioli, scenografia Luigi Ferrigno
consulenza musicale Marco Betta, progetto luci Nadia Baldi
aiuto regia Rossella Pugliese, organizzazione Sabrina Codato
foto in videoproiezione Davide Scognamiglio
regia Nadia Baldi
Nadia Baldi firma la regia di Ferdinando, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena.
Lo spettacolo sarà, poi, in scena a Roma al Piccolo Eliseo dal 18 ottobre al 5 novembre.
Donna Clotilde (Gea Martire), baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda (Chiara Baffi), che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino (Fulvio Cauteruccio), un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando (Francesco Roccasecca), un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
Ferdinando contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. Ferdinando si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana.
Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante.
Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi disvelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori.
Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato.
Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria.
Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità.
Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze.”
Nadia Baldi
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 28 a domenica 31 marzo
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Fondazione Teatro della Toscana
presentano
Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini
in
Dracula
adattamento teatrale di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi
con Lorenzo Lavia, Roberto Salemi, Geno Diana, Margherita Laterza
scene Gregorio Botta
costumi Chiara Aversano
musiche Giuseppe Vadalá
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
regia Sergio Rubini
Dopo il Grande Successo di “Delitto/Castigo” Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi si cimentano in una nuova riscrittura di un altro capolavoro della letteratura, l’ultimo grande romanzo gotico: Dracula.
Dracula è prima di tutto un viaggio notturno verso l’ignoto. Un viaggio tra lupi che ululano, grandi banchi di foschia, e cavalli dalle narici infuocate. Ai bordi della strada numerose croci.
A compiere il viaggio è il giovane procuratore londinese Jonathan Harker, incaricato di recarsi in Transilvania per curare l’acquisto di un appartamento a Londra da parte del Conte Dracula.
Il giovane avvocato non sa la sciagura che lo attende ma immediatamente, appena ha inizio il suo viaggio, si ritrova avvolto in un clima di mistero e di scongiuri. Quando giunge a Castel Dracula si ritrova al cospetto di un uomo vestito di nero, dagli occhi sporgenti e troppo rossi, dai denti troppo bianchi e aguzzi, dalle mani troppo grandi e le dita così affilate che sembrano artigli.
Un pallore eccesivo che lo fa assomigliare più a un morto. È proprio in questo clima di illusione, di oscurità e paura che sarà calato colui che si accosta al cancello del suo castello, come chi sopraggiunto nell’Ade comprende a poco a poco di essere finito in una tomba.
Ed è quindi questo il fulcro della rappresentazione: da una monumentale scala posta al centro della scena i personaggi scenderanno in un luogo frastagliato da ombre e disseminato di specchi che non riflettono immagini ma solo paure.
Una dimensione dove il buio prevarrà sulla luce, il chiarore ferirà come una lama lo sguardo, il cupo battere di una pendola segnerà il tempo del non ritorno, uno scricchiolio precederà una caduta e il silenzio l’arrivo della bestia che azzanna e uccide.
Una realtà malata dove sarà impossibile spezzare la tensione e da cui sembrerà impossibile uscirne vivi.
Perché di quell’oscurità ogni individuo è portatore e il racconto di Dracula ci offre l’opportunità di scoperchiare il mostro che si cela in ognuno di noi mettendoci a confronto con i nostri più profondi e ancestrali misteri.
Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
info 0818786165
Venerdì 29 marzo, ore 21.00
Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Sabato 30 marzo, ore 18.00 e ore 21.00
Teatro Comunale di Lacedonia
info 3346632836 - 3337448095
Domenica 31 marzo, ore 20.45
Luscar Produzioni Teatrali
presenta
Gino Rivieccio in
Cavalli di ritorno 2.0
scritto da Riccardo Cassini, Gustavo Verde, Gino Rivieccio, Gianni Puca
con Rosario Minervini e Paola Bocchetti
e con la partecipazione in video di Giovanni Esposito
direzione artistica Enzo Liguori, musiche e arrangiamenti Antonello Cascone
scene Vittorio Barresi realizzate da Quintessenza, costumi Sandra Banco
contributi video Alessio De Francesco, supervisione tecnica Andrea Genovese
audio e luci Mimmo Eventi
regia Gino Rivieccio
Cosa accadrebbe se a un attore venisse rubata la sua identità? E come vi comportereste se il delinquent,e entrando nella vostra privacy, si vantasse di avervi incastrato e vi obbligasse a fare quello che vuole? E' quello che succede in teatro a Gino Rivieccio, la cui vita viene presa di mira online da un fan che si impadronisce dei suoi dati e del suo profilo, per sbeffeggiarlo e ricattarlo davanti agli occhi di tutti.
Il nostro protagonista non può neanche ribellarsi, perché il ladro minaccia di farlo sparire dal web e da tutto quello che si può gestire attraverso la rete: ovverossia l'universo.
Sono questi, ed altri ancora, gli ingredienti del nuovo spettacolo di Gino Rivieccio, scritto dalla coppia Riccardo Cassini e Gustavo Verde con la collaborazione di Gianni Puca e dello stesso Rivieccio, che ne firma anche la regia.
Lo show, in versione aggiornata, propone i nuovi fatti di cronaca, di politica e di costume, che hanno reso gli ultimi mesi pieni di spunti e di sorprese da portare in scena.
Insomma dopo i cavalli di razza, i cavalli dei pantaloni, i cavalli di Troia e i cavalli di battaglia è il momento di ridere e divertirsi con i "Cavalli di ritorno".
Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
Info 0818577725 – 3337361628
Da venerdì 29 a domenica 31 marzo
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)
Tradizione e Turismo e AG Spettacoli
in collaborazione con
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presentano
Biagio Izzo
in
I Fiori del Latte
di Eduardo Tartaglia
con
Mario Porfito, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Stefano Meglio, Ivan Senin
luci Gigi Ascione, scene Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Napolitano, musiche Mariano Bellopede
produzione esecutiva Giacomo Monda
regia Giuseppe Miale di Mauro
“Se un’idea non ha significato e utilità sociale non m’interessa lavorarci sopra.”
Molto probabilmente Tartaglia ha colto in pieno queste parole di Eduardo De Filippo quando ha scritto I Fiori del Latte.
Infatti, in questa commedia (come ci ha insegnato il grande Eduardo) si riesce a ridere pur affrontando un tema di grande attualità e riflessione sociale.
La terra dei fuochi.
La storia è ambientata in un caseificio di prossima apertura che si trova in un paese inventato (Casal di sotto Scalo) in cui due cugini, Aniello e Costantino, dopo anni di sacrifici decidono d’investire tutti i loro risparmi in un’azienda che punta a diventare un modello biologico, un’oasi ecologica dove ogni prodotto è naturale, senza additivi chimici o altre diavolerie.
Un caseificio, insomma, che mira a diventare fore all’occhiello di una zona nota alle cronache per lo sversamento dei rifiuti tossici.
Purtroppo, però, alla vigilia dell’inaugurazione i due cugini scopriranno che sotto il recinto delle bufale ci sono dei bidoni sospetti che potrebbero rovinare il loro sogno biologico.
Questa scoperta attanaglierà i due protagonisti in un vortice di dubbi.
Cosa fare? Denunciare tutto e far chiudere l’azienda ancor prima che apra, oppure fare finta di niente e continuare con questo spettro terribile che divora le loro coscienze?
La forza di questa commedia sta proprio nella capacità di affrontare un tema così attuale e scottante mescolando sempre il divertimento e la comicità con la riflessione e il sociale, senza mai cadere in facili moralismi o in giudizi banali.
La scrittura di Tartaglia riesce a smontare con grande ironia e forza comica la dolorosa scoperta di una vita avvelenata da scelte complicate. Con tutta la sincerità e la semplicità che ci regalano questi due “vaccari” napoletani alle prese con rimorsi di coscienza apparentemente insuperabili.
Sarà l’arrivo di una donna (ex fidanzata di Aniello) che nasconde una notizia sconvolgente, a dare la forza per affrontare un destino più grande di loro e raccogliere i frutti che i due cugini hanno coltivato con onestà per una vita intera.
Giuseppe Miale di Mauro
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051
Sabato 30, ore 20.45, e domenica 31 marzo, ore 18.00
Goldenart Production
presenta
Alessandro Haber, Lucrezia Lante Della Rovere
in
Il Padre
di Florian Zeller
con David Sebasti
Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris
scene Gianluca Amodio, musiche Antonio Di Pofi
costumi Alessandro Lai, disegno luci Umile Vainieri
foto Tommaso Le Pera
regia Piero Maccarinelli
Andrea è un uomo molto attivo, nonostante la sua età, ma mostra i primi segni di una malattia che potrebbe far pensare al morbo di Alzheimer. Anna, sua figlia, che è molto legata a lui, cerca solo il suo benessere e la sua sicurezza.
Ma l’inesorabile avanzare della malattia la spinge a proporgli di stabilirsi nel grande appartamento che condivide con il marito. Lei crede che sia la soluzione migliore per il padre che ha tanto amato e con cui ha condiviso le gioie della vita.
Le cose non vanno del tutto come previsto: l’uomo si rivela essere un personaggio fantastico, colorato, che non è affatto deciso a rinunciare alla sua indipendenza. La sua progressiva degenerazione getta nella costernazione i familiari, ma la sapiente penna di Zeller riesce a descrivere una situazione che, seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, viene affrontata con leggerezza e con amara e pungente ironia.
Tutto a poco a poco va scomparendo: i punti di riferimento, i ricordi, la felicità della famiglia. La perdita dell’autonomia del padre, Andrea, progredisce a tal punto che Anna è costretta a dover prendere decisioni al suo posto e contro la sua volontà.
La forza di questa pièce consiste nel saper raccontare col sorriso e con ironia, delicatezza e intelligenza, lo spaesamento di un uomo la cui memoria inizia a vacillare e a confondere tempi, luoghi e persone.
Con grande abilità l’autore ci conduce a vivere empaticamente le contraddizioni in cui il nostro protagonista incappa, il quale perdendo a poco a poco le sue facoltà logico-analitiche e non riuscendo più a distinguere il reale dall’immaginario, ci coinvolge con grande emozione in questo percorso dolorosamente poetico.
Per circa un’ora e trenta, gli attori si muovono in uno spazio mutevole e raccontano, con delicatezza, ma allo stesso tempo, con il sorriso e l’ ironia, il viaggio nei meandri di una mente corrotta dalla malattia, spaesata e confusa.
Lo spettatore si ritrova a vivere la realtà con gli occhi del protagonista, vedendo entrare ed uscire di scena quattro attori diversi, che, interpretando gli sdoppiamenti di Anna, di Piero e della badante Laura, si muovono velocemente, si alternano, scompaiono, ripetono le stesse azioni.
Scene “reali” si mescolano a quelle “immaginate” o “deformate” dall’uomo, che lo conducono in un labirinto confuso di idee, volti, luoghi e situazioni, in cui anche lo spettatore, inesorabilmente, è destinato a perdersi, tra lo stupore e l’angoscia, provando empaticamente le stesse sensazioni che il protagonista si trova a vivere.
Teatro S. Alfonso Maria de’ Liguori di Pagani
Info 0815158061, 3381890767
Sabato 30 marzo, ore 20.30
Best Live
presenta
Francesco Cicchella in
Millevoci Tonight Show
uno spettacolo di Francesco Cicchella
scritto con Riccardo Cassini, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato
con Vincenzo De Honestis, Giovanni Quaranta, Ciro Salatino
regia Gigi Proietti
la band
Paco Ruggiero (Tastiere/Direzione musicale), Emilio Silva Bedmar (Sax)
Carmen Buscè (Voce), Arturo Caccavale (Tromba)
Sebastiano Esposito (Chitarre), Gino Giovannelli (Pianoforte/Tastiere)
Umberto Lepore (Basso elettrico/Contrabbasso), Elio Severino (Batteria)
Millevoci Tonight Show è un one man show comico-musicale nel quale Francesco Cicchella mette in gioco le sue doti di comico, cantante e intrattenitore.
Il titolo strizza l’occhio allo storico varietà di Rai1 “Milleluci” e al contemporaneo “Tonight show” americano, sintetizzando uno dei criteri principali dello spettacolo: fondere gli elementi tradizionali del varietà con una concezione più fresca, moderna ed innovativa del one man show.
Le mille voci a cui si fa riferimento sono quelle che Cicchella porta in scena, facendo vivere una moltitudine di personaggi e giocando continuamente con la sua vocalità anche quando veste i panni di se stesso.
Il giovane comico si racconta con ironia, in un susseguirsi di pezzi di bravura e grande comicità, lasciando scoprire al pubblico il mondo che c’è dietro l’artista televisivo, senza però trascurare i personaggi che lo hanno reso popolare sul piccolo schermo.
Le celebri parodie televisive di Massimo Ranieri, Michael Bublé, Gigi D’Alessio, rivisitate in chiave teatrale, restano infatti tra i momenti più esilaranti dello show. A queste, si aggiungono delle vere e proprie novità assolute, come la parodia dell’attore Toni Servillo.
Accanto a Cicchella, ritroviamo ancora una volta la fedelissima spalla Vincenzo De Honestis, con il quale forma una coppia comica più che collaudata, e i due giovani performer Ciro Salatino e Giovanni Quaranta nei panni di due attrezzisti che approfittano di ogni momento utile per dare sfogo alle loro velleità artistiche.
La direzione musicale è affidata al maestro Paco Ruggiero, che dirige una band formata da otto elementi, la cui qualità spicca in numeri caratterizzati da grande spessore musicale, oltre che dalla loro innata vis comica, come quando il nostro protagonista si chiede cosa sarebbe accaduto se i vecchi successi della musica italiana fossero stati scritti nei giorni nostri.
La regia di Gigi Proietti impreziosisce il tutto, confezionando con maestria uno spettacolo ricco di ingredienti, capace di intrattenere il pubblico regalando momenti di puro divertimento e performances musicali, senza privarsi di qualche momento di riflessione e lasciando ampio spazio all’improvvisazione, che resta il valore aggiunto di questo show fresco, leggero e molto godibile.
Lo spettacolo è scritto dallo stesso Cicchella, insieme a Riccardo Cassini, Vincenzo De Honestis e Gennaro Scarpato.
Teatro delle Arti di Salerno
info 089221807
Sabato 30, ore 21.00, e domenica 31 marzo, ore 18.30
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con
Bon Voyage Produzioni e Festival Teatrale di Borgio Verezzi
presentano
Lello Arena
in
Parenti Serpenti
di Carmine Amoroso
con Giorgia Trasselli
e con (in o. a.)
Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta,
Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
scene Roberto Crea
ideazione scenica Luciano Melchionna
costumi Milla
musiche Stag
disegno luci Salvatore Palladino
assistente alla regia Sara Esposito
regia di Luciano Melchionna
Un Natale in famiglia, nel paesino d’origine, come ogni anno da tanti anni. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito stanco che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravviare i legami famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano, ancora oggi, per scaldare la casa: un braciere pericoloso ma rassicurante come tutte le abitudini e le tradizioni.
Un Natale a casa dei genitori anziani che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti, e andati a lavorare in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare, in un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti in cui tutti noi possiamo riconoscerci, le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono ormai intrisi.
Immaginare Lello Arena, con la sua carica comica e umana, nei panni del papà – interpretato da Panelli nel film di Monicelli – mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo, come quello di un bambino, intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano, in quei giorni di santissima festività: è un genitore davvero in demenza senile o è un uomo che non vuol vedere più la realtà e si diverte a trasformarla e a provocare tutti?
Andando via di casa, diventando adulti, ogni figlio ha dovuto fare i conti con la realtà, ha dovuto accettare i fallimenti e ha imparato a difendere il proprio orticello mal coltivato, spesso per incuria o incapacità, ma in quelle pause di neve e palline colorate ognuno di loro si impegna a mostrarsi spensierato, affettuoso e risolto.
All’improvviso però, i genitori, fino ad allora autonomi punti di riferimento, esprimono l’esigenza di essere accuditi come hanno fatto anni prima con loro: uno dei figli dovrà ospitarli e prendersi cura della loro vecchiaia… a chi toccherà?
All’improvviso, dunque, un terremoto segna una crepa nell’immobilità rassegnata di un andamento ormai sempre lo stesso e in via di spegnimento, una crepa dalla quale un gas mefitico si espanderà e inquinerà l’aria.
Sarà la soluzione più spicciola e più crudele a prendere il sopravvento. Verità? Paradosso? Spesso, come si è soliti dire, la realtà supera la fantasia. Ciò mi ha spronato ad affrontare questo testo che ha la peculiarità rara di fotografare uno spaccato di vita famigliare sempre assolutamente attuale, purtroppo.
Si può far ridere nel raccontarlo e sorridere nell’assistere alle spumeggianti gag ma, allo stesso tempo, non ci si può riflettere sopra senza una profonda amarezza, magari scoprendo – per contrasto – la possibilità di una maggior coerenza nei rapporti e negli affetti, così da ricordarsi le meravigliose responsabilità che un cordone ombelicale come quello tra genitori e figli impone.
Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana e sulla semplice, fondamentale, empatia.
Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti?
In quest’epoca in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa ormai, con questa commedia passeremo dalle risate a crepapelle per il tratteggio grottesco, e a tratti surreale, dei personaggi al più turpe cambiamento di quegli esseri che – chi di noi non ne ha conosciuto almeno uno? – da umani si trasformeranno negli animali più pericolosi e subdoli: i serpenti.
Teatro Diana/Sala Pasolini di Salerno
Info 0895648707 - 3791660265
Sabato 30 marzo, ore 21.00
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presenta
Muhammad Ali
uno spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva
drammaturgia Linda Dalisi
con Francesco Di Leva
scene Mimmo Paladino, costumi Ursula Patzak
musiche Marco Messina e Sacha Ricci, luci Cesare Accetta
ricerche e consulenza Anna Maria Di Luca e Fausto Narducci
assistente scenografo Mauro Rea
collaborazione alla scenografia
Vincenzo Aquilone, Mariateresa D’Alessio, Michele Lubrano Lavadera
aiuto regia Riccardo Pisani
assistente costumista Giovanna Napolitano produzione
regia Pino Carbone
L’ispirazione nasce concretamente dal corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato; un corpo astuto che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, in ebollizione.
Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia. Un attore e un regista, traendo ispirazione dal corpo del indimenticabile pugile, metafora della forza che supera ogni limite, si confrontano, sotto gli occhi del pubblico, con il senso dell’impossibile e della sfida.
“Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione. Impossibile non è una regola, è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti.
Impossibile non è per sempre.” Incontrare Muhammad Ali, la nostra prima sfida, il nostro primo desiderio. Far avvenire questo incontro in uno spazio, in scena, con il pubblico che ci guarda, con le luci che ci illuminano.
Un incontro da costruire, da immaginare come momento meraviglioso, perché impossibile. “Ho lottato contro un coccodrillo, ho lottato con una balena, ho ammanettato i lampi, sbattuto in galera i tuoni. L’altra settimana ho ammazzato una roccia, ferito una pietra, spedito all’ospedale un mattone. Io mando in tilt la medicina.”
In scena proviamo a rincorrerlo, rincorrere lui, il suo personaggio, la sua importanza, le sue parole irriverenti, veloci, in rima, pesanti, leggere, fondamentali. Rincorrere la sua vita, il suo carisma, la sua sicurezza. Rincorrere la sua velocità con la nostra velocità, la sua forza con la nostra forza, la sua infantilità con il nostro essere bambini, la sua icona con la nostra volontà.
Rincorrerlo per affrontarlo, affrontare ogni suo aspetto: quello sportivo, quello politico e quello privato. “Cassius Clay è un nome da schiavo. Io non l’ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me.”
In scena un attore e un regista, che sotto gli occhi del pubblico costruiscono emotivamente, poeticamente e artisticamente lo spettacolo. La nostra ispirazione nasce concretamente dal suo corpo, il corpo di Muhammad Ali, un corpo allenato, messo in gioco, sfidato, osannato, osservato, acclamato, un corpo astuto, che sa come attutire un colpo, un corpo pronto, forte, nero, un corpo in ebollizione. Un corpo che fa delle differenze una forza, un vanto, una battaglia. “Se la mia mente può concepirlo e il mio cuore può crederlo, allora io posso compierlo.”
Abbiamo immaginato di scomporlo il suo corpo, pezzo per pezzo, con la stessa attenzione che richiede l’osservazione dell’avversario prima di un incontro. Con lo stesso interesse che merita il vincitore dopo un incontro, accostando ad ogni pezzo del suo corpo un aspetto della sua personalità. Ad ogni pezzo del suo corpo una sfida. “Sono il re del mondo, sono carino, sono cattivo. Ho scosso il mondo, ho scosso il mondo, ho scosso il mondo!”
Francesco Di Leva e Pino Carbone
Teatro Nuovo di Salerno
info 089220886
Sabato 30, ore 21.00, e domenica 31 marzo, ore 18.30
Il medico dei pazzi
spettacolo in due atti da Scarpetta
con
Enzo Varone, Gennaro Morrone, Antonio Vitale,
Giovanni Della Valle, Ciro Zangaro
regia Enzo Varone
Il protagonista è l’indimenticabile Don Felice Sciosciammocca sciocco e danaroso provinciale, che giunge a Napoli con la moglie al suo seguito per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo. Quest’ultimo vive a Napoli proprio grazie ai soldi che gli invia lo zio; invece di laurearsi in medicina e psichiatria, perde tutti i suoi averi al gioco vivendo allegramente in una pensione, insieme ad altri personaggi strambi quasi quanto lui.
Un giorno lo zio Felice e la consorte decidono di andare a Napoli per visitare la “clinica dei pazzi” del nipote. Ciccillo disperato chiede aiuto al suo amico Michelino per organizzare una colossale truffa ai danni dello zio.
Facendo credere allo zio che la pensione dove alloggia è in realtà la sua clinica privata e che gli abitanti della stessa sono i pazienti tutti pazzi affidati alle sue cure, solo cosi Ciccillo riesce nel suo intento. In un’esilarante girandola di equivoci, don Felice fa la conoscenza dei finti pazzi (a loro volta ignari di ciò che sta realmente accadendo) ma presto l’inganno viene scoperto!
“Il medico dei pazzi” è commedia degli equivoci in cui non c’è nessun personaggio che gioca il ruolo effettivo di “pazzo”, la commedia è interpretata da cinque attori sottoposti a continui cambi d’abito, impegnati a sostenere tutti i ruoli, anche quelli femminili.
Il testo originale, alleggerito da diverse lungaggini e forzature, conserva la sostanza ed il congegno comico.