Cultura & Gossip
SPETTACOLI - Agenda settimanale dal 7 al 13 febbraio 2022 in Campania, programmata dal Circuito Teatro Pubblico Campano
04.02.2022 18:12 di Napoli Magazine
aA

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Mercoledì 9 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Umberto di Nola
info 0815127683, 0818231622
Giovedì 10 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
Da venerdì 11 a domenica 13 febbraio 2022
 (feriali ore 20.45, domenica ore 18.00)
info 0823444051

 

Enfiteatro 
presenta

Nancy Brilli, Chiara Noschese in

Manola
di Margaret Mazzantini

regia Leo Muscato

 

Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. 
Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. 
In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse canzonatorie. 
Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando per l’ennesima volta tutto. 
Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un   testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. 
Margaret Mazzantini 
Teatro Verdi di Salerno
Da giovedì 10 a domenica 13 febbraio
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)
info 089662141

 

Elledieffe - La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo 
Fondazione Teatro della Toscana
presentano

 

Ditegli sempre di sì
di Eduardo De Filippo

con (in ordine di locandina)


Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Edoardo Sorgente, Massimo De Matteo 
Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti
Viola Forestiero, Vincenzo D'Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola

scene e luci Gianni Carluccio 
costumi Francesca Livia Sartori

 

regia Roberto Andò

 

Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, ha affidato la regia di Ditegli sempre di sì ad uno tra i più autorevoli registi italiani, Roberto Andò. 
Una produzione importante per la Compagnia, che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale.
L’opera, tra le meno note di Eduardo, si basa sul perfetto meccanismo del testo in equilibrio tra comico e tragico; una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale.
Nel ruolo di Michele Murri Gianfelice Imparato e ad interpretare sua sorella Teresa è Carolina Rosi; a dirigere la Compagnia Roberto Andò, regista abituato a muoversi tra cinema e teatro, qui alla sua prima esperienza eduardiana.
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione.
In Ditegli sempre di sì la pazzia di Michele Murri è vera, infatti è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. 
Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?


Teatro Comunale Mario Scarpetta di Sala Consilina
Info 3498713124
Giovedì 10 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
Info 3381890767, 3337361628
Da venerdì 11 a domenica 13 febbraio 
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presenta

 

Carlo Buccirosso
in

La rottamazione di un italiano perbene
tratto da Il miracolo di Don Ciccillo
scritto e diretto da Carlo Buccirosso

 

con (in o.di a.)
Donatella De Felice, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, 
Fiorella Zullo, Peppe Miale, Gino Monteleone, 
Matteo Tugnoli, Davide Marotta, Tilde De Spirito

 

scene Gilda Cerullo e Renato Lori
costumi Zaira de Vincentiis
musiche Paolo Petrella
disegno luci Francesco Adinolfi
aiuto regia Fabrizio Miano
produzione esecutiva A.G. Spettacoli

 

Un ristorante di periferia e una famiglia unita per la nuova invenzione di Carlo Buccirosso. Una vicenda attuale e scottante per Alberto Pisapìa, ristoratore di professione sull’orlo del fallimento, che dovrà affrontare un incubo che logora la serenità dell’intera famiglia.


Note di regia
Alberto Pisapìa, ristoratore di professione, gestisce un ristorante di periferia ormai sull’orlo del fallimento! Sposato con Valeria Vitiello, donna sanguigna dal carattere combattivo, è padre di due figli, Viola e Matteo, la prima anarchica e irascibile, l’altro riflessivo e pacato.
Alberto vive ormai, da quasi quattro anni, una situazione di grande disagio psichico che negli ultimi tempi ha assunto la conformazione di un vero e proprio esaurimento nervoso! Difatti, un po’ a causa della crisi economica del paese e della propria attività di ristorazione di riflesso, e anche a seguito di una serie di investimenti avventati consigliati dal fratello Ernesto, suo avvocato e socio in affari, Alberto si è ritrovato a dover combattere una personale disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Equitalia che, con inesorabile precisione lo colpisce quasi quotidianamente nella quiete della propria abitazione, ormai ipotecata da tempo, con cartelle esattoriali di tutti i tipi, di tutti generi, di svariate forme e consistenza!
E ben poco sembra poter fare l’amore quotidiano di sua moglie Valeria e dei suoi due figli, tesi a recuperare la lucidità di Alberto attraverso l’illusoria rappresentazione di una realtà ben diversa da quella che logora ormai da tempo la serenità dell’intera famiglia Pisapia!
E un altro grosso problema contribuirà a peggiorare ancor di più la malattia di Alberto, un cancro indistruttibile che neppure la medicina più all’avanguardia sarebbe stata in grado di debellare: la malvagità di sua suocera Clementina, spietato ed integerrimo funzionario della agenzia delle Entrate! Soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare l’anima di Alberto, posseduto irrimediabilmente da orribili pensieri di morte… farla finita con la propria vita, o con quella di sua suocera?!?
Un incubo dal quale potersi liberare solo grazie all’amore della famiglia, che si prodigherà per salvare la vita di un onesto contribuente di questa Iniquitalia!

 

Carlo Buccirosso

 

 

Teatro Ricciardi di Capua
Info 0823963874
Giovedì 10 febbraio, ore 20.30

 

AG Spettacoli, Tradizione e Turismo
Presentano

 

Peppe Barra in

Non c’è niente da ridere
di Peppe Barra e Lamberto Lambertini

 

con Lalla Esposito

 

musicisti 
Pasquale Benincasa, Giuseppe Di Colandrea, Agostino Oliviero, 
Antonio Ottaviano, Giorgio Mellone, Gianluigi Pennino

 

musiche Giorgio Mellone, scene Carlo De Marino
costumi Annalisa Giacci, luci Francesco Adinolfi
assistente alla regia Francesco Esposito

 

regia Lamberto Lambertini

 

“Vi fa molto ridere questa mia poesia? - dice l’Attore al pubblico che si sbellica - Ci ho messo cinque anni per scriverla!” Qui sta la chiave di questo spettacolo, da qui il titolo: Non c’è niente d ridere. 
Uno spettacolo al contrario che incuriosisce, sorprende e diverte, fin dalla prima scena. Anche la scenografia raffigura un teatro visto dal punto di vista degli attori, con il sipario, le quinte, da dentro, con i palchetti accesi come fondale e le luci della ribalta accese contro di noi. 
In questo spazio irreale si avvicendano un Attore e un’Attrice (Peppe Barra e Lalla Esposito). Macchiette, canzoni, monologhi del vecchio Varietà e surreali parodie del teatro
classico napoletano, rappresentano le situazioni drammatiche della coppia teatrale, fino all’inatteso finale pulcinellesco, di comica e malinconica poesia. 
L’Attore veste il panni di Pulcinella morto che scende in terra per vedere che fine ha fatto la sua Colombina, che invece ritrova furiosa perché si credeva abbandonata. Piano piano, sull’onda dei ricordi, sommersi dalla nostalgia di un’epoca perduta, che non tornerà mai più, tre bisticci, dolci parole d’amore e duetti, si abbracciano per andarsene insieme in Paradiso. 
Uno spettacolo dal ritmo incalzante, per i continui cambi di scena, di luce, di costume, di linguaggio, uno spettacolo d’Attore, come si diceva un tempo, sostenuto e arricchito dalle musiche dal vivo. Peppe Barra e Lamberto Lambertini, di nuovo insieme, vogliono offrire al pubblico uno spettacolo che, con lo stesso spirito di quel Teatro che insieme con l’indimenticata Concetta Barra, riuscì, per dodici anni, in Italia e nel mondo, a coniugare l’applauso del pubblico con l’esultanza della critica, la risata con la commozione, la leggerezza con la cultura, la raffinatezza con la volgarità. 
Oggi più che mai, dopo tanti mesi oscuri e difficili, pubblico desidera divertirsi, soprattutto nel senso di essere trascinato fuori dal tempo e dalla realtà, perché il vero teatro, si sa, è sempre più bello della vita vera, perché sul palcoscenico persino la morte è per finta.

 

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0813418905, 3281011228
Sabato 12 febbraio, ore 20.45

 

Immaginando Produzioni
presenta

Ornella Muti in

 

Un ritratto per Teresa
regia Enrico La Manna

con
Fabrizio Nevola, Duccio Camerino, Francesco Sechi Barbara Marzoli, 
Cecilia Guzzardi, Antonio De Francesco

 

Un’opera in tre atti che inneggia alla vita attraverso la sua assenza, declinata attraverso i suoi personaggi principali: è così sprecata, celebrata sino a ergersi a vuota opera d’arte, fiaccata, resa sterile.
Edward Vitavich è un artista apprezzato per la sua capacità di stupire e ravvivare le piatte vite borghesi dei suoi estimatori. Sospeso sul ciglio dell’eccesso, rischia di veder tramutare la stima del pubblico in disprezzo. Già tormentato da una dipendenza da alcol e farmaci, viene arrestato mentre tenta di trafugare le spoglie del padre, che intende sottrarre alla nuda terra per farne parte integrante di un’opera d’arte.
Liberato su cauzione, affronta una crisi artistica ed esistenziale. Ed è a quel punto che giunge inaspettata la proposta di un ricco committente: realizzare il ritratto di sua moglie, già estimatrice dell’artista, per sublimare in eterno la bellezza dei suoi anni fecondi.
Vitavich è inizialmente contrario: non è un ritrattista, segue l’istinto e non lavora su commissione.
Sarà il suo agente a premere affinché incontri il committente, accettando a malincuore l’incarico. Ma Teresa, la donna del ritratto, non bussa alla sua porta per posare. Arriva immobile in una cassa, senza vita.
Edward dovrà prendersene cura, idratarla, vestirla e agghindarla affinché recuperi le fattezze impresse nei ricordi di suo marito. Un filo di vita scorre ancora nei suoi polsi ed è così che si animerà solo per Edward. Affacciata alla soglia di una porta, immobile nella penombra, ossessionerà l’artista e i suoi sogni, sino al momento in cui prenderà la parola.
La donna, che non si è mai fatta ritrarre o fotografare, è restia a concedersi. Un patto inizia così a legarli: per ogni sua richiesta assecondata, lei gli donerà un colore. Componendo la tavolozza del pittore, Teresa restituirà all’artista quanto a lei è stato negato: la libertà, la speranza, la fiducia di poter generare un’altra vita.
Poserà per Edward, purché la tela racconti solo la verità: le cicatrici ai polsi, lo sguardo sognante di una donna assediata da un uomo dispotico. Il ritratto sarà la sua ultima prigione, il suo corpo l’ultimo simulacro. Ma il suo cuore, come quello di Chopin, sarà libero e altrove, lontano dall’uomo che l’ha segregata e resa infeconda

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di Napoli Magazine

04/02/2022 - 18:12

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Mercoledì 9 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Umberto di Nola
info 0815127683, 0818231622
Giovedì 10 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
Da venerdì 11 a domenica 13 febbraio 2022
 (feriali ore 20.45, domenica ore 18.00)
info 0823444051

 

Enfiteatro 
presenta

Nancy Brilli, Chiara Noschese in

Manola
di Margaret Mazzantini

regia Leo Muscato

 

Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una perenne rivincita. 
Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti, sotto una grandinata di risate. 
In realtà la Manola del titolo, perennemente invocata dalle due sorelle, interlocutore mitico e invisibile, non è altro che la quarta parete teatrale sfondata dal fiume di parole che Anemone e Ortensia rivolgono alla loro squinternata coscienza attraverso un girotondo di specchi, evocazioni, malintesi, rivalse canzonatorie. 
Una maratona impudica e commovente, che svela l’intimità femminile in tutte le sue scaglie. Come serpenti storditi le due finiranno per fare la muta e infilarsi nella pelle dell’altra, sbagliando per l’ennesima volta tutto. 
Perché un equivoco perenne le insegue nell’inadeguatezza dei loro ruoli esistenziali. Un   testo sfrenato che prevede due interpreti formidabili per una prova circense senza rete. Ma che invoca l’umano in ogni sua singola cellula teatrale. 
Margaret Mazzantini 
Teatro Verdi di Salerno
Da giovedì 10 a domenica 13 febbraio
(feriali ore 21.00 - festivi ore 18.00)
info 089662141

 

Elledieffe - La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo 
Fondazione Teatro della Toscana
presentano

 

Ditegli sempre di sì
di Eduardo De Filippo

con (in ordine di locandina)


Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, Edoardo Sorgente, Massimo De Matteo 
Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti
Viola Forestiero, Vincenzo D'Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola

scene e luci Gianni Carluccio 
costumi Francesca Livia Sartori

 

regia Roberto Andò

 

Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, ha affidato la regia di Ditegli sempre di sì ad uno tra i più autorevoli registi italiani, Roberto Andò. 
Una produzione importante per la Compagnia, che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale.
L’opera, tra le meno note di Eduardo, si basa sul perfetto meccanismo del testo in equilibrio tra comico e tragico; una commedia molto divertente che, pur conservando le sue note farsesche, suggerisce serie riflessioni sul labile confine tra salute e malattia mentale.
Nel ruolo di Michele Murri Gianfelice Imparato e ad interpretare sua sorella Teresa è Carolina Rosi; a dirigere la Compagnia Roberto Andò, regista abituato a muoversi tra cinema e teatro, qui alla sua prima esperienza eduardiana.
Ditegli sempre di sì è uno dei primi testi scritti da Eduardo, un’opera vivace, colorata il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione.
In Ditegli sempre di sì la pazzia di Michele Murri è vera, infatti è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. 
Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa dalla sorella Teresa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?


Teatro Comunale Mario Scarpetta di Sala Consilina
Info 3498713124
Giovedì 10 febbraio, ore 20.45

 

Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei
Info 3381890767, 3337361628
Da venerdì 11 a domenica 13 febbraio 
(feriali ore 20.30, festivi ore 18.15)

 

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
presenta

 

Carlo Buccirosso
in

La rottamazione di un italiano perbene
tratto da Il miracolo di Don Ciccillo
scritto e diretto da Carlo Buccirosso

 

con (in o.di a.)
Donatella De Felice, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, 
Fiorella Zullo, Peppe Miale, Gino Monteleone, 
Matteo Tugnoli, Davide Marotta, Tilde De Spirito

 

scene Gilda Cerullo e Renato Lori
costumi Zaira de Vincentiis
musiche Paolo Petrella
disegno luci Francesco Adinolfi
aiuto regia Fabrizio Miano
produzione esecutiva A.G. Spettacoli

 

Un ristorante di periferia e una famiglia unita per la nuova invenzione di Carlo Buccirosso. Una vicenda attuale e scottante per Alberto Pisapìa, ristoratore di professione sull’orlo del fallimento, che dovrà affrontare un incubo che logora la serenità dell’intera famiglia.


Note di regia
Alberto Pisapìa, ristoratore di professione, gestisce un ristorante di periferia ormai sull’orlo del fallimento! Sposato con Valeria Vitiello, donna sanguigna dal carattere combattivo, è padre di due figli, Viola e Matteo, la prima anarchica e irascibile, l’altro riflessivo e pacato.
Alberto vive ormai, da quasi quattro anni, una situazione di grande disagio psichico che negli ultimi tempi ha assunto la conformazione di un vero e proprio esaurimento nervoso! Difatti, un po’ a causa della crisi economica del paese e della propria attività di ristorazione di riflesso, e anche a seguito di una serie di investimenti avventati consigliati dal fratello Ernesto, suo avvocato e socio in affari, Alberto si è ritrovato a dover combattere una personale disperata battaglia contro gli attacchi spietati dell’Equitalia che, con inesorabile precisione lo colpisce quasi quotidianamente nella quiete della propria abitazione, ormai ipotecata da tempo, con cartelle esattoriali di tutti i tipi, di tutti generi, di svariate forme e consistenza!
E ben poco sembra poter fare l’amore quotidiano di sua moglie Valeria e dei suoi due figli, tesi a recuperare la lucidità di Alberto attraverso l’illusoria rappresentazione di una realtà ben diversa da quella che logora ormai da tempo la serenità dell’intera famiglia Pisapia!
E un altro grosso problema contribuirà a peggiorare ancor di più la malattia di Alberto, un cancro indistruttibile che neppure la medicina più all’avanguardia sarebbe stata in grado di debellare: la malvagità di sua suocera Clementina, spietato ed integerrimo funzionario della agenzia delle Entrate! Soltanto un miracolo avrebbe potuto salvare l’anima di Alberto, posseduto irrimediabilmente da orribili pensieri di morte… farla finita con la propria vita, o con quella di sua suocera?!?
Un incubo dal quale potersi liberare solo grazie all’amore della famiglia, che si prodigherà per salvare la vita di un onesto contribuente di questa Iniquitalia!

 

Carlo Buccirosso

 

 

Teatro Ricciardi di Capua
Info 0823963874
Giovedì 10 febbraio, ore 20.30

 

AG Spettacoli, Tradizione e Turismo
Presentano

 

Peppe Barra in

Non c’è niente da ridere
di Peppe Barra e Lamberto Lambertini

 

con Lalla Esposito

 

musicisti 
Pasquale Benincasa, Giuseppe Di Colandrea, Agostino Oliviero, 
Antonio Ottaviano, Giorgio Mellone, Gianluigi Pennino

 

musiche Giorgio Mellone, scene Carlo De Marino
costumi Annalisa Giacci, luci Francesco Adinolfi
assistente alla regia Francesco Esposito

 

regia Lamberto Lambertini

 

“Vi fa molto ridere questa mia poesia? - dice l’Attore al pubblico che si sbellica - Ci ho messo cinque anni per scriverla!” Qui sta la chiave di questo spettacolo, da qui il titolo: Non c’è niente d ridere. 
Uno spettacolo al contrario che incuriosisce, sorprende e diverte, fin dalla prima scena. Anche la scenografia raffigura un teatro visto dal punto di vista degli attori, con il sipario, le quinte, da dentro, con i palchetti accesi come fondale e le luci della ribalta accese contro di noi. 
In questo spazio irreale si avvicendano un Attore e un’Attrice (Peppe Barra e Lalla Esposito). Macchiette, canzoni, monologhi del vecchio Varietà e surreali parodie del teatro
classico napoletano, rappresentano le situazioni drammatiche della coppia teatrale, fino all’inatteso finale pulcinellesco, di comica e malinconica poesia. 
L’Attore veste il panni di Pulcinella morto che scende in terra per vedere che fine ha fatto la sua Colombina, che invece ritrova furiosa perché si credeva abbandonata. Piano piano, sull’onda dei ricordi, sommersi dalla nostalgia di un’epoca perduta, che non tornerà mai più, tre bisticci, dolci parole d’amore e duetti, si abbracciano per andarsene insieme in Paradiso. 
Uno spettacolo dal ritmo incalzante, per i continui cambi di scena, di luce, di costume, di linguaggio, uno spettacolo d’Attore, come si diceva un tempo, sostenuto e arricchito dalle musiche dal vivo. Peppe Barra e Lamberto Lambertini, di nuovo insieme, vogliono offrire al pubblico uno spettacolo che, con lo stesso spirito di quel Teatro che insieme con l’indimenticata Concetta Barra, riuscì, per dodici anni, in Italia e nel mondo, a coniugare l’applauso del pubblico con l’esultanza della critica, la risata con la commozione, la leggerezza con la cultura, la raffinatezza con la volgarità. 
Oggi più che mai, dopo tanti mesi oscuri e difficili, pubblico desidera divertirsi, soprattutto nel senso di essere trascinato fuori dal tempo e dalla realtà, perché il vero teatro, si sa, è sempre più bello della vita vera, perché sul palcoscenico persino la morte è per finta.

 

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0813418905, 3281011228
Sabato 12 febbraio, ore 20.45

 

Immaginando Produzioni
presenta

Ornella Muti in

 

Un ritratto per Teresa
regia Enrico La Manna

con
Fabrizio Nevola, Duccio Camerino, Francesco Sechi Barbara Marzoli, 
Cecilia Guzzardi, Antonio De Francesco

 

Un’opera in tre atti che inneggia alla vita attraverso la sua assenza, declinata attraverso i suoi personaggi principali: è così sprecata, celebrata sino a ergersi a vuota opera d’arte, fiaccata, resa sterile.
Edward Vitavich è un artista apprezzato per la sua capacità di stupire e ravvivare le piatte vite borghesi dei suoi estimatori. Sospeso sul ciglio dell’eccesso, rischia di veder tramutare la stima del pubblico in disprezzo. Già tormentato da una dipendenza da alcol e farmaci, viene arrestato mentre tenta di trafugare le spoglie del padre, che intende sottrarre alla nuda terra per farne parte integrante di un’opera d’arte.
Liberato su cauzione, affronta una crisi artistica ed esistenziale. Ed è a quel punto che giunge inaspettata la proposta di un ricco committente: realizzare il ritratto di sua moglie, già estimatrice dell’artista, per sublimare in eterno la bellezza dei suoi anni fecondi.
Vitavich è inizialmente contrario: non è un ritrattista, segue l’istinto e non lavora su commissione.
Sarà il suo agente a premere affinché incontri il committente, accettando a malincuore l’incarico. Ma Teresa, la donna del ritratto, non bussa alla sua porta per posare. Arriva immobile in una cassa, senza vita.
Edward dovrà prendersene cura, idratarla, vestirla e agghindarla affinché recuperi le fattezze impresse nei ricordi di suo marito. Un filo di vita scorre ancora nei suoi polsi ed è così che si animerà solo per Edward. Affacciata alla soglia di una porta, immobile nella penombra, ossessionerà l’artista e i suoi sogni, sino al momento in cui prenderà la parola.
La donna, che non si è mai fatta ritrarre o fotografare, è restia a concedersi. Un patto inizia così a legarli: per ogni sua richiesta assecondata, lei gli donerà un colore. Componendo la tavolozza del pittore, Teresa restituirà all’artista quanto a lei è stato negato: la libertà, la speranza, la fiducia di poter generare un’altra vita.
Poserà per Edward, purché la tela racconti solo la verità: le cicatrici ai polsi, lo sguardo sognante di una donna assediata da un uomo dispotico. Il ritratto sarà la sua ultima prigione, il suo corpo l’ultimo simulacro. Ma il suo cuore, come quello di Chopin, sarà libero e altrove, lontano dall’uomo che l’ha segregata e resa infeconda