Da Shakespeare a Beckett. Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione, per un mese si confronta con un altro gigante della letteratura mondiale: Samuel Beckett.
Dopo l’apertura con “Lo spopolatore” di Frasca, dal 31 ottobre al 2 novembre, la proiezione il 5 novembre di “Rockaby Berceuse Dondolo” con Carla Totò, e la messa in scena dal 7 al 9 novembre di “Suonala ancora Sam!” di Marcido Marcidorjs, dal 13 al 27 novembre arriva “Aspettando Godot”, nuova produzione di Galleria Toledo, regia e drammaturgia di Laura Angiulli con Giovanni Battaglia, Ruggero Francesco, Oscar Dondi, Massimo Verdastro, Antonio Speranza, Antonio Torino, luci di Cesare Accetta, direzione tecnica Lucio Sabatino, assistente alla regia Luca Cristiano. Commedia rappresentata in Italia dall’Agenzia D’Arborio 1902 srls, copyright Editions de Minuit.
Lo spettacolo, adattamento e rilettura del più noto dei capolavori di Beckett, debutta giovedì 13 novembre alle 20.30, repliche venerdì 14 alle 19, sabato 15 alle 20.30, domenica 16 alle 18. Stessi orari per gli spettacoli dal 20 al 23 novembre. Il 25, 26 e 27 novembre alle 20.30.
3–16 , 20-23, 25-27 novembre 2025
mar-giov 20.30 | ven. 19.00 | sab. 20.30 | dom. 18.00
Galleria Toledo produzioni
Aspettando Godot
di Samuel Beckett – copyright Editions de Minuit
produzione Galleria Toledo
traduzione Carlo Fruttero
drammaturgia e regia Laura Angiulli
con Giovanni Battaglia,
Ruggero Francesco Oscar Dondi
Massimo Verdastro,Antonio Speranza,
Antonio Torino
Luci Cesare Accetta
Scene Rosario Squillace
Disegno Albero Antonello Scotti
Realizzazione albero Koinelab
Direzione tecnica Lucio Sabatino
Ass.regia Luca Cristiano
foto Matteo Magnoni
Aspettando Godot, primo intenso successo dell’autore a seguire la più tiepida affermazione dei romanzi francesi, opera che più volte con maniacale puntualità lui ritornò a definire, non solo nel testo quanto nelle minutissime didascalie e notazioni di regia, che sempre volle eseguite in tutta puntualità. Beckett, maestro di contemporaneità dissolta e mai del tutto esaurita, che ne rende impossibile la fruizione se non a costo di cedere nelle sabbie mobili di una forma che si sottrae alle logiche della narrazione. Voce che parla e si estingue, per poi ritornare, ancora e tuttavia nuova; quasi scritta in una lingua altra, sillabata e comunque oscura. Ossessiva, presente, amputata nei tentativi di traduzione, nell’estirpazione della lingua madre a favore di un jazzismo linguistico che nel rifrangersi della forma modella il contenuto. Una voce che potrebbe essere la nostra, ma che si riverbera dall’esterno, sfugge e rincorre, prende e svuota, restituisce, in quella che ci appare come poltiglia di voci-immagini, il dissolversi delle relazioni reciproche nel narcisismo dello spettacolo. Luogo fisico e astratto, talmente prossimo da risultare fantastico: laddove il termine fantastico appare quasi il correlativo difensivo di una pertinenza al reale così aderente da necessitare uno straniamento per sussistere. E così in quel manuale basico di conversazione, che tende alla torsione e all’interruzione, prendono corpo le molteplici variazioni della voce Beckettiana, e all’improvviso quella povertà non è miseria, ma tentativo di recuperare la sola particella umana che sia rimasta integra in tutto quel masticare.
di Napoli Magazine
10/11/2025 - 18:57
Da Shakespeare a Beckett. Galleria Toledo, teatro stabile d’innovazione, per un mese si confronta con un altro gigante della letteratura mondiale: Samuel Beckett.
Dopo l’apertura con “Lo spopolatore” di Frasca, dal 31 ottobre al 2 novembre, la proiezione il 5 novembre di “Rockaby Berceuse Dondolo” con Carla Totò, e la messa in scena dal 7 al 9 novembre di “Suonala ancora Sam!” di Marcido Marcidorjs, dal 13 al 27 novembre arriva “Aspettando Godot”, nuova produzione di Galleria Toledo, regia e drammaturgia di Laura Angiulli con Giovanni Battaglia, Ruggero Francesco, Oscar Dondi, Massimo Verdastro, Antonio Speranza, Antonio Torino, luci di Cesare Accetta, direzione tecnica Lucio Sabatino, assistente alla regia Luca Cristiano. Commedia rappresentata in Italia dall’Agenzia D’Arborio 1902 srls, copyright Editions de Minuit.
Lo spettacolo, adattamento e rilettura del più noto dei capolavori di Beckett, debutta giovedì 13 novembre alle 20.30, repliche venerdì 14 alle 19, sabato 15 alle 20.30, domenica 16 alle 18. Stessi orari per gli spettacoli dal 20 al 23 novembre. Il 25, 26 e 27 novembre alle 20.30.
3–16 , 20-23, 25-27 novembre 2025
mar-giov 20.30 | ven. 19.00 | sab. 20.30 | dom. 18.00
Galleria Toledo produzioni
Aspettando Godot
di Samuel Beckett – copyright Editions de Minuit
produzione Galleria Toledo
traduzione Carlo Fruttero
drammaturgia e regia Laura Angiulli
con Giovanni Battaglia,
Ruggero Francesco Oscar Dondi
Massimo Verdastro,Antonio Speranza,
Antonio Torino
Luci Cesare Accetta
Scene Rosario Squillace
Disegno Albero Antonello Scotti
Realizzazione albero Koinelab
Direzione tecnica Lucio Sabatino
Ass.regia Luca Cristiano
foto Matteo Magnoni
Aspettando Godot, primo intenso successo dell’autore a seguire la più tiepida affermazione dei romanzi francesi, opera che più volte con maniacale puntualità lui ritornò a definire, non solo nel testo quanto nelle minutissime didascalie e notazioni di regia, che sempre volle eseguite in tutta puntualità. Beckett, maestro di contemporaneità dissolta e mai del tutto esaurita, che ne rende impossibile la fruizione se non a costo di cedere nelle sabbie mobili di una forma che si sottrae alle logiche della narrazione. Voce che parla e si estingue, per poi ritornare, ancora e tuttavia nuova; quasi scritta in una lingua altra, sillabata e comunque oscura. Ossessiva, presente, amputata nei tentativi di traduzione, nell’estirpazione della lingua madre a favore di un jazzismo linguistico che nel rifrangersi della forma modella il contenuto. Una voce che potrebbe essere la nostra, ma che si riverbera dall’esterno, sfugge e rincorre, prende e svuota, restituisce, in quella che ci appare come poltiglia di voci-immagini, il dissolversi delle relazioni reciproche nel narcisismo dello spettacolo. Luogo fisico e astratto, talmente prossimo da risultare fantastico: laddove il termine fantastico appare quasi il correlativo difensivo di una pertinenza al reale così aderente da necessitare uno straniamento per sussistere. E così in quel manuale basico di conversazione, che tende alla torsione e all’interruzione, prendono corpo le molteplici variazioni della voce Beckettiana, e all’improvviso quella povertà non è miseria, ma tentativo di recuperare la sola particella umana che sia rimasta integra in tutto quel masticare.