Il Teatro Elicantropo, fondato e diretto da Carlo Cerciello, da trent’anni porta avanti una missione che unisce arte, ricerca e formazione, uno spazio vitale per chi crede nella forza trasformativa del palcoscenico.
La stagione 2025/2026 proporrà spettacoli che non raccontano solo storie, ma interrogano la nostra contemporaneità, indagano le ferite collettive, la fragilità dell’umano e, insieme, la sua inesauribile capacità di sognare e ribellarsi.
Ogni spettacolo è una tappa di un viaggio che esplora le zone più vulnerabili e luminose dell’essere umano, tra solitudini e comunità, ferite storiche e possibilità di rinascita: un mosaico che compone un unico, ampio discorso teatrale.
Un percorso che ribadisce la convinzione che il teatro, per avere senso, debba farsi luogo di sguardo, di coscienza, di testimonianza.
Per sottolineare il senso profondo delle tragedie che continuiamo ad attraversare e il riflesso che esse hanno nella nostra vita, il Teatro Elicantropo affronta per il quinto anno il tema del "tragico" in teatro, quello che Testori definiva "l’inizio e la fine del teatro stesso".
Parallelamente alla stagione teatrale, proseguirà l’attività del Laboratorio Teatrale Permanente Elicantropo, diretto da Carlo Cerciello: un percorso triennale che ha formato centinaia di allievi, oggi attori e registi riconosciuti in Italia e all’estero.
Anche quest’anno, in collaborazione con la Fondazione Eduardo De Filippo, continua il progetto degli Studi Eduardiani, che porta gli allievi a confrontarsi con il genio partenopeo in una sede prestigiosa, ponte tra tradizione e ricerca.
Il percorso programmatico si completa con il Perfezionamento Professionale per Attori 2025/2026, destinato a chi ha già terminato il triennio o a professionisti selezionati, con incontri, seminari e stages condotti da maestri di livello nazionale e internazionale.
«Il nostro tempo - afferma Carlo Cerciello - è segnato dall’orrore, dal cinismo, dalla dissoluzione dei valori umani. La tragica assenza di tragedia genera indifferenza e complicità. In queste condizioni, fare teatro significa denunciare, non smettere di guardare. La stagione è dedicata al genocidio del popolo palestinese, considerato l'orrore più devastante del XXI secolo, capace di annientare per sempre l’umanesimo. Gaza diventa il simbolo di una nuova morte di Dio, tra i corpi dei bambini e la brutalità resa quotidiana. Il teatro cerca di rispondere a questa disperazione muta, restando spazio di testimonianza, di parola e di coscienza collettiva».
La nuova stagione del Teatro Elicantropo prenderà il via mercoledì 8 ottobre con un ritorno che è insieme memoria e celebrazione, Scannasurice di Enzo Moscato, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa. Fino al 26 ottobre, il femminiello dei Quartieri Spagnoli, creatura sospesa tra oscenità e poesia, ci accompagnerà in una discesa agli inferi della napoletanità, inaugurando, di fatto, i festeggiamenti per i trent’anni del teatro.
La programmazione proseguirà a novembre, dal 13 al 16, con Chisció e Panza di e con Enzo Attanasio e Rosalba Di Girolamo, liberamente ispirato al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Due figure buffe, tra travestimenti e malinconie, trasformano il loro cammino in una riflessione sull’amicizia e sul potere salvifico del sogno condiviso.
Il 21 e 22 novembre sarà la volta di Manuale di sopravvivenza sulla felicità di e con Chiara Claudi, un monologo-concerto che unisce psicologia, musica e teatro per raccontare le voci interiori che ci abitano.
Il mese di novembre si chiuderà, dal 27 al 30, con Ginestre di Elvira Buonocore, con Francesca Fedeli e Alessia Santalucia, regia Gennaro Maresca. Lo sguardo si fa più civile e politico in un’opera che intreccia memoria e denuncia, per dare voce alle vittime delle catastrofi e al potere che dovrebbe prevenirle.
Dall’8 gennaio all’8 febbraio 2026, l’Elicantropo si confronta con uno dei miti fondativi del teatro, presentando Definisci Antigone, riscrittura scenica di Carlo Cerciello, con Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei. L’allestimento mette in dialogo Sofocle, Brecht, Anouilh e le testimonianze contemporanee del popolo palestinese, per una riflessione potente sul gesto politico e umano, capace di resistere all’indifferenza.
Il mese di marzo, dall’11 al 22, vedrà il Teatro Elicantropo celebrare la sua stessa storia in Buon Compleanno con Roberto Azzurro, Paolo Coletta, Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei, condotto e diretto da Carlo Cerciello. Un viaggio corale che unisce parole, immagini e musica per ripercorrere trent’anni di lotte, passioni, spettacoli e formazione, insieme a chi ne ha condiviso il cammino.
La primavera scenica si aprirà, nel mese di aprile, con tre appuntamenti ravvicinati, a partire, dal 9 al 12, con Silvio Barbiero che porta in scena Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile. La lingua è quella di Basile barocca ricchissima e poetica, che veleggia tra immagini complesse e battute da trivio.
Dal 16 al 19 aprile, Giovanni Piscitelli porta in scena Nostoi ‘O tturna’, monologo ispirato al ritrovamento dei Bronzi di Riace, dove mito e quotidiano si intrecciano con ironia.
Patrizia Eger dirige e interpreta, dal 23 al 26 aprile, Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con la danzatrice Sabrina D’Aguanno e le coreografie di Elena D’Aguanno. Il ritratto di una donna travolta dall’ossessione amorosa e dalla fragilità identitaria.
La stagione si concluderà, dal 30 aprile al 3 maggio, ospitando Oltre la linea 2026, rassegna di danza contemporanea ed altre arti che riunisce coreografi e compagnie di rilievo nazionale, presentata da Itinerarte, con la direzione artistica di Rosario Liguoro.
Il Teatro Elicantropo rinnova anche per la stagione 2025/2026 il suo impegno a essere luogo di resistenza culturale, poetica e politica. Una stagione che è un viaggio, un attraversamento di visioni e linguaggi, dove la memoria incontra il mito, il dolore sociale si intreccia con l’intimità, la danza si apre al racconto e il teatro diventa specchio delle contraddizioni contemporanee.
di Napoli Magazine
07/10/2025 - 14:53
Il Teatro Elicantropo, fondato e diretto da Carlo Cerciello, da trent’anni porta avanti una missione che unisce arte, ricerca e formazione, uno spazio vitale per chi crede nella forza trasformativa del palcoscenico.
La stagione 2025/2026 proporrà spettacoli che non raccontano solo storie, ma interrogano la nostra contemporaneità, indagano le ferite collettive, la fragilità dell’umano e, insieme, la sua inesauribile capacità di sognare e ribellarsi.
Ogni spettacolo è una tappa di un viaggio che esplora le zone più vulnerabili e luminose dell’essere umano, tra solitudini e comunità, ferite storiche e possibilità di rinascita: un mosaico che compone un unico, ampio discorso teatrale.
Un percorso che ribadisce la convinzione che il teatro, per avere senso, debba farsi luogo di sguardo, di coscienza, di testimonianza.
Per sottolineare il senso profondo delle tragedie che continuiamo ad attraversare e il riflesso che esse hanno nella nostra vita, il Teatro Elicantropo affronta per il quinto anno il tema del "tragico" in teatro, quello che Testori definiva "l’inizio e la fine del teatro stesso".
Parallelamente alla stagione teatrale, proseguirà l’attività del Laboratorio Teatrale Permanente Elicantropo, diretto da Carlo Cerciello: un percorso triennale che ha formato centinaia di allievi, oggi attori e registi riconosciuti in Italia e all’estero.
Anche quest’anno, in collaborazione con la Fondazione Eduardo De Filippo, continua il progetto degli Studi Eduardiani, che porta gli allievi a confrontarsi con il genio partenopeo in una sede prestigiosa, ponte tra tradizione e ricerca.
Il percorso programmatico si completa con il Perfezionamento Professionale per Attori 2025/2026, destinato a chi ha già terminato il triennio o a professionisti selezionati, con incontri, seminari e stages condotti da maestri di livello nazionale e internazionale.
«Il nostro tempo - afferma Carlo Cerciello - è segnato dall’orrore, dal cinismo, dalla dissoluzione dei valori umani. La tragica assenza di tragedia genera indifferenza e complicità. In queste condizioni, fare teatro significa denunciare, non smettere di guardare. La stagione è dedicata al genocidio del popolo palestinese, considerato l'orrore più devastante del XXI secolo, capace di annientare per sempre l’umanesimo. Gaza diventa il simbolo di una nuova morte di Dio, tra i corpi dei bambini e la brutalità resa quotidiana. Il teatro cerca di rispondere a questa disperazione muta, restando spazio di testimonianza, di parola e di coscienza collettiva».
La nuova stagione del Teatro Elicantropo prenderà il via mercoledì 8 ottobre con un ritorno che è insieme memoria e celebrazione, Scannasurice di Enzo Moscato, diretto da Carlo Cerciello e interpretato da Imma Villa. Fino al 26 ottobre, il femminiello dei Quartieri Spagnoli, creatura sospesa tra oscenità e poesia, ci accompagnerà in una discesa agli inferi della napoletanità, inaugurando, di fatto, i festeggiamenti per i trent’anni del teatro.
La programmazione proseguirà a novembre, dal 13 al 16, con Chisció e Panza di e con Enzo Attanasio e Rosalba Di Girolamo, liberamente ispirato al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Due figure buffe, tra travestimenti e malinconie, trasformano il loro cammino in una riflessione sull’amicizia e sul potere salvifico del sogno condiviso.
Il 21 e 22 novembre sarà la volta di Manuale di sopravvivenza sulla felicità di e con Chiara Claudi, un monologo-concerto che unisce psicologia, musica e teatro per raccontare le voci interiori che ci abitano.
Il mese di novembre si chiuderà, dal 27 al 30, con Ginestre di Elvira Buonocore, con Francesca Fedeli e Alessia Santalucia, regia Gennaro Maresca. Lo sguardo si fa più civile e politico in un’opera che intreccia memoria e denuncia, per dare voce alle vittime delle catastrofi e al potere che dovrebbe prevenirle.
Dall’8 gennaio all’8 febbraio 2026, l’Elicantropo si confronta con uno dei miti fondativi del teatro, presentando Definisci Antigone, riscrittura scenica di Carlo Cerciello, con Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei. L’allestimento mette in dialogo Sofocle, Brecht, Anouilh e le testimonianze contemporanee del popolo palestinese, per una riflessione potente sul gesto politico e umano, capace di resistere all’indifferenza.
Il mese di marzo, dall’11 al 22, vedrà il Teatro Elicantropo celebrare la sua stessa storia in Buon Compleanno con Roberto Azzurro, Paolo Coletta, Imma Villa, Mariachiara Falcone, Cecilia Lupoli, Serena Mazzei, condotto e diretto da Carlo Cerciello. Un viaggio corale che unisce parole, immagini e musica per ripercorrere trent’anni di lotte, passioni, spettacoli e formazione, insieme a chi ne ha condiviso il cammino.
La primavera scenica si aprirà, nel mese di aprile, con tre appuntamenti ravvicinati, a partire, dal 9 al 12, con Silvio Barbiero che porta in scena Lu cunto de li cunti di Giambattista Basile. La lingua è quella di Basile barocca ricchissima e poetica, che veleggia tra immagini complesse e battute da trivio.
Dal 16 al 19 aprile, Giovanni Piscitelli porta in scena Nostoi ‘O tturna’, monologo ispirato al ritrovamento dei Bronzi di Riace, dove mito e quotidiano si intrecciano con ironia.
Patrizia Eger dirige e interpreta, dal 23 al 26 aprile, Anna Cappelli di Annibale Ruccello, con la danzatrice Sabrina D’Aguanno e le coreografie di Elena D’Aguanno. Il ritratto di una donna travolta dall’ossessione amorosa e dalla fragilità identitaria.
La stagione si concluderà, dal 30 aprile al 3 maggio, ospitando Oltre la linea 2026, rassegna di danza contemporanea ed altre arti che riunisce coreografi e compagnie di rilievo nazionale, presentata da Itinerarte, con la direzione artistica di Rosario Liguoro.
Il Teatro Elicantropo rinnova anche per la stagione 2025/2026 il suo impegno a essere luogo di resistenza culturale, poetica e politica. Una stagione che è un viaggio, un attraversamento di visioni e linguaggi, dove la memoria incontra il mito, il dolore sociale si intreccia con l’intimità, la danza si apre al racconto e il teatro diventa specchio delle contraddizioni contemporanee.