Mentre in questi giorni nella sala del Teatro Mercadante é in scena Non posso narrare la mia vita di Roberto Andó, omaggio alla vita e all’opera di Enzo Moscato, anche il Ridotto rende tributo alla memoria del grande drammaturgo, regista e attore. Dal 16 al 21 dicembre debutta in prima nazionale Orfani veleni, progetto vincitore della prima edizione del Premio dedicato a Moscato e riservato ad artisti e compagnie under 35, nato dalla collaborazione tra il Teatro di Napoli e il centro di produzione Casa del Contemporaneo.
Lo spettacolo va in scena con un nuovo adattamento del testo di Moscato firmato da Davide Cristiano, anche regista. Sul palco un affiatato cast composto da Claudio Bellisario, Francesco Ferrante, Cristoforo Iorio, Nello Provenzano e Giuliana Zannelli, interpreti chiamati a dare corpo e voce a un’opera sospesa tra poesia, rito e memoria. La produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e di Casa del Contemporaneo.
Lo spettacolo immagina che l’uomo che dorme in strada non sia semplicemente un emarginato, ma l’ultimo baluardo di una comunità in estinzione. È un vecchio attore relegato ai margini dello sguardo collettivo, rimasto solo ad abitare una piazza diventata simbolo di una società in disfacimento. A soccorrerlo arriva una figura angelica, un Pulcinella serafico, mentre tre ragazzi gli si avventano contro come avvoltoi: rappresentano gli stereotipi che hanno svuotato la cultura popolare, riducendola a immagine oleografica fino quasi ad annientarla.
Su tutto aleggia, fuori dal tempo, la voce lucida del poeta. In questo contesto il testo di Moscato, Orfani Veleni, viene immerso in una dimensione poetica e metafisica: un’indagine sulla sopravvivenza e sulla resistenza di una comunità, ma anche un tentativo di rinascita. Moscato stesso definiva questo processo come un rituale magico, un esorcismo, un necessario grido di vita contro la devastazione materiale e sentimentale della città — una città che, per l’autore, racchiude in sé l’intero universo.
Note di regia
Enzo Moscato definisce Orfani Veleni un «esercizio di de-mascherazione». La maschera e` «metafora di morte», poiche´ cela in ciascuno di noi «l’abisso» della solitudine e dissimula in un’intera comunita`, qui «la contea di N.», «l'inarrestabile devastazione di cose e sentimenti». D’altra parte, pero`, se la maschera occulta lo squarcio, e` anche l’unica possibilita` che abbiamo per vivere: qualsiasi vitalita` origina e si alimenta dal contatto con la morte, cosi` come l’esuberanza di Napoli e dei suoi abitanti e` indissolubile dalle sue contraddizioni - «cio` che e` profondo ama la maschera». L’opera e` un esempio di «tradinvenzione», nuova forma letteraria cosi` battezzata da Moscato, dove brani di sua creazione si intrecciano a riscritture di Petito, Basile, Rilke, Hugo, Rimbaud, Shakespeare, e a forme demotiche e proverbiali. L’assenza di una struttura drammatica nel testo ha innescato la necessita` di ricostruire uno scenario entro cui precipitare l’indagine poetica e metafisica dell’autore per darle corpo: Orfani Veleni e` il sogno-incubo di un senzatetto, annoso attore di teatro di strada, ultimo rimasto ad abitare la piazza, il luogo di una collettivita` in disfacimento. La sua casa e` un’installazione promozionale che riporta didascalicamente il nome della citta` e, per metonimia, la rappresenta. Solo una figura angelica, un Pulcinella serafico, puo` intervenire in suo soccorso quando tre ragazzi si abbattono su di lui come avvoltoi: sono l’incarnazione di quegli stereotipi che hanno declassato la cultura popolare ad oleografica fino ad annichilirla. Su tutti, in chiave epica, aleggia dal megafono della filodiffusione urbana la voce del poeta. L’uso delle registrazioni di Enzo Moscato, che «gioca» i brani piu` lirici dell’opera, consacra l’autore a poeta voce della citta`, a cui ci si accosta per rinnovare nel suo solco poetico e politico il nostro senso di comunita` e scongiurare una rovina collettiva che, fin dalla prefazione del testo, l’autore ci «chiama energicamente ad affrontare» e a «tramutare in urlo fortissimo di vita». Un urlo di resistenza che coincide per il nostro senzatetto con la fine dell’incubo: forse anche noi, sull’orlo di una catastrofe, possiamo riscoprirci dei sonnambuli avvolti in un delirio da cui e` ancora possibile tornare alla luce.
Davide Cristiano
Premio Enzo Moscato per artisti e compagnie under 35
La nascita dello spettacolo si inserisce nel percorso avviato dalla prima edizione del Premio Enzo Moscato, promosso dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato insieme a Casa del Contemporaneo e al Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. Il premio è dedicato alla produzione teatrale di artist? e compagnie under 35 che scelgono di confrontarsi con l’opera del grande drammaturgo napoletano.
L’universo teatrale di Moscato, ricco di stratificazioni, contaminazioni linguistiche e una profonda umanità marginale, attraversa oltre quarant’anni di teatro senza mai tradire la forza di una parola radicale e inconfondibile. Nel solco di ciò che l’autore stesso amava, il tradimento creativo e l’incontro con le nuove generazioni, il premio mira a sostenere progettualità in grado di rileggere, reinventare e rilanciare il suo patrimonio artistico, valorizzando nuove voci e nuove forme espressive sul territorio regionale e nazionale.
Ridotto del Mercadante dal 16 al 21 dicembre
ORFANI VELENI
di Enzo Moscato
adattamento e regia Davide Cristiano
con Francesco Ferrante, Claudio Bellisario, Cristoforo Iorio, Nello Provenzano, Giuliana Zannelli
scenografia Sara Palmieri
musiche e disegno sonoro Gianluigi Montagnaro
costumi Dario Biancullo
luci Sebastiano Cautiero
coreografie Luna Cenere
organizzazione Claudio Affinito
grafica Sofia De Capua
foto di scena Pino Miraglia
assistente alle scene Alessandra Avitabile
realizzazione scene NEO Scenografie e Attrezzeria
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo centro di produzione teatrale
progetto vincitore della prima edizione del Premio Enzo Moscato per artisti e compagnie under 35
si ringrazia Simone Aliberti
date e orari
16/12/2025 19:00
17/12/2025 21:00
18/12/2025 21:00
19/12/2025 18:00
20/12/2025 17:00
21/12/2025 21:00
di Napoli Magazine
12/12/2025 - 11:28
Mentre in questi giorni nella sala del Teatro Mercadante é in scena Non posso narrare la mia vita di Roberto Andó, omaggio alla vita e all’opera di Enzo Moscato, anche il Ridotto rende tributo alla memoria del grande drammaturgo, regista e attore. Dal 16 al 21 dicembre debutta in prima nazionale Orfani veleni, progetto vincitore della prima edizione del Premio dedicato a Moscato e riservato ad artisti e compagnie under 35, nato dalla collaborazione tra il Teatro di Napoli e il centro di produzione Casa del Contemporaneo.
Lo spettacolo va in scena con un nuovo adattamento del testo di Moscato firmato da Davide Cristiano, anche regista. Sul palco un affiatato cast composto da Claudio Bellisario, Francesco Ferrante, Cristoforo Iorio, Nello Provenzano e Giuliana Zannelli, interpreti chiamati a dare corpo e voce a un’opera sospesa tra poesia, rito e memoria. La produzione è del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e di Casa del Contemporaneo.
Lo spettacolo immagina che l’uomo che dorme in strada non sia semplicemente un emarginato, ma l’ultimo baluardo di una comunità in estinzione. È un vecchio attore relegato ai margini dello sguardo collettivo, rimasto solo ad abitare una piazza diventata simbolo di una società in disfacimento. A soccorrerlo arriva una figura angelica, un Pulcinella serafico, mentre tre ragazzi gli si avventano contro come avvoltoi: rappresentano gli stereotipi che hanno svuotato la cultura popolare, riducendola a immagine oleografica fino quasi ad annientarla.
Su tutto aleggia, fuori dal tempo, la voce lucida del poeta. In questo contesto il testo di Moscato, Orfani Veleni, viene immerso in una dimensione poetica e metafisica: un’indagine sulla sopravvivenza e sulla resistenza di una comunità, ma anche un tentativo di rinascita. Moscato stesso definiva questo processo come un rituale magico, un esorcismo, un necessario grido di vita contro la devastazione materiale e sentimentale della città — una città che, per l’autore, racchiude in sé l’intero universo.
Note di regia
Enzo Moscato definisce Orfani Veleni un «esercizio di de-mascherazione». La maschera e` «metafora di morte», poiche´ cela in ciascuno di noi «l’abisso» della solitudine e dissimula in un’intera comunita`, qui «la contea di N.», «l'inarrestabile devastazione di cose e sentimenti». D’altra parte, pero`, se la maschera occulta lo squarcio, e` anche l’unica possibilita` che abbiamo per vivere: qualsiasi vitalita` origina e si alimenta dal contatto con la morte, cosi` come l’esuberanza di Napoli e dei suoi abitanti e` indissolubile dalle sue contraddizioni - «cio` che e` profondo ama la maschera». L’opera e` un esempio di «tradinvenzione», nuova forma letteraria cosi` battezzata da Moscato, dove brani di sua creazione si intrecciano a riscritture di Petito, Basile, Rilke, Hugo, Rimbaud, Shakespeare, e a forme demotiche e proverbiali. L’assenza di una struttura drammatica nel testo ha innescato la necessita` di ricostruire uno scenario entro cui precipitare l’indagine poetica e metafisica dell’autore per darle corpo: Orfani Veleni e` il sogno-incubo di un senzatetto, annoso attore di teatro di strada, ultimo rimasto ad abitare la piazza, il luogo di una collettivita` in disfacimento. La sua casa e` un’installazione promozionale che riporta didascalicamente il nome della citta` e, per metonimia, la rappresenta. Solo una figura angelica, un Pulcinella serafico, puo` intervenire in suo soccorso quando tre ragazzi si abbattono su di lui come avvoltoi: sono l’incarnazione di quegli stereotipi che hanno declassato la cultura popolare ad oleografica fino ad annichilirla. Su tutti, in chiave epica, aleggia dal megafono della filodiffusione urbana la voce del poeta. L’uso delle registrazioni di Enzo Moscato, che «gioca» i brani piu` lirici dell’opera, consacra l’autore a poeta voce della citta`, a cui ci si accosta per rinnovare nel suo solco poetico e politico il nostro senso di comunita` e scongiurare una rovina collettiva che, fin dalla prefazione del testo, l’autore ci «chiama energicamente ad affrontare» e a «tramutare in urlo fortissimo di vita». Un urlo di resistenza che coincide per il nostro senzatetto con la fine dell’incubo: forse anche noi, sull’orlo di una catastrofe, possiamo riscoprirci dei sonnambuli avvolti in un delirio da cui e` ancora possibile tornare alla luce.
Davide Cristiano
Premio Enzo Moscato per artisti e compagnie under 35
La nascita dello spettacolo si inserisce nel percorso avviato dalla prima edizione del Premio Enzo Moscato, promosso dalla Compagnia Teatrale Enzo Moscato insieme a Casa del Contemporaneo e al Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. Il premio è dedicato alla produzione teatrale di artist? e compagnie under 35 che scelgono di confrontarsi con l’opera del grande drammaturgo napoletano.
L’universo teatrale di Moscato, ricco di stratificazioni, contaminazioni linguistiche e una profonda umanità marginale, attraversa oltre quarant’anni di teatro senza mai tradire la forza di una parola radicale e inconfondibile. Nel solco di ciò che l’autore stesso amava, il tradimento creativo e l’incontro con le nuove generazioni, il premio mira a sostenere progettualità in grado di rileggere, reinventare e rilanciare il suo patrimonio artistico, valorizzando nuove voci e nuove forme espressive sul territorio regionale e nazionale.
Ridotto del Mercadante dal 16 al 21 dicembre
ORFANI VELENI
di Enzo Moscato
adattamento e regia Davide Cristiano
con Francesco Ferrante, Claudio Bellisario, Cristoforo Iorio, Nello Provenzano, Giuliana Zannelli
scenografia Sara Palmieri
musiche e disegno sonoro Gianluigi Montagnaro
costumi Dario Biancullo
luci Sebastiano Cautiero
coreografie Luna Cenere
organizzazione Claudio Affinito
grafica Sofia De Capua
foto di scena Pino Miraglia
assistente alle scene Alessandra Avitabile
realizzazione scene NEO Scenografie e Attrezzeria
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Casa del Contemporaneo centro di produzione teatrale
progetto vincitore della prima edizione del Premio Enzo Moscato per artisti e compagnie under 35
si ringrazia Simone Aliberti
date e orari
16/12/2025 19:00
17/12/2025 21:00
18/12/2025 21:00
19/12/2025 18:00
20/12/2025 17:00
21/12/2025 21:00