Cultura & Gossip
TAVOLA ROTONDA - La Bocconi a Napoli discute di abbandono scolastico con il sindaco Manfredi
15.06.2023 16:36 di Napoli Magazine

L’abbandono scolastico, una piaga ancora troppo evidente in Italia e particolarmente in Campania. Dati ISTAT mostrano che nel 2019, già prima del Covid, la quota di giovani che uscivano prematuramente dal sistema di istruzione dopo aver conseguito la sola Terza media (early leavers) era del 13,3% in Italia e del 17,2% in Campania. Il Covid, poi, ha peggiorato la situazione: nel 2020 la quota di studenti early leavers è salita al 14,2% in Italia e al 19% in Campania. Post Covid si è registrato un miglioramento, nel 2022 il tasso di abbandono è sceso rispettivamente all'11,5% e al 16,1%.

 

Il tema dell’abbandono scolastico è stato discusso oggi, presso Villa Doria D’Angri a Napoli, nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato il sindaco della città, Gaetano Manfredi, l’assessora all’Istruzione del Comune, Maura Striano, insieme al direttore del Dipartimento di Social and Political Sciences della Bocconi, Vincenzo Galasso, e alcuni docenti e ricercatori dell’Ateneo milanese (Massimo Anelli e Giovanna Marcolongo). La tavola rotonda, dal titolo “Come combattere l’abbandono scolastico”, si inserisce nell’ambito della SPS Conference on Global Challenges, la conferenza annuale del Dipartimento di Social and Political Sciences Bocconi, organizzata il 15 e 16 giugno a Napoli in collaborazione con l’Università Parthenope.

 

“La scuola gioca un potente ruolo di equalizzatore sociale, poiché riduce il divario di apprendimento tra bambini e ragazzi di livello socio-economico diverso”, spiega Galasso. “E questo è particolarmente vero in contesti, come quelli di alcune zone di Napoli e della Campania, caratterizzati da un tessuto socio-economico fragile, in cui i giovani non hanno alle spalle una famiglia con un livello di istruzione elevato in grado di fornire ai ragazzi stimoli produttivi per l’apprendimento”.

 

Elementi, quelli del ruolo di equalizzatore della scuola e del supporto della famiglia, che emergono da uno studio che Massimo Anelli, Vincenzo Galasso e Silvia Griselda (Università Bocconi) hanno compiuto proprio sulle dinamiche legate al divario di apprendimento tra studenti di diverso livello socioeconomico. La ricerca evidenzia un punto fondamentale: quando la scuola viene meno o deve essere riorganizzata da remoto, come è successo per esempio durante la pandemia, il divario di apprendimento tra studenti avvantaggiati e svantaggiati (quelli che non possono contare su un contesto sociale e familiare favorevole e stimolante) tende ad aumentare.

All’estremo del divario di apprendimento, il rischio è l’abbandono scolastico. Ma perché i ragazzi abbandonano gli studi? Su questo aspetto farà luce un progetto di ricerca creato nelle scuole di Napoli da Giovanna Marcolongo dell’Università Bocconi, in collaborazione con le università Cattolica di Milano e di Ferrara. Il presupposto è che, in contesti di fragilità socioeconomica, il ruolo dell’insegnante sia ancora più essenziale: quest’ultimo, infatti, si trova a sopperire all’eventuale assenza di supporto da parte della famiglia e a diventare l’adulto di riferimento. Eppure, specialmente in tali contesti, le sfide così grandi che i docenti affrontano non possono prescindere da preparazione e supporto professionale, come anche da occasioni di confronto tra colleghi. Sostegni che, ad oggi, non trovano adeguato spazio nella formazione dei docenti. 

 

Il progetto darà l’opportunità agli insegnanti di incontrarsi frequentemente durante l’anno scolastico per creare “community” e condividere le proprie sfide. Gli incontri saranno guidati da uno psicologo scolastico che aiuterà il confronto e condividerà strumenti utili a facilitare e gestire le interazioni con gli alunni. L’obiettivo è quello di portare gli insegnanti a sentirsi supportati anche tra colleghi, cosicché mantengano o riscoprano il proprio entusiasmo, per svolgere appieno il proprio ruolo chiave di supporto agli alunni. In ultima istanza gli alunni, sentendosi sostenuti potranno mantenere fiducia nella scuola, dedicandovisi con maggiore impegno e riducendo l’abbandono. 

 

In una fase pilota, condotta nelle scuole medie della provincia di Napoli, quando intervistati su quale sia il proprio obiettivo lavorativo, gli insegnanti non hanno dubbio sul mettere al centro “alunni”, “formare”, “successo”. Allo stesso tempo, su una scala da 0 a 10, riportano che sono soliti prendersi in carico i problemi dei propri studenti per un valore medio di 7,2.  E se è vero che circa l’80% dei professori si sente rallegrato dopo aver lavorato con gli studenti, circa il 20% è spesso o sempre emotivamente sfinito dal proprio lavoro. La speranza è che la condivisione di un carico emotivo, talvolta pesante, e un maggiore supporto da colleghi e professionisti possa rendere le sfide che gli insegnanti affrontano più semplici da affrontare, migliorando la fiducia degli studenti verso i docenti prima, e verso la scuola in generale poi, così da restituirle il ruolo di ascensore sociale che le appartiene. 

 

Ma non saranno solo istruzione e abbandono scolastico a tenere banco nella due giorni di Napoli. I ricercatori Bocconi discuteranno, tra gli altri, di una serie di lavori di ricerca sui temi del welfare e della social stratification, dell’impatto della disabilità infantile sulle famiglie, dell’impatto dei social network sulle decisioni e delle sfide del sistema sanitario e della distribuzione globale dei vaccini. E ancora, dell’ineguaglianza economica, dell’impatto dell’automazione e delle sfide legate ai temi dell’identità e all’inclusione sociale

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TAVOLA ROTONDA - La Bocconi a Napoli discute di abbandono scolastico con il sindaco Manfredi

di Napoli Magazine

15/06/2023 - 16:36

L’abbandono scolastico, una piaga ancora troppo evidente in Italia e particolarmente in Campania. Dati ISTAT mostrano che nel 2019, già prima del Covid, la quota di giovani che uscivano prematuramente dal sistema di istruzione dopo aver conseguito la sola Terza media (early leavers) era del 13,3% in Italia e del 17,2% in Campania. Il Covid, poi, ha peggiorato la situazione: nel 2020 la quota di studenti early leavers è salita al 14,2% in Italia e al 19% in Campania. Post Covid si è registrato un miglioramento, nel 2022 il tasso di abbandono è sceso rispettivamente all'11,5% e al 16,1%.

 

Il tema dell’abbandono scolastico è stato discusso oggi, presso Villa Doria D’Angri a Napoli, nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato il sindaco della città, Gaetano Manfredi, l’assessora all’Istruzione del Comune, Maura Striano, insieme al direttore del Dipartimento di Social and Political Sciences della Bocconi, Vincenzo Galasso, e alcuni docenti e ricercatori dell’Ateneo milanese (Massimo Anelli e Giovanna Marcolongo). La tavola rotonda, dal titolo “Come combattere l’abbandono scolastico”, si inserisce nell’ambito della SPS Conference on Global Challenges, la conferenza annuale del Dipartimento di Social and Political Sciences Bocconi, organizzata il 15 e 16 giugno a Napoli in collaborazione con l’Università Parthenope.

 

“La scuola gioca un potente ruolo di equalizzatore sociale, poiché riduce il divario di apprendimento tra bambini e ragazzi di livello socio-economico diverso”, spiega Galasso. “E questo è particolarmente vero in contesti, come quelli di alcune zone di Napoli e della Campania, caratterizzati da un tessuto socio-economico fragile, in cui i giovani non hanno alle spalle una famiglia con un livello di istruzione elevato in grado di fornire ai ragazzi stimoli produttivi per l’apprendimento”.

 

Elementi, quelli del ruolo di equalizzatore della scuola e del supporto della famiglia, che emergono da uno studio che Massimo Anelli, Vincenzo Galasso e Silvia Griselda (Università Bocconi) hanno compiuto proprio sulle dinamiche legate al divario di apprendimento tra studenti di diverso livello socioeconomico. La ricerca evidenzia un punto fondamentale: quando la scuola viene meno o deve essere riorganizzata da remoto, come è successo per esempio durante la pandemia, il divario di apprendimento tra studenti avvantaggiati e svantaggiati (quelli che non possono contare su un contesto sociale e familiare favorevole e stimolante) tende ad aumentare.

All’estremo del divario di apprendimento, il rischio è l’abbandono scolastico. Ma perché i ragazzi abbandonano gli studi? Su questo aspetto farà luce un progetto di ricerca creato nelle scuole di Napoli da Giovanna Marcolongo dell’Università Bocconi, in collaborazione con le università Cattolica di Milano e di Ferrara. Il presupposto è che, in contesti di fragilità socioeconomica, il ruolo dell’insegnante sia ancora più essenziale: quest’ultimo, infatti, si trova a sopperire all’eventuale assenza di supporto da parte della famiglia e a diventare l’adulto di riferimento. Eppure, specialmente in tali contesti, le sfide così grandi che i docenti affrontano non possono prescindere da preparazione e supporto professionale, come anche da occasioni di confronto tra colleghi. Sostegni che, ad oggi, non trovano adeguato spazio nella formazione dei docenti. 

 

Il progetto darà l’opportunità agli insegnanti di incontrarsi frequentemente durante l’anno scolastico per creare “community” e condividere le proprie sfide. Gli incontri saranno guidati da uno psicologo scolastico che aiuterà il confronto e condividerà strumenti utili a facilitare e gestire le interazioni con gli alunni. L’obiettivo è quello di portare gli insegnanti a sentirsi supportati anche tra colleghi, cosicché mantengano o riscoprano il proprio entusiasmo, per svolgere appieno il proprio ruolo chiave di supporto agli alunni. In ultima istanza gli alunni, sentendosi sostenuti potranno mantenere fiducia nella scuola, dedicandovisi con maggiore impegno e riducendo l’abbandono. 

 

In una fase pilota, condotta nelle scuole medie della provincia di Napoli, quando intervistati su quale sia il proprio obiettivo lavorativo, gli insegnanti non hanno dubbio sul mettere al centro “alunni”, “formare”, “successo”. Allo stesso tempo, su una scala da 0 a 10, riportano che sono soliti prendersi in carico i problemi dei propri studenti per un valore medio di 7,2.  E se è vero che circa l’80% dei professori si sente rallegrato dopo aver lavorato con gli studenti, circa il 20% è spesso o sempre emotivamente sfinito dal proprio lavoro. La speranza è che la condivisione di un carico emotivo, talvolta pesante, e un maggiore supporto da colleghi e professionisti possa rendere le sfide che gli insegnanti affrontano più semplici da affrontare, migliorando la fiducia degli studenti verso i docenti prima, e verso la scuola in generale poi, così da restituirle il ruolo di ascensore sociale che le appartiene. 

 

Ma non saranno solo istruzione e abbandono scolastico a tenere banco nella due giorni di Napoli. I ricercatori Bocconi discuteranno, tra gli altri, di una serie di lavori di ricerca sui temi del welfare e della social stratification, dell’impatto della disabilità infantile sulle famiglie, dell’impatto dei social network sulle decisioni e delle sfide del sistema sanitario e della distribuzione globale dei vaccini. E ancora, dell’ineguaglianza economica, dell’impatto dell’automazione e delle sfide legate ai temi dell’identità e all’inclusione sociale