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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Kvara 77 e le magie da 10!"
15.03.2023 07:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Rivedere, rivedere, rivedere! M'è venuta in mente la scena della donzella che dice a Troisi: provare provare, provare per spiegare la sua abilità con la palla, il film è ''Non ci resta che piangere''. Ma rivedere che cosa? Naturalmente la sequenza del fantagol inventato da Kvara all'Atalanta. Non mi stanco di rivederlo perché di gol così, nel calcio di oggi costituiscono una rarità, una poesìa, fotogrammi che resteranno impressi nella memoria, una storia infinita da ricordare e da raccontare ai posteri, finché Eupalla esisterà. E' da tempo immemore che ho, eletto il 77 mio campione preferito. Che corre con la potenza di un Boniek e angheggia e dribbla - esterno e interno ammaliatori - con la classe e la fantasia di Best, George Best il quinto Beatles. Verrebbe voglia di ripetere per lui quel barillete cosmico, de que planeta viniste? Quella domanda-esclamazione che Victor Hugo Morales rivolse al mondo intero quando Maradona mise in riga mezza Inghilterra e raddoppiò, dopo la mano de Dios, los pies de Dios. Ma noi lo sappiamo da dove è venuta la stella caduta su Partenope, dal cielo della Georgia, attraverso un percorso di stenti e di timori. Con quel volto sofferente di bravo ragazzo, sensibile negli arti e sensibile d'animo, testimone di un popolo fiero della sua libertà attraverso parole chiare, nitide, ferme in questo periodo storico di aggressioni e di minacce per l'umanità intera. Ora, esprimo un pensiero e so che mi attirerò gli strali degli abitanti dell'intero pianeta azzurro: consegnare la numero 10 a Kvara, nessuno più di lui meriterebbe di indossarla. Ho visto e seguito tanto calcio e so bene che da tempo è invalso l'uso di ritirare il numero di maglia dei fuoriclasse che hanno caratterizzato un periodo storico di una squadra. Nel calcio di casa nostra la prima società ad omaggiare un campione ritirando la sua maglia fu il Milan, in onore di Franco Baresi nel 1997. Il calcio sulla scia di altri sport. Il primo ritiro della casacca di uno sportivo avvenne in Canada, fu quella numero 6 di Ace Balley campionissimo della formazione della squadra di hockey su ghiaccio dei Toronto Maple Leafs. Pratica molto frequente, poi, nel basket in Usa. Personalmente, ritengo che un fuoriclasse dei nostri tempi debba poter indossare la sacra maglia di un fuoriclasse del passato. Non ci vedo alcun oltraggio alla memoria. E già sento il sibilo degli strali avversi al mio pensiero. E sia Kvara 77. Nella smorfia è il diavolo. Solo che il georgiano è un angelo caduto in volo.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Kvara 77 e le magie da 10!"

di Napoli Magazine

15/03/2024 - 07:00

NAPOLI - Rivedere, rivedere, rivedere! M'è venuta in mente la scena della donzella che dice a Troisi: provare provare, provare per spiegare la sua abilità con la palla, il film è ''Non ci resta che piangere''. Ma rivedere che cosa? Naturalmente la sequenza del fantagol inventato da Kvara all'Atalanta. Non mi stanco di rivederlo perché di gol così, nel calcio di oggi costituiscono una rarità, una poesìa, fotogrammi che resteranno impressi nella memoria, una storia infinita da ricordare e da raccontare ai posteri, finché Eupalla esisterà. E' da tempo immemore che ho, eletto il 77 mio campione preferito. Che corre con la potenza di un Boniek e angheggia e dribbla - esterno e interno ammaliatori - con la classe e la fantasia di Best, George Best il quinto Beatles. Verrebbe voglia di ripetere per lui quel barillete cosmico, de que planeta viniste? Quella domanda-esclamazione che Victor Hugo Morales rivolse al mondo intero quando Maradona mise in riga mezza Inghilterra e raddoppiò, dopo la mano de Dios, los pies de Dios. Ma noi lo sappiamo da dove è venuta la stella caduta su Partenope, dal cielo della Georgia, attraverso un percorso di stenti e di timori. Con quel volto sofferente di bravo ragazzo, sensibile negli arti e sensibile d'animo, testimone di un popolo fiero della sua libertà attraverso parole chiare, nitide, ferme in questo periodo storico di aggressioni e di minacce per l'umanità intera. Ora, esprimo un pensiero e so che mi attirerò gli strali degli abitanti dell'intero pianeta azzurro: consegnare la numero 10 a Kvara, nessuno più di lui meriterebbe di indossarla. Ho visto e seguito tanto calcio e so bene che da tempo è invalso l'uso di ritirare il numero di maglia dei fuoriclasse che hanno caratterizzato un periodo storico di una squadra. Nel calcio di casa nostra la prima società ad omaggiare un campione ritirando la sua maglia fu il Milan, in onore di Franco Baresi nel 1997. Il calcio sulla scia di altri sport. Il primo ritiro della casacca di uno sportivo avvenne in Canada, fu quella numero 6 di Ace Balley campionissimo della formazione della squadra di hockey su ghiaccio dei Toronto Maple Leafs. Pratica molto frequente, poi, nel basket in Usa. Personalmente, ritengo che un fuoriclasse dei nostri tempi debba poter indossare la sacra maglia di un fuoriclasse del passato. Non ci vedo alcun oltraggio alla memoria. E già sento il sibilo degli strali avversi al mio pensiero. E sia Kvara 77. Nella smorfia è il diavolo. Solo che il georgiano è un angelo caduto in volo.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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