Golazo
GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "L'assurda regola del fallo di mano in area di rigore, l'affare Osimhen e la trasferta in terra felsinea"
15.07.2020 16:14 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non posso sottrarmi al tema del giorno, l'assurda regola del fallo di mano in area di rigore che è divenuto un autentico mani-comio. Ma c'è dell'altro perché abbiamo assistito anche al piedi-comio del quale abbiamo avuto un esempio lampante nel recente Napoli-Milan. Mi riferisco al rigore accordato ai rossoneri per l'inesistente contatto killer di Maksimovic: il difensore tocca la palla in modo corretto e pulito, poi è l'avversario a "strusciare" (termine che rende l'idea), contro l'arto del napoletano che non poteva certo amputarselo. Ma è il mani-comio visitato in Inter-Torino che mi fa cadere le braccia, il tocco di Bastoni: dicono, braccio attaccato al corpo, certamente, ma il giovin difensore nerazzurro (bravino anche) effettua una evidente torsione con il corpo per andare incontro al pallone e sì che lo tocca col braccio attaccato al busto ma intanto ottiene che la sfera non vada in possesso dell'avversario. Rigore tutta la vita, niente, neppure il var lo vede ed allora viene il sospetto che gli arbitri varisti vedano soltanto ciò che vogliono vedere. Per la cronaca, si era sull'uno a zero in favore del Toro che avrebbe avuto la possibilità di andare sul doppio vantaggio. Naturalmente, per Conte 'o chiagnazzaro tutto a posto. Ancora sui rigori: è vero che gli azzurri non riempiono l'area avversaria (si dice così) perché inclini più al fraseggio, ma constatare che gli siano stati assegnati soltanto tre rigori beh mi sa tanto di sfottò. Bena, anzi male. Ma bisogna guardare avanti, che vuol dire finire in bellezza - si c'ho fanno fa' - una stagione contraddistinta dalla conquista della coppa Italia e relativo accesso di diritto alla prossima Europa League, che non è la Champions ma meglio di niente. Poi, ci sarà la sfida a Leo Messi, l'affascinante idea di poter tirare un brutto scherzo alla squadra blaugrana che già di suo è sull'orlo di una crisi di nervi (favoloso film di Pedro Almodòvar) per il sorpasso in vetta alla Liga dei madrileni e per il flop di alcuni acquisti, Griezmann su tutti. E intanto c'è da rifinire la rosa azzurra che, ancora non si sa, potrebbe perdere pezzi pregiati: non soltanto Koulibaly tornato il gigante d'ebano di sempre. Sembra fatto, intanto, l'acquisto di Osimhen, attaccante nigeriano del Lilla. Personalmente, lo conosco poco ma sembra che sia l'elemento giusto per arricchire l'attacco di Gattuso. Comunque, a me piace da morire Boga del Sassuolo. In tutto questo fermento, la trasferta in terra felsinea cade a proposito per verificare lo spirito di reazione degli azzurri che credo ancora incavolati di brutto per quel filo di nebbia sopportato contro il Milan, intendendo annebbiato tutto il gruppo arbitrale che s'è esibito al San Paolo, fors'anche in venerazione di Ibracadabra. Gara tosta, quella che tra poco si giocherà contro i figliocci di Sinisa, anch'essi desiderosi di dimenticare la vittoria sfumata sul fil di lana in quel di Parma. E' tutto.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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15/07/2024 - 16:14

NAPOLI - Non posso sottrarmi al tema del giorno, l'assurda regola del fallo di mano in area di rigore che è divenuto un autentico mani-comio. Ma c'è dell'altro perché abbiamo assistito anche al piedi-comio del quale abbiamo avuto un esempio lampante nel recente Napoli-Milan. Mi riferisco al rigore accordato ai rossoneri per l'inesistente contatto killer di Maksimovic: il difensore tocca la palla in modo corretto e pulito, poi è l'avversario a "strusciare" (termine che rende l'idea), contro l'arto del napoletano che non poteva certo amputarselo. Ma è il mani-comio visitato in Inter-Torino che mi fa cadere le braccia, il tocco di Bastoni: dicono, braccio attaccato al corpo, certamente, ma il giovin difensore nerazzurro (bravino anche) effettua una evidente torsione con il corpo per andare incontro al pallone e sì che lo tocca col braccio attaccato al busto ma intanto ottiene che la sfera non vada in possesso dell'avversario. Rigore tutta la vita, niente, neppure il var lo vede ed allora viene il sospetto che gli arbitri varisti vedano soltanto ciò che vogliono vedere. Per la cronaca, si era sull'uno a zero in favore del Toro che avrebbe avuto la possibilità di andare sul doppio vantaggio. Naturalmente, per Conte 'o chiagnazzaro tutto a posto. Ancora sui rigori: è vero che gli azzurri non riempiono l'area avversaria (si dice così) perché inclini più al fraseggio, ma constatare che gli siano stati assegnati soltanto tre rigori beh mi sa tanto di sfottò. Bena, anzi male. Ma bisogna guardare avanti, che vuol dire finire in bellezza - si c'ho fanno fa' - una stagione contraddistinta dalla conquista della coppa Italia e relativo accesso di diritto alla prossima Europa League, che non è la Champions ma meglio di niente. Poi, ci sarà la sfida a Leo Messi, l'affascinante idea di poter tirare un brutto scherzo alla squadra blaugrana che già di suo è sull'orlo di una crisi di nervi (favoloso film di Pedro Almodòvar) per il sorpasso in vetta alla Liga dei madrileni e per il flop di alcuni acquisti, Griezmann su tutti. E intanto c'è da rifinire la rosa azzurra che, ancora non si sa, potrebbe perdere pezzi pregiati: non soltanto Koulibaly tornato il gigante d'ebano di sempre. Sembra fatto, intanto, l'acquisto di Osimhen, attaccante nigeriano del Lilla. Personalmente, lo conosco poco ma sembra che sia l'elemento giusto per arricchire l'attacco di Gattuso. Comunque, a me piace da morire Boga del Sassuolo. In tutto questo fermento, la trasferta in terra felsinea cade a proposito per verificare lo spirito di reazione degli azzurri che credo ancora incavolati di brutto per quel filo di nebbia sopportato contro il Milan, intendendo annebbiato tutto il gruppo arbitrale che s'è esibito al San Paolo, fors'anche in venerazione di Ibracadabra. Gara tosta, quella che tra poco si giocherà contro i figliocci di Sinisa, anch'essi desiderosi di dimenticare la vittoria sfumata sul fil di lana in quel di Parma. E' tutto.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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