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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, il silenzio degli innocenti"
19.05.2021 18:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ci siamo. Ancora una partita e tutto sarà compiuto. Poi, comincerà il toto-allenatore. Perché a Napoli piace il refolo di vento che porta le novità. Così, si rendono felici tutti quelli che smanettano sui social e che, magari, vorrebbero prendere parte alle tribune televisive. Tutti competenti, tutti allenatori in poltrona, tutti pronti a criticare per il gusto di dire qualcosa. Io avrei fatto giocare Tizio, Caio non è da Napoli, Sempronio non può giostrare in quel ruolo. A sentirli, raramente vedo certe trasmissioni, spesso mi vien da ridere, meglio: sorridere. E accosto la democrazia al calcio: una forma di governo che consente di parlare anche agli imbecilli. Non è mia, non ricordo chi l'ha detto. Il silenzio di Gennarino equivale al silenzio degli innocenti, ma è eloquente lo stesso. L'uomo di Calabria ha parlato con i risultati, in un campionato infettato e con impegni ravvicinati di un certo tipo. I numeri, andateveli a leggere sul calendario, sulle tabelle riassuntive del torneo. Ultimo atto con un pizzico di thrilling. In tre a contendersi gli ultimi due posti buoni per la Champions: Napoli in casa col Verona, Milan in trasferta a Bergamo, Juve in casa del Bologna. Forse è già tutto scritto. Con gli azzurri avvantaggiati per la chiusura in casa e, soprattutto, per il gioco che sono in grado di esprimere, per la facilità con la quale vanno in gol, per quella variante in fase d'attacco che a me tanto ricorda il Brasile di Tostao e Rivelino, quel quattro-due-quattro che al suo comparire apparve come un azzardo e che invece è ragionevole se hai interpreti che sappiano avvolgere le difese avversarie e nel contempo non disdegnino i rientri difensivi. Questo Napoli ha un volto bello e pulito come messun'altra squadra se non l'Atalanta detta la Dea. Ultimo ostacolo da superare la squadra veneta che ha in panca Juric, uno tra i candidati alla guida degli azzurri per il post-Gattuso. Oddio, i nomi sono tanti. In pole Spalletti il filosofo e poi i nomi dell'ultima ora. Da Galtier che a Lille svezzò Osimhen fino al nome di Allegri detto acciughina che però costerebbe tanto. Ma con i milioni della Champions ed un paio di ricche cessioni si potrebbe pure fare un sacrificio. Resta da vedere che cosa vorrà fare la società, virtuosa e senza debiti, nel futuro prossimo. In parole povere, se vorrà tentare di dare l'assalto allo scudetto oppure accontentarsi di ricchi premi e cotillons. Mai come ora si potrebbe osare perché non vedo l'Inter in grado di aprire un ciclo e il Milan è tutto da definire e la Juve dovrà essere rifondata. Sarebbe stato logico proseguire con Ringhio in panchina, sarebbe stata cosa buona e giusta, ma non credo che possa essere sanato un rapporto che s'era rotto già nel mese di gennaio. E va bene, ora occhio, cuore e garretti al Verona di Juric e di Zaccagni (in ottica azzurra). Non invoco mai la dea bendata o favori nascosti tra le pieghe di certi ragionamenti distorti. Faccio soltanto una promessa: cara Giulietta, farò di tutto per dedicarti un altro striscione sul quale cancellerò zoccola e riscriverò santa. E dovunque tu vada, auguri Gennarino.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

 

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19/05/2024 - 18:55

NAPOLI - Ci siamo. Ancora una partita e tutto sarà compiuto. Poi, comincerà il toto-allenatore. Perché a Napoli piace il refolo di vento che porta le novità. Così, si rendono felici tutti quelli che smanettano sui social e che, magari, vorrebbero prendere parte alle tribune televisive. Tutti competenti, tutti allenatori in poltrona, tutti pronti a criticare per il gusto di dire qualcosa. Io avrei fatto giocare Tizio, Caio non è da Napoli, Sempronio non può giostrare in quel ruolo. A sentirli, raramente vedo certe trasmissioni, spesso mi vien da ridere, meglio: sorridere. E accosto la democrazia al calcio: una forma di governo che consente di parlare anche agli imbecilli. Non è mia, non ricordo chi l'ha detto. Il silenzio di Gennarino equivale al silenzio degli innocenti, ma è eloquente lo stesso. L'uomo di Calabria ha parlato con i risultati, in un campionato infettato e con impegni ravvicinati di un certo tipo. I numeri, andateveli a leggere sul calendario, sulle tabelle riassuntive del torneo. Ultimo atto con un pizzico di thrilling. In tre a contendersi gli ultimi due posti buoni per la Champions: Napoli in casa col Verona, Milan in trasferta a Bergamo, Juve in casa del Bologna. Forse è già tutto scritto. Con gli azzurri avvantaggiati per la chiusura in casa e, soprattutto, per il gioco che sono in grado di esprimere, per la facilità con la quale vanno in gol, per quella variante in fase d'attacco che a me tanto ricorda il Brasile di Tostao e Rivelino, quel quattro-due-quattro che al suo comparire apparve come un azzardo e che invece è ragionevole se hai interpreti che sappiano avvolgere le difese avversarie e nel contempo non disdegnino i rientri difensivi. Questo Napoli ha un volto bello e pulito come messun'altra squadra se non l'Atalanta detta la Dea. Ultimo ostacolo da superare la squadra veneta che ha in panca Juric, uno tra i candidati alla guida degli azzurri per il post-Gattuso. Oddio, i nomi sono tanti. In pole Spalletti il filosofo e poi i nomi dell'ultima ora. Da Galtier che a Lille svezzò Osimhen fino al nome di Allegri detto acciughina che però costerebbe tanto. Ma con i milioni della Champions ed un paio di ricche cessioni si potrebbe pure fare un sacrificio. Resta da vedere che cosa vorrà fare la società, virtuosa e senza debiti, nel futuro prossimo. In parole povere, se vorrà tentare di dare l'assalto allo scudetto oppure accontentarsi di ricchi premi e cotillons. Mai come ora si potrebbe osare perché non vedo l'Inter in grado di aprire un ciclo e il Milan è tutto da definire e la Juve dovrà essere rifondata. Sarebbe stato logico proseguire con Ringhio in panchina, sarebbe stata cosa buona e giusta, ma non credo che possa essere sanato un rapporto che s'era rotto già nel mese di gennaio. E va bene, ora occhio, cuore e garretti al Verona di Juric e di Zaccagni (in ottica azzurra). Non invoco mai la dea bendata o favori nascosti tra le pieghe di certi ragionamenti distorti. Faccio soltanto una promessa: cara Giulietta, farò di tutto per dedicarti un altro striscione sul quale cancellerò zoccola e riscriverò santa. E dovunque tu vada, auguri Gennarino.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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