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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Torreira e Kulusevski, due fior di giocatori"
25.12.2019 13:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sorbole, ce la siamo cavata a Sassuolo. Natale e fine anno con un pizzico di serenità in più, dopo aver ritrovato la via dei tre punti che s'era smarrita da tempo immemore. Dite che il primo tempo è stato un obbrobrio? Certo, come si fa a contraddirvi. Dite che era il minimo sindacale? Certo, ma poi devi sempre fare i conti con gli avversari. Dite che nell'intervallo Gennarino da Schiavonea avrà ringhiato di brutto? Sicuro, avrà quantomeno sballottato un po' gli azzurri timidi e flosci e sarà, cautamente, entrato nelle teste dei suoi ragazzi. Era una partita spartiacque quella col Sassuolo, dopo la batosta casalinga con il Parma. Perderla avrebbe significato trovarsi nell'altra metà della classifica in compagnia del nevrotico Torino mazzarriano e del vergognoso Milan piolesco preso a pallate dalla Dea pallonara che risponde al nome di Atalanta. Serviva un'iniezione di serenità come il pane sulla mensa dei poveri. Ci si potrà così preparare con un pizzico d'ottimismo al poker delle partitissime: Inter in casa, Lazio fuori, Fiorentina e Juve al San Paolo. Dite che tre match casalinghi non sono una botta di fortunella perché gli spalti amici son diventati da un po' di tempo a questa parte luogo di tremebonda indifferenza? Certo, ma quegli spalti musoni potrebbero anche risvegliarsi, magari cantando 'o sole mio, e che diavolo qualche raggio potrebbe pure riscaldare gli azzurri che forse inseguono inconsciamente l'antica grandezza perduta. Un poker di partite da vivere con orgoglio e senza pregiudizio alcuno (grazie, cara Austen), che se superate in bellezza allora sì che potrebbero indurre a pensare in grande, cioè ad avvicinare il quarto posto che vale l'Europa e soldi che non fanno mai male. Pecunia non olet, insomma. Ed a proposito di soldini, c'è da augurarsi che Aurelio Primo non abbia scherzato quando ha dichiarato che si farà di tutto per fare due acquisti doc. I nomi li saprete: Torreira e Kulusevski, il primo gioca nell'Arsenal, il secondo nel Parma (ah! già, lo sapete, ci ha fatto pure gol recentemente) ed è di proprietà dell'Atalanta, la Dea. Torreira piace molto a Gennarino e c'è da capirlo, perché l'uruguagio accoppia alla sapienza in regìa la garra charrua, quella che aveva Gattuso quando giocava. Di Kulusevski mi sono innamorato (calcisticamente, eh!) sin dalle prime volte che ho avuto modi di vederlo in azione. Lo svedesone di origine macedone (insomma, come Alessandro Magno) mi ricorda Nedved. Stop. L'Inter di Conte 'o chiagnazzaro ci ha messo su gli occhi da tempo. Concorrente pericolosa la società meneghina che ha proprietari cinesi che si son messi in testa di stoppare gli scudetti in serie della Juve. Arrivassero tutti e due, Torreira e Kulusevski, in azzurro vorrebbe dire che Aurelio Primo proprio non ci sta a vivere pericolosamente o, se vi aggrada, stagnare nella morta gora. Due fior di giocatori, tecnica e potenza, e così Gennarino da Schiavonea sarebbe in grado di varare un quattro-tre-tre di stile e di praticità sublimi. Buon Natale e buon anno a tutti, agli azzurri un po' di più.

 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Torreira e Kulusevski, due fior di giocatori"

di Napoli Magazine

25/12/2024 - 13:00

NAPOLI - Sorbole, ce la siamo cavata a Sassuolo. Natale e fine anno con un pizzico di serenità in più, dopo aver ritrovato la via dei tre punti che s'era smarrita da tempo immemore. Dite che il primo tempo è stato un obbrobrio? Certo, come si fa a contraddirvi. Dite che era il minimo sindacale? Certo, ma poi devi sempre fare i conti con gli avversari. Dite che nell'intervallo Gennarino da Schiavonea avrà ringhiato di brutto? Sicuro, avrà quantomeno sballottato un po' gli azzurri timidi e flosci e sarà, cautamente, entrato nelle teste dei suoi ragazzi. Era una partita spartiacque quella col Sassuolo, dopo la batosta casalinga con il Parma. Perderla avrebbe significato trovarsi nell'altra metà della classifica in compagnia del nevrotico Torino mazzarriano e del vergognoso Milan piolesco preso a pallate dalla Dea pallonara che risponde al nome di Atalanta. Serviva un'iniezione di serenità come il pane sulla mensa dei poveri. Ci si potrà così preparare con un pizzico d'ottimismo al poker delle partitissime: Inter in casa, Lazio fuori, Fiorentina e Juve al San Paolo. Dite che tre match casalinghi non sono una botta di fortunella perché gli spalti amici son diventati da un po' di tempo a questa parte luogo di tremebonda indifferenza? Certo, ma quegli spalti musoni potrebbero anche risvegliarsi, magari cantando 'o sole mio, e che diavolo qualche raggio potrebbe pure riscaldare gli azzurri che forse inseguono inconsciamente l'antica grandezza perduta. Un poker di partite da vivere con orgoglio e senza pregiudizio alcuno (grazie, cara Austen), che se superate in bellezza allora sì che potrebbero indurre a pensare in grande, cioè ad avvicinare il quarto posto che vale l'Europa e soldi che non fanno mai male. Pecunia non olet, insomma. Ed a proposito di soldini, c'è da augurarsi che Aurelio Primo non abbia scherzato quando ha dichiarato che si farà di tutto per fare due acquisti doc. I nomi li saprete: Torreira e Kulusevski, il primo gioca nell'Arsenal, il secondo nel Parma (ah! già, lo sapete, ci ha fatto pure gol recentemente) ed è di proprietà dell'Atalanta, la Dea. Torreira piace molto a Gennarino e c'è da capirlo, perché l'uruguagio accoppia alla sapienza in regìa la garra charrua, quella che aveva Gattuso quando giocava. Di Kulusevski mi sono innamorato (calcisticamente, eh!) sin dalle prime volte che ho avuto modi di vederlo in azione. Lo svedesone di origine macedone (insomma, come Alessandro Magno) mi ricorda Nedved. Stop. L'Inter di Conte 'o chiagnazzaro ci ha messo su gli occhi da tempo. Concorrente pericolosa la società meneghina che ha proprietari cinesi che si son messi in testa di stoppare gli scudetti in serie della Juve. Arrivassero tutti e due, Torreira e Kulusevski, in azzurro vorrebbe dire che Aurelio Primo proprio non ci sta a vivere pericolosamente o, se vi aggrada, stagnare nella morta gora. Due fior di giocatori, tecnica e potenza, e così Gennarino da Schiavonea sarebbe in grado di varare un quattro-tre-tre di stile e di praticità sublimi. Buon Natale e buon anno a tutti, agli azzurri un po' di più.

 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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