Napoli-Milan va oltre la sfida per lo scudetto 2022. Due società così diverse e distanti accendono un faro sul calcio di domani. Sarà più austero ma saggio. Una è guidata da un presidente eccentrico, visionario ma sinceramente privato e indipendente. Aurelio De Laurentiis porta tutti i pregi e i difetti del cinema, dove i produttori decidono da soli, investono e incassano in un giro di vento. L’altra da un fondo di investimenti tra i primi al mondo, “Elliot”, fondato nel 1977 e diretto oggi come allora da Paul Singer, sedi da New York alla Cina, solo le sue mani sulle leve del comando. In una Lega di serie A dilaniata da debiti e disordinati assetti i due club hanno molti punti di contatto e bilanci sereni. Il Milan ha un conto economico che migliora, avendo convertito in capitale 300 milioni. Operazione del direttore finanziario Aldo Savi, 45 anni, potentino di Venosa, bocconiano, esperienze internazionali, ma legato a Napoli. In Efibank è stato accanto a Fabrizio Vettosi il più qualificato analista finanziario nello shipping, napoletano di Posillipo, in rapporti con De Laurentiis. Si sentono. Napoletani nel Milan anche Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo con ruoli di responsabilità. Le società ora credono nei prestiti. Simili anche nello stile di gestione. Il MIlan ha trattato con gelida razionalità il congedo di Donnarumma, portiere campione d’Europa, gigante da 196 centimetri, trascinato al Paris Saint German dall’agente Mino Raiola. Il portiere, solo 11 partite nella Ligue francese finora, prende 12 milioni a stagione, per Raiola un grazie da 25. Il Milan si fermò ad un ingaggio di 7, ovvio l’addio. Rigido anche il Napoli nell’offerta. Per il fantasista napoletano arrivato gratis (1500 euro cifra simbolica) fissò una offerta non trattabile, più bassa dei compensi attuali. Milioni 3,5 invece di 4,5. Come augurargli buon viaggio, ciao e amici come prima. Ma la vicenda, assorbita dai tifosi, porta il Napoli nella laconica modernità dei rapporti professionali. Il calcio che davvero si comporta da azienda. Basta guardarsi intorno: l’Inter vende in fretta Lukaku. L’impero commerciale di Suning da 380 milioni di clienti fidelizzati non lasciava alternative. La Juventus costretta a ricapitalizzare per 400 milioni, perde senza rimpianti Ronaldo, punta adesso su Vlahovic riducendo anni e ingaggi. Dal 37enne portoghese al 22 enne serbo, da 31 a 7 milioni annui. Nella fascia alta della classifica, significativo al contrario è anche l’ingresso di un fondo americano nel pacchetto azionario dell’Atalanta, società con gestione modello della famiglia Percassi che cede 55 per cento delle azioni (86%) in suo possesso. Guida il club come prima, vince la sua gestione severa. Aurelio De Laurentiis rimane così l’unico imprenditore privato nella corsa scudetto. Una vittoria stasera può avvicinarlo al traguardo. Ma anche all’ora delle grandi scelte. Le banche d’affari osservano. Auspicano contatti con fondi stranieri per una delega a trattare. Sarebbe il decimo club in serie A con parte di capitali esteri. Ma De Laurentiis può prendere tempo. Preliminare è la decisione sul destino del Bari, ha assorbito già una ventina di milioni, 51 dipendenti senza vincere. È controllato dalla Filmauro come il Napoli che ha però una florida situazione anche nell’ultimo bilancio, quello del 2021. Il Napoli fa cassa per la gestione corrente di 35 milioni, pari al 15% dei ricavi. Una nota tecnica che vuol dire molto: avanti verso lo scudetto senza paure né stasera né mai.
di Napoli Magazine
06/03/2022 - 10:20
Napoli-Milan va oltre la sfida per lo scudetto 2022. Due società così diverse e distanti accendono un faro sul calcio di domani. Sarà più austero ma saggio. Una è guidata da un presidente eccentrico, visionario ma sinceramente privato e indipendente. Aurelio De Laurentiis porta tutti i pregi e i difetti del cinema, dove i produttori decidono da soli, investono e incassano in un giro di vento. L’altra da un fondo di investimenti tra i primi al mondo, “Elliot”, fondato nel 1977 e diretto oggi come allora da Paul Singer, sedi da New York alla Cina, solo le sue mani sulle leve del comando. In una Lega di serie A dilaniata da debiti e disordinati assetti i due club hanno molti punti di contatto e bilanci sereni. Il Milan ha un conto economico che migliora, avendo convertito in capitale 300 milioni. Operazione del direttore finanziario Aldo Savi, 45 anni, potentino di Venosa, bocconiano, esperienze internazionali, ma legato a Napoli. In Efibank è stato accanto a Fabrizio Vettosi il più qualificato analista finanziario nello shipping, napoletano di Posillipo, in rapporti con De Laurentiis. Si sentono. Napoletani nel Milan anche Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo con ruoli di responsabilità. Le società ora credono nei prestiti. Simili anche nello stile di gestione. Il MIlan ha trattato con gelida razionalità il congedo di Donnarumma, portiere campione d’Europa, gigante da 196 centimetri, trascinato al Paris Saint German dall’agente Mino Raiola. Il portiere, solo 11 partite nella Ligue francese finora, prende 12 milioni a stagione, per Raiola un grazie da 25. Il Milan si fermò ad un ingaggio di 7, ovvio l’addio. Rigido anche il Napoli nell’offerta. Per il fantasista napoletano arrivato gratis (1500 euro cifra simbolica) fissò una offerta non trattabile, più bassa dei compensi attuali. Milioni 3,5 invece di 4,5. Come augurargli buon viaggio, ciao e amici come prima. Ma la vicenda, assorbita dai tifosi, porta il Napoli nella laconica modernità dei rapporti professionali. Il calcio che davvero si comporta da azienda. Basta guardarsi intorno: l’Inter vende in fretta Lukaku. L’impero commerciale di Suning da 380 milioni di clienti fidelizzati non lasciava alternative. La Juventus costretta a ricapitalizzare per 400 milioni, perde senza rimpianti Ronaldo, punta adesso su Vlahovic riducendo anni e ingaggi. Dal 37enne portoghese al 22 enne serbo, da 31 a 7 milioni annui. Nella fascia alta della classifica, significativo al contrario è anche l’ingresso di un fondo americano nel pacchetto azionario dell’Atalanta, società con gestione modello della famiglia Percassi che cede 55 per cento delle azioni (86%) in suo possesso. Guida il club come prima, vince la sua gestione severa. Aurelio De Laurentiis rimane così l’unico imprenditore privato nella corsa scudetto. Una vittoria stasera può avvicinarlo al traguardo. Ma anche all’ora delle grandi scelte. Le banche d’affari osservano. Auspicano contatti con fondi stranieri per una delega a trattare. Sarebbe il decimo club in serie A con parte di capitali esteri. Ma De Laurentiis può prendere tempo. Preliminare è la decisione sul destino del Bari, ha assorbito già una ventina di milioni, 51 dipendenti senza vincere. È controllato dalla Filmauro come il Napoli che ha però una florida situazione anche nell’ultimo bilancio, quello del 2021. Il Napoli fa cassa per la gestione corrente di 35 milioni, pari al 15% dei ricavi. Una nota tecnica che vuol dire molto: avanti verso lo scudetto senza paure né stasera né mai.