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IL NAPOLI DI MARADONA - Nell’88 ci fu l’ammutinamento nei confronti di Bianchi
07.11.2019 11:18 di Napoli Magazine Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma

Tanto tuonò che piovve. E piovve così forte che furono presi di sorpresa tutti, anche i più previdenti. Malgrado qualche sentore s'era già avuto nelle ultime settimane, nessuno poteva mai aspettarsi una rivolta così netta da parte dei calciatori. De Laurentiis aveva indetto lunedì una settimana di ritiro, fino a domenica prossima, quando poi tanti azzurri avrebbero fatto le valigie per altri ritiri, quelli con le nazionali. Una scelta che ha scatenato l'ira dei senatori in primis, forse disturbati proprio dal fatto di dover abbandonare le proprie famiglie per oltre due settimane. Nasce da qui la decisione di andare contro il volere della società, boicottare il ritiro e tornare a casa. E adesso è scontro totale: da un lato il patron e la società, dall'altro i calciatori; in mezzo Ancelotti, che s'era sì schierato contro gli ordini presidenziali, ma che di fatto è stato l'unico (insieme al suo staff) ad obbedire. Starà a lui mediare tra le parti e provare a spegnere un incendio divampato così forte che ad oggi pare incontenibile.

 

IL PRECEDENTE. Un ammutinamento di massa contro il proprio datore di lavoro (De Laurentiis) non s'era mai avuto all'interno di una società di calcio, ma qualche tratto in comune può essere ricercato nel precedente del 1988. Era il Napoli di Maradona, quello che si stava giocando lo scudetto con il Milan a maggio. In quel caso i calciatori non ce l'avevano con il presidente, bensì erano tutti uniti contro l'allenatore Ottavio Bianchi. Divenne celebre il comunicato che un perplesso Garella, all'epoca portiere del Napoli, lesse davanti ai giornalisti: «Premesso che siamo professionisti seri e che nessuno questo può negarlo, a seguito della situazione che si è venuta a creare, noi riteniamo giusto chiarire la nostra posizione. La squadra è sempre stata unita e l’ unico problema è il rapporto mai esistito con l’allenatore, soprattutto nei momenti in cui la squadra ne aveva bisogno. Nonostante questo gravissimo problema, la squadra ha risposto sul campo sempre con la massima professionalità. Di questo problema la società era stata preventivamente informata. Firmato: I giocatori del Napoli». Il leader di quella squadra era ovviamente Maradona, che dall'Argentina si schierò con i compagni di squadra: «Bianchi mi deve spiegare perché alcuni miei compagni sono stati liquidati». Ma da Ottavio Bianchi non arrivò alcuna apertura: «A Maradona non devo spiegare nulla. E poi mi chiami signor Bianchi».

 

LE CONSEGUENZE. Cosa successe in quel caso non rappresenta un precedente dal quale prendere spunto stavolta, visto che sebbene ci sia qualche similitudine le due vicende sono abbastanza differenti tra loro e che gli uomini della società sono completamente cambiati. Ma quell'estate del 1988 sarà sempre ricordata come quella della rivoluzione in casa Napoli. Ci fu un lavoro di epurazione all'interno della rosa. Andarono via diversi big come Bagni, Giordano e lo stesso Garella, probabilmente gli uomini che avevano i più forti dissapori con l'allenatore. Bianchi restò, ma la squadra non si ritrovò subito. Lì era fine stagione, in questo caso non siamo neanche a metà. Stavolta la storia dovrà essere scritta diversamente.

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IL NAPOLI DI MARADONA - Nell’88 ci fu l’ammutinamento nei confronti di Bianchi

di Napoli Magazine

07/11/2024 - 11:18

Tanto tuonò che piovve. E piovve così forte che furono presi di sorpresa tutti, anche i più previdenti. Malgrado qualche sentore s'era già avuto nelle ultime settimane, nessuno poteva mai aspettarsi una rivolta così netta da parte dei calciatori. De Laurentiis aveva indetto lunedì una settimana di ritiro, fino a domenica prossima, quando poi tanti azzurri avrebbero fatto le valigie per altri ritiri, quelli con le nazionali. Una scelta che ha scatenato l'ira dei senatori in primis, forse disturbati proprio dal fatto di dover abbandonare le proprie famiglie per oltre due settimane. Nasce da qui la decisione di andare contro il volere della società, boicottare il ritiro e tornare a casa. E adesso è scontro totale: da un lato il patron e la società, dall'altro i calciatori; in mezzo Ancelotti, che s'era sì schierato contro gli ordini presidenziali, ma che di fatto è stato l'unico (insieme al suo staff) ad obbedire. Starà a lui mediare tra le parti e provare a spegnere un incendio divampato così forte che ad oggi pare incontenibile.

 

IL PRECEDENTE. Un ammutinamento di massa contro il proprio datore di lavoro (De Laurentiis) non s'era mai avuto all'interno di una società di calcio, ma qualche tratto in comune può essere ricercato nel precedente del 1988. Era il Napoli di Maradona, quello che si stava giocando lo scudetto con il Milan a maggio. In quel caso i calciatori non ce l'avevano con il presidente, bensì erano tutti uniti contro l'allenatore Ottavio Bianchi. Divenne celebre il comunicato che un perplesso Garella, all'epoca portiere del Napoli, lesse davanti ai giornalisti: «Premesso che siamo professionisti seri e che nessuno questo può negarlo, a seguito della situazione che si è venuta a creare, noi riteniamo giusto chiarire la nostra posizione. La squadra è sempre stata unita e l’ unico problema è il rapporto mai esistito con l’allenatore, soprattutto nei momenti in cui la squadra ne aveva bisogno. Nonostante questo gravissimo problema, la squadra ha risposto sul campo sempre con la massima professionalità. Di questo problema la società era stata preventivamente informata. Firmato: I giocatori del Napoli». Il leader di quella squadra era ovviamente Maradona, che dall'Argentina si schierò con i compagni di squadra: «Bianchi mi deve spiegare perché alcuni miei compagni sono stati liquidati». Ma da Ottavio Bianchi non arrivò alcuna apertura: «A Maradona non devo spiegare nulla. E poi mi chiami signor Bianchi».

 

LE CONSEGUENZE. Cosa successe in quel caso non rappresenta un precedente dal quale prendere spunto stavolta, visto che sebbene ci sia qualche similitudine le due vicende sono abbastanza differenti tra loro e che gli uomini della società sono completamente cambiati. Ma quell'estate del 1988 sarà sempre ricordata come quella della rivoluzione in casa Napoli. Ci fu un lavoro di epurazione all'interno della rosa. Andarono via diversi big come Bagni, Giordano e lo stesso Garella, probabilmente gli uomini che avevano i più forti dissapori con l'allenatore. Bianchi restò, ma la squadra non si ritrovò subito. Lì era fine stagione, in questo caso non siamo neanche a metà. Stavolta la storia dovrà essere scritta diversamente.

Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma