A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Roberto Bordin, allenatore ed ex centrocampista, tra le tante, di Napoli e Bologna.
Dobbiamo attribuire questa svolta bianconera alla scarsa volontà, in precedenza, del gruppo squadra di continuare a seguire Tudor?
"Quando c’è un cambio di allenatore, di solito c’è sempre uno stimolo nervoso diverso per i giocatori. Non dico che i valori si azzerino, ma tutti cercano di adattarsi alla nuova filosofia. Molti, magari, che avevano avuto meno spazio, trovano una motivazione diversa per farsi vedere, per lottare, per cercare di cambiare la situazione. Subentrare, per un tecnico, è sempre un’occasione ideale per dare una scossa. È chiaro, effettivamente è facile fare meglio di chi non vinceva da otto partite consecutive. Sarebbe però anche scontato attribuire tutte le colpe a Tudor: forse è il caso che anche i calciatori si prendano le proprie responsabilità: non è mai giusto che paghi solo l’allenatore. I giocatori devono guardarsi allo specchio e chiedersi se hanno fatto tutto quello che potevano. Spesso un tecnico paga da solo, ma è fondamentale che società e calciatori capiscano dove hanno sbagliato. Gli errori non sono mai di una sola parte: l’importante è saperli riconoscere per non ripeterli".
Antonio Conte ieri, ha parlato di un’ottima partita del Napoli al quale è mancato solo il gol. È d’accordo?
"Per quello che ho visto, devo dire che il Francoforte mi è sembrato un avversario tosto. Ha fatto ottime ripartenze e per larghi tratti ha tenuto anche bene il possesso palla. Il Napoli ha fatto una buona gara, ma era in difficoltà di organico: ha potuto fare solo tre cambi, e con tutti gli infortuni e le squalifiche non aveva molte soluzioni. È stata una partita equilibrata: il Napoli poteva segnare, ma ha anche rischiato di subire gol in due occasioni nel finale, con Milinkovic che ha fatto interventi davvero decisivi. C’è stata un’occasione clamorosa con Anguissa che poteva risolverla. In generale, direi una buona prestazione, ma con margini di miglioramento. Conte probabilmente sta cercando di creare entusiasmo e di spronare i suoi giocatori, ma ieri si è visto anche un Francoforte molto organizzato. Hanno difeso bene, anche con qualche intervento al limite. Non è un risultato da buttare via, anche se resta un po’ di rammarico".
Il Napoli, secondo lei, ha ancora chance di approdare almeno ai sedicesimi di Champions League?
"Sì, può farcela. Ma deve cambiare atteggiamento rispetto a ieri sera. Il Napoli ha qualità importanti, soprattutto a centrocampo e in attacco. Serve un po’ più di convinzione e continuità, ma ha tutte le carte in regola per passare il turno".
Ha accennato al tema degli infortuni. Esclusi quelli traumatici, gli muscolari al primo novembre sono un numero enorme. Vuol dire che forse qualcosa nella preparazione o nella gestione degli allenamenti non sia andato per il verso giusto?
"È chiaro che quindici infortuni muscolari non possono essere casuali. Bisogna capire quali siano le cause, e non sarà semplice. Serve un’analisi profonda per permettere all’allenatore di avere più giocatori a disposizione. È fondamentale individuare il problema e correggerlo al più presto, perché gli impegni sono tanti e servono tutti gli uomini al meglio della condizione. Conte oggi deve riflettere sulle motivazioni che hanno portato a questa situazione. Il confronto quotidiano con lo staff tecnico e medico è continuo, quindi avranno già analizzato la questione per capire dove intervenire. Non si tratta di cercare colpevoli, ma di trovare soluzioni".
Conte ha affermato che il club debba crescere anche dal punto di vista dello staff sanitario e fisioterapico. È sembrato quasi uno scaricare le responsabilità degli infortuni sullo staff medico del Napoli. Non stride un po’ con il concetto di gruppo?
"Probabilmente è una questione che va avanti da tempo. Non credo sia un attacco diretto, ma più un modo per spingere a cambiare qualcosa che, evidentemente, oggi non funziona. Non è soddisfatto e chiede un miglioramento complessivo per un problema reale che va risolto. Conte è molto esigente con sé stesso e con chi lavora con lui".