A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Andrea Mandorlini, allenatore ex Genoa ed ex difensore, tra le tante, dell’Inter:
Mister, il suo umore odierno è influenzato anche dall’approdo dell’Inter in finale di Champions League?
"Assolutamente sì. È stata una partita stupenda, che tutti abbiamo visto. Al di là del risultato, si è visto tutto ciò che rappresenta il calcio italiano. Inter-Barcellona ha mostrato perché il nostro è lo sport più bello del mondo, sotto tanti aspetti che ieri sera abbiamo potuto vivere".
Per le caratteristiche dell’Inter di Inzaghi, in finale sarebbe meglio affrontare l’Arsenal o il Paris Saint-Germain?
"Sono discorsi che lasciano un po’ il tempo che trovano. L’importante era arrivarci in finale, adesso vedremo chi passerà stasera. Siamo ormai alla fine, e una vale l’altra: sono tutte squadre, come si è visto anche ieri con il Borussia, di altissimo livello. Quindi il punto vero era arrivare in finale, ed è stato raggiunto l’obiettivo principale".
Ieri l’Inter ha giocato oltre 120 minuti ad altissima intensità: le fatiche di Coppa si ripercuoteranno sul campionato, o l’adrenalina di una qualificazione può far dimenticare la stanchezza?
"Era troppo importante raggiungere questo obiettivo. Ora è chiaro che il campionato, anche guardando il calendario, sarà molto duro. I giocatori hanno dimostrato anche ieri che, anche chi aveva avuto un rendimento altalenante come Frattesi, si è fatto trovare pronto in un momento decisivo. Mi auguro sia così anche per il campionato, anche se credo che l’obiettivo primario fosse arrivare in finale di Champions. Ogni partita avrà la sua storia e l’Inter dovrà dare tutto per vincerle e non avere rimpianti, nel caso il Napoli dovesse rallentare. Ma sarà molto difficile".
Il Napoli è la sua squadra favorita per lo scudetto?
"Secondo me sì. Per il calendario, per il periodo di forma mentale e per gli avversari che dovranno affrontare, tutto sembra indirizzato in quella direzione. Poi è chiaro, il calcio è imprevedibile, può succedere di tutto. Però ad oggi, il Napoli è assolutamente la favorita. Non solo per i tre punti di vantaggio sull’Inter, ma per i motivi già esposti".
Il Napoli è primo in classifica anche senza un attaccante da 20 gol. Lukaku, per esempio, è fermo a 12 reti: ci si aspettava qualcosa in più?
"Sì, tutti se lo aspettavano. Però alla fine conta il risultato della squadra. È chiaro che se Lukaku avesse segnato 20 gol, magari non saremmo qui a parlare dei soli tre punti di vantaggio. Sono dinamiche generali: il Napoli è una squadra molto equilibrata, fortissima in difesa. Non ha avuto un bomber da 20 gol, ma tanti giocatori sono andati a segno. I meriti vanno oltre il singolo cannoniere. Lukaku ha sempre giocato, e ha dimostrato di essere un giocatore importante. Certo, poteva fare di più, ma nella economia di squadra, nelle dinamiche e nelle situazioni di gioco, è stato fondamentale. Come detto prima, la squadra è prima in classifica: vuol dire che qualcosa ha funzionato".
Secondo lei, dopo la grande stagione alla Fiorentina, Moise Kean ha trovato la definitiva consacrazione? È pronto per un top club?
"È in una squadra importante, ha già giocato per top club come Juventus e Paris Saint-Germain. Forse prima non aveva ancora raggiunto la maturità e la consapevolezza che oggi sembra aver trovato a Firenze. Lo si vede felice, sereno. Mi auguro che continui così: se sarà pronto per un grande club, lo scopriremo. Ma quest’anno, al di là di Lautaro che ormai è un giocatore di un altro pianeta, Kean è stato sicuramente l’attaccante più forte della Serie A. È il futuro".
Lo consiglierebbe al Napoli come attaccante per la prossima stagione?
"Assolutamente sì. Ha qualità incredibili, è veloce, forte di testa, tecnico sia nello stretto che negli spazi. Credo sia uno dei profili più interessanti".
Per Spalletti, in ottica Nazionale, è stata una stagione positiva: oltre a Kean, anche Mateo Retegui si è messo in mostra. Per il suo gusto personale, chi preferisce tra i due?
"Si somigliano molto. Sono attaccanti di movimento, attaccano l’area, sanno giocare spalle alla porta, hanno tecnica e fisicità. Stanno trovando una maturità che prima non avevano. Sono due profili importanti, sia per i club che per la Nazionale. Preferirne uno è difficile: diciamo che comunque vada, si casca in piedi".
È rimasto un solo posto per la Champions League. Inter, Atalanta e Napoli sono certe di disputarla. Secondo lei, chi si prenderà il quarto posto?
"Ho visto la Juventus a Bologna e mi ha fatto una grande impressione. Credo che se la giocheranno proprio loro due. Il Bologna ha grande entusiasmo, ma non so se ha lo stesso valore tecnico della Juventus. Comunque, sarà una corsa fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata".