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L'ANALISI - Salvione: "Napoli? Ci sono ancora due partite, non è tempo di fare processi"
12.05.2025 12:21 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. 

Da ieri sera la città di Napoli vive una sorta di psicodramma. Al primo pareggio del Genoa, lo stadio Maradona si è ammutolito. Possiamo dire che forse non è questo il modo giusto di sostenere una squadra che, comunque vada, ha compiuto un miracolo sportivo? 

“Sì, è vero. Però, se guardi nel complesso, il comportamento dei tifosi allo stadio è stato bellissimo. L’applauso che tutto lo stadio ha rivolto alla squadra al momento dell’uscita dal campo ne è la dimostrazione. Magari ci sta: non è un pubblico abituato ad una lotta fino all’ultima giornata, punto a punto. Due anni fa il Napoli ha vinto lo scudetto praticamente a febbraio, l’Inter lo scorso anno ha fatto lo stesso. Quest’anno, invece, la situazione è diversa, e questo pesa sull’umore generale. Ma ti dico: è ancora tutto aperto. Il jolly il Napoli se l’è giocato, ma ci sono ancora due partite. Non è ancora tempo di fare processi".

Anche i calciatori di Conte non abituati a una lotta punto a punto. Quanto potrà pesare l’aspetto psicologico nelle prossime due gare? 

“Io dico che il Napoli sapeva di essersi guadagnato un bonus. Però, come sappiamo, la pressione ci sarebbe stata comunque, perché si giocava dopo l’Inter. Il risultato dell’Inter avrebbe condizionato il Napoli in ogni caso, anche in caso di sconfitta o pareggio, forse avrebbe addirittura aumentato la pressione. Il Napoli sapeva di avere questo vantaggio e se l’è giocato. Ora ha una finale col Parma. Se vuole vincere lo scudetto, deve andare a vincere lì. Non ci sono alternative, anche perché non mi aspetto altri passi falsi dall’Inter: quelli che ha fatto, secondo me, sono già tanti. Bisogna andare a Parma, vincere, e poi magari sperare che il Cagliari sia già salvo all’ultima giornata. Ma la partita chiave è Parma: è una prova di maturità. Se vuoi vincere lo scudetto, certe vittorie devi andarle a prendere".

Quindi, secondo lei, l’Inter non sbaglierà più? 

“È chiaro che da ieri la situazione in casa Inter cambia, perché si inizierà a pensare alla finale di Champions. Vediamo quali saranno le scelte di Inzaghi. Penso che la partita contro la Lazio possa essere importante, anche perché si giocherà a due settimane dalla finale. È probabile che Inzaghi voglia giocarsela con tutti i titolari a disposizione. L’Inter ci crede nella rimonta, ed è giusto così. Inzaghi deve giocare le sue carte. Però ti dico: è difficile che l’Inter sbagli ancora. Come abbiamo visto ieri, nel calcio non ci sono partite scontate, non si possono fare calcoli. A volte ci si aspetta una partita semplice e poi non lo è. Il Napoli deve pensare solo a sé stesso e andare a Parma a vincere lo scudetto, punto".

Ancora una volta, Billing è entrato male. Che ne pensa? 

“È chiaro che l’uscita di Raspadori ha tolto qualcosa al Napoli, sia in termini di spazi occupati che di preoccupazione per la difesa del Genoa. Il calcio è bello perché a volte bastano dieci centimetri per cambiare un giudizio. Se Billing fosse arrivato dieci centimetri più in alto sul gol di Vázquez, o se il suo colpo di testa nel recupero fosse stato dieci centimetri più al centro… di cosa staremmo parlando? Probabilmente adesso staremmo dicendo che è stato l’uomo decisivo. Quindi sì, è un cambio su cui si può discutere, ma a volte è una questione di dettagli. Billing poteva diventare l’eroe della partita, e invece così non è stato. È difficile giudicare serenamente certe scelte quando bastano davvero piccole cose a cambiare il risultato".

Concettualmente, togliere una punta per inserire un centrocampista comporta un abbassamento della squadra, che porta il pericolo più vicino alla propria porta. Ha qualcosa da recriminare sulla scelta di Antonio Conte? 

“È chiaro che Conte abbia voluto mettere fisicità in un finale combattuto. Ha scelto un giocatore che potesse essere utile anche in fase offensiva. Billing, due settimane fa, ha preso una traversa e contro l’Inter trovò il pareggio. Ieri ha aggiunto fisicità. Conte l’ha spiegato: ha voluto migliorare la copertura sulle palle alte. Poi sai, sono scelte che, per pochi centimetri, ti cambiano l’opinione. L’alternativa poteva essere Neres, che poi è entrato, ma non sappiamo in che condizioni fosse. Il cambio di Raspadori è arrivato all’ottantesimo, quindi c’era ancora tempo. Forse una punta in più, come Okafor o Ngonge, poteva dare qualcosa in più, ma Conte ha preferito Billing per dare peso al centrocampo. Non è stato fortunato. Ma nel calcio è così: se Billing prende quella palla o segna all’ultimo, ora staremo parlando del ‘Billing eroe’ e di Conte ‘mago delle sostituzioni’. A volte manca davvero poco per orientare un giudizio".

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L'ANALISI - Salvione: "Napoli? Ci sono ancora due partite, non è tempo di fare processi"

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12/05/2025 - 12:21

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. 

Da ieri sera la città di Napoli vive una sorta di psicodramma. Al primo pareggio del Genoa, lo stadio Maradona si è ammutolito. Possiamo dire che forse non è questo il modo giusto di sostenere una squadra che, comunque vada, ha compiuto un miracolo sportivo? 

“Sì, è vero. Però, se guardi nel complesso, il comportamento dei tifosi allo stadio è stato bellissimo. L’applauso che tutto lo stadio ha rivolto alla squadra al momento dell’uscita dal campo ne è la dimostrazione. Magari ci sta: non è un pubblico abituato ad una lotta fino all’ultima giornata, punto a punto. Due anni fa il Napoli ha vinto lo scudetto praticamente a febbraio, l’Inter lo scorso anno ha fatto lo stesso. Quest’anno, invece, la situazione è diversa, e questo pesa sull’umore generale. Ma ti dico: è ancora tutto aperto. Il jolly il Napoli se l’è giocato, ma ci sono ancora due partite. Non è ancora tempo di fare processi".

Anche i calciatori di Conte non abituati a una lotta punto a punto. Quanto potrà pesare l’aspetto psicologico nelle prossime due gare? 

“Io dico che il Napoli sapeva di essersi guadagnato un bonus. Però, come sappiamo, la pressione ci sarebbe stata comunque, perché si giocava dopo l’Inter. Il risultato dell’Inter avrebbe condizionato il Napoli in ogni caso, anche in caso di sconfitta o pareggio, forse avrebbe addirittura aumentato la pressione. Il Napoli sapeva di avere questo vantaggio e se l’è giocato. Ora ha una finale col Parma. Se vuole vincere lo scudetto, deve andare a vincere lì. Non ci sono alternative, anche perché non mi aspetto altri passi falsi dall’Inter: quelli che ha fatto, secondo me, sono già tanti. Bisogna andare a Parma, vincere, e poi magari sperare che il Cagliari sia già salvo all’ultima giornata. Ma la partita chiave è Parma: è una prova di maturità. Se vuoi vincere lo scudetto, certe vittorie devi andarle a prendere".

Quindi, secondo lei, l’Inter non sbaglierà più? 

“È chiaro che da ieri la situazione in casa Inter cambia, perché si inizierà a pensare alla finale di Champions. Vediamo quali saranno le scelte di Inzaghi. Penso che la partita contro la Lazio possa essere importante, anche perché si giocherà a due settimane dalla finale. È probabile che Inzaghi voglia giocarsela con tutti i titolari a disposizione. L’Inter ci crede nella rimonta, ed è giusto così. Inzaghi deve giocare le sue carte. Però ti dico: è difficile che l’Inter sbagli ancora. Come abbiamo visto ieri, nel calcio non ci sono partite scontate, non si possono fare calcoli. A volte ci si aspetta una partita semplice e poi non lo è. Il Napoli deve pensare solo a sé stesso e andare a Parma a vincere lo scudetto, punto".

Ancora una volta, Billing è entrato male. Che ne pensa? 

“È chiaro che l’uscita di Raspadori ha tolto qualcosa al Napoli, sia in termini di spazi occupati che di preoccupazione per la difesa del Genoa. Il calcio è bello perché a volte bastano dieci centimetri per cambiare un giudizio. Se Billing fosse arrivato dieci centimetri più in alto sul gol di Vázquez, o se il suo colpo di testa nel recupero fosse stato dieci centimetri più al centro… di cosa staremmo parlando? Probabilmente adesso staremmo dicendo che è stato l’uomo decisivo. Quindi sì, è un cambio su cui si può discutere, ma a volte è una questione di dettagli. Billing poteva diventare l’eroe della partita, e invece così non è stato. È difficile giudicare serenamente certe scelte quando bastano davvero piccole cose a cambiare il risultato".

Concettualmente, togliere una punta per inserire un centrocampista comporta un abbassamento della squadra, che porta il pericolo più vicino alla propria porta. Ha qualcosa da recriminare sulla scelta di Antonio Conte? 

“È chiaro che Conte abbia voluto mettere fisicità in un finale combattuto. Ha scelto un giocatore che potesse essere utile anche in fase offensiva. Billing, due settimane fa, ha preso una traversa e contro l’Inter trovò il pareggio. Ieri ha aggiunto fisicità. Conte l’ha spiegato: ha voluto migliorare la copertura sulle palle alte. Poi sai, sono scelte che, per pochi centimetri, ti cambiano l’opinione. L’alternativa poteva essere Neres, che poi è entrato, ma non sappiamo in che condizioni fosse. Il cambio di Raspadori è arrivato all’ottantesimo, quindi c’era ancora tempo. Forse una punta in più, come Okafor o Ngonge, poteva dare qualcosa in più, ma Conte ha preferito Billing per dare peso al centrocampo. Non è stato fortunato. Ma nel calcio è così: se Billing prende quella palla o segna all’ultimo, ora staremo parlando del ‘Billing eroe’ e di Conte ‘mago delle sostituzioni’. A volte manca davvero poco per orientare un giudizio".