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L'ANALISI - Sconcerti: "E' stato un campionato inverso, ha dato meno del previsto anche Ronaldo, 16 gol su azione, uno meno di Milik, ricominciamo con una Juve diversa e una sola squadra che rimane se stessa, il Napoli"
27.05.2019 13:00 di Napoli Magazine

Il giornalista Mario Sconcerti scrive nel suo editoriale per il Corriere della Sera: "È stato un campionato inverso: la Juve ha fatto 5 punti in meno, il Napoli 12, l’Inter 3, la Roma 11, e sono tutte arrivate in testa alla classifica. Si è giocato un brutto calcio, un pessimo calcio in genere. Se vogliamo essere sinceri ha dato meno del previsto anche Ronaldo, 16 gol su azione, quanto Pavoletti, uno meno di Milik, 5 meno di Zapata. Abbiamo cambiato un sacco di allenatori, ma abbiamo mandato a casa per noia anche l’unico che ha vinto. Questa è stata la vera eccezione, l’allungarsi dell’errore delle grandi squadre: nessuna ritrova se stessa, hanno dato il tempo ad altri d’inventarsi nonostante abbiano soldi e potere. Ricominciamo adesso con una Juve diversa e una sola squadra che rimane se stessa, il Napoli. Con una lunga serie di nuovi maestri e la paura di appartenere a un altro mondo. Non è tempo di cambiare formule e calendari. È tempo di giocare bene a calcio".

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di Napoli Magazine

27/05/2024 - 13:00

Il giornalista Mario Sconcerti scrive nel suo editoriale per il Corriere della Sera: "È stato un campionato inverso: la Juve ha fatto 5 punti in meno, il Napoli 12, l’Inter 3, la Roma 11, e sono tutte arrivate in testa alla classifica. Si è giocato un brutto calcio, un pessimo calcio in genere. Se vogliamo essere sinceri ha dato meno del previsto anche Ronaldo, 16 gol su azione, quanto Pavoletti, uno meno di Milik, 5 meno di Zapata. Abbiamo cambiato un sacco di allenatori, ma abbiamo mandato a casa per noia anche l’unico che ha vinto. Questa è stata la vera eccezione, l’allungarsi dell’errore delle grandi squadre: nessuna ritrova se stessa, hanno dato il tempo ad altri d’inventarsi nonostante abbiano soldi e potere. Ricominciamo adesso con una Juve diversa e una sola squadra che rimane se stessa, il Napoli. Con una lunga serie di nuovi maestri e la paura di appartenere a un altro mondo. Non è tempo di cambiare formule e calendari. È tempo di giocare bene a calcio".