Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino: "Sì, diciamo che con questo scudetto ci toglieremo gli schiaffi da faccia. Tanti resteranno in silenzio perché non sapranno più cosa dire e dove andare a nascondersi".
Chi dovrà restare in silenzio?
"Chi in questi anni, soprattutto da lontano, ha parlato a vanvera del Napoli, dei suoi dirigenti, dei suoi allenatori, dei suoi giocatori. E anche della tifoseria, addirittura accusata di vivere nel passato. Per tanti, Napoli rappresenta l'improvvisazione, invece Napoli raggiunge i risultati e la credibilità attraverso la massima applicazione. Una sorta di discriminazione, si era vista anche ai nostri tempi".
Cosa infastidisce il vecchio capitano?
"Chi ha disconosciuto il valore della squadra, arrivando a dire che ve n'erano altre più forti o addirittura ricordando la penalizzazione che ha fatto scivolare la Juve in classifica. Parliamo anche di chi ha giocato a certi livelli. E la bellezza del Napoli? E il distacco di 18 punti che resterà nella storia perché difficilmente qualcuno potrà fare meglio? Il Napoli è strabiliante: mai avevo visto una squadra in grado di distruggere letteralmente un campionato, costringendo le cosiddette blasonate a dirottare, diciamo così, sulla Champions League. Anzi, è stato distrutto altro in questa stagione".
E cosa?
"Il potere del Nord. Guardate a quanti punti si trovano il Milan e l'Inter, le squadre che avevano vinto gli ultimi due campionati. E, a proposito della Juve, ricorderei che prima di subire la penalizzazione aveva preso 5 gol dal Napoli. È la stessa situazione che avevamo vissuto quando arrivò Maradona: lo stesso sentimento ostile".
Quale?
"Allora c'era invidia perché Diego aveva scelto il Napoli e non uno squadrone del Nord. È riemersa adesso perché il calcio più bello è di nuovo qui. Occasioni ce n'erano state anche recentemente, però quest'anno è stato fatto il salto di qualità, con un allenatore straordinario che ha saputo trasmettere idee chiare e belle e una squadra che è riuscita a metterle in pratica. Perché in panchina ci può essere anche il più bravo e intelligente al mondo ma sono i giocatori a determinare il corso di una stagione".
A Napoli è stata riconsiderata anche la figura di De Laurentiis.
"Ma il presidente e il suo staff hanno portato avanti un buon lavoro nel segno della continuità. Certo, poi ci sono gli incidenti di percorso e il Napoli ne ha avuti. Si sono visti tanti giocatori di qualità in questi anni, ricordiamolo: mi infastidisce che ciò non venga riconosciuto. Noi qui non abbiamo vissuto soltanto di ricordi, c'è un progetto che è stato portato avanti con successo. Ma chi avrebbe mai potuto immaginare che quei due ragazzi, Kim e Kvara, funzionassero subito così bene?".
Lei si rivede in Kim?
"Assolutamente sì. Qualche tifoso lo chiama Palo e fierro, quello che è stato il mio storico soprannome, e io ne sono felice. Il suo tipo di marcatura ricorda in effetti la mia. Sulla qualità di questi ragazzi ha lavorato Spalletti e non soltanto sotto l'aspetto tecnico. Dopo gli addii di tanti calciatori in estate e la delusione che serpeggiava in una parte dell'ambiente, lui è stato bravo a compattare il gruppo e a renderlo forte anche sul piano psicologico. Ecco perché non mollano mai".
Si è detto, per oltre trent'anni, che il Napoli aveva vinto lo scudetto soltanto perché c'era Maradona: e ora cosa si dirà?
"Ho vissuto quei momenti e mi fa piacere che la stessa nostra gioia la provino i calciatori di oggi. Noi abbiamo avuto la fortuna di giocare accanto al più forte di tutti i tempi e di realizzare un sogno. Avevo fatto delle rinunce per poter vincere lo scudetto a Napoli, sapendo quanta felicità avremmo regalato alla nostra gente, e ce l'ho fatta. E adesso questi ragazzi vivranno le nostre stesse emozioni in una città dove il tempo di illusioni e amarezze calcistiche è terminato".
di Napoli Magazine
28/02/2023 - 16:05
Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino: "Sì, diciamo che con questo scudetto ci toglieremo gli schiaffi da faccia. Tanti resteranno in silenzio perché non sapranno più cosa dire e dove andare a nascondersi".
Chi dovrà restare in silenzio?
"Chi in questi anni, soprattutto da lontano, ha parlato a vanvera del Napoli, dei suoi dirigenti, dei suoi allenatori, dei suoi giocatori. E anche della tifoseria, addirittura accusata di vivere nel passato. Per tanti, Napoli rappresenta l'improvvisazione, invece Napoli raggiunge i risultati e la credibilità attraverso la massima applicazione. Una sorta di discriminazione, si era vista anche ai nostri tempi".
Cosa infastidisce il vecchio capitano?
"Chi ha disconosciuto il valore della squadra, arrivando a dire che ve n'erano altre più forti o addirittura ricordando la penalizzazione che ha fatto scivolare la Juve in classifica. Parliamo anche di chi ha giocato a certi livelli. E la bellezza del Napoli? E il distacco di 18 punti che resterà nella storia perché difficilmente qualcuno potrà fare meglio? Il Napoli è strabiliante: mai avevo visto una squadra in grado di distruggere letteralmente un campionato, costringendo le cosiddette blasonate a dirottare, diciamo così, sulla Champions League. Anzi, è stato distrutto altro in questa stagione".
E cosa?
"Il potere del Nord. Guardate a quanti punti si trovano il Milan e l'Inter, le squadre che avevano vinto gli ultimi due campionati. E, a proposito della Juve, ricorderei che prima di subire la penalizzazione aveva preso 5 gol dal Napoli. È la stessa situazione che avevamo vissuto quando arrivò Maradona: lo stesso sentimento ostile".
Quale?
"Allora c'era invidia perché Diego aveva scelto il Napoli e non uno squadrone del Nord. È riemersa adesso perché il calcio più bello è di nuovo qui. Occasioni ce n'erano state anche recentemente, però quest'anno è stato fatto il salto di qualità, con un allenatore straordinario che ha saputo trasmettere idee chiare e belle e una squadra che è riuscita a metterle in pratica. Perché in panchina ci può essere anche il più bravo e intelligente al mondo ma sono i giocatori a determinare il corso di una stagione".
A Napoli è stata riconsiderata anche la figura di De Laurentiis.
"Ma il presidente e il suo staff hanno portato avanti un buon lavoro nel segno della continuità. Certo, poi ci sono gli incidenti di percorso e il Napoli ne ha avuti. Si sono visti tanti giocatori di qualità in questi anni, ricordiamolo: mi infastidisce che ciò non venga riconosciuto. Noi qui non abbiamo vissuto soltanto di ricordi, c'è un progetto che è stato portato avanti con successo. Ma chi avrebbe mai potuto immaginare che quei due ragazzi, Kim e Kvara, funzionassero subito così bene?".
Lei si rivede in Kim?
"Assolutamente sì. Qualche tifoso lo chiama Palo e fierro, quello che è stato il mio storico soprannome, e io ne sono felice. Il suo tipo di marcatura ricorda in effetti la mia. Sulla qualità di questi ragazzi ha lavorato Spalletti e non soltanto sotto l'aspetto tecnico. Dopo gli addii di tanti calciatori in estate e la delusione che serpeggiava in una parte dell'ambiente, lui è stato bravo a compattare il gruppo e a renderlo forte anche sul piano psicologico. Ecco perché non mollano mai".
Si è detto, per oltre trent'anni, che il Napoli aveva vinto lo scudetto soltanto perché c'era Maradona: e ora cosa si dirà?
"Ho vissuto quei momenti e mi fa piacere che la stessa nostra gioia la provino i calciatori di oggi. Noi abbiamo avuto la fortuna di giocare accanto al più forte di tutti i tempi e di realizzare un sogno. Avevo fatto delle rinunce per poter vincere lo scudetto a Napoli, sapendo quanta felicità avremmo regalato alla nostra gente, e ce l'ho fatta. E adesso questi ragazzi vivranno le nostre stesse emozioni in una città dove il tempo di illusioni e amarezze calcistiche è terminato".