Faouzi Ghoulam, ex difensore del Napoli, è stato protagonista di uno spazio a lui dedicato al Giffoni Sport: "L'emozione pIù grande è l'urlo per la Champions. Napoli è casa mia. Il numero di partite non conta. Alcuni compagni di squadra più vecchi mi dicevano che una stagione al Napoli e a Napoli valeva il doppio ed è stato così. Ogni anno diventa più pesante dell'altro, perché cala l'aspettativa di vincere lo scudetto. Quando indossi questa maglia devi anche incominciare a mentalizzare di essere napoletano. Non ho giocato in una squadra normale, ma per il Napoli. Non è la stessa cosa: io ho giocato per un popolo. Napoli ti prende, Napoli ti appartiene. Lo vedi con tutti, resta a vita e non è un'abbronzatura che dopo l'estate se ne va: vale per Hamsik, per Maggio, per tanti altri. Scudetto? Tutti vogliono dimenticare e mettere tra parentesi questo risultato, ma l'impresa del Napoli resta per sempre adesso non dobbiamo avere troppa fretta, perché il Napoli deve costruire un futuro. Gli scudetti sono stati un sollievo, dopo aver visto giocare Maradona, dopo essere finiti in Serie C, poi B, A e le coppe europee. Adesso il Napoli deve costruire una cosa sul futuro ed è un percorso che si delinea anche insieme alla gente del posto. La cosa più bella sarebbe far vincere il Napoli anche con tanti napoletani all'interno. Koulibaly è un fratello davvero perché anche la mamma dice che sono un altro figlio suo. I successi a Napoli? Hanno avuto il privilegio di vincere subito. Noi, invece, facemmo aspettare un bel po'. Adesso che hanno la seconda pelle, quella azzurra, devono pensare a qualcosa di più importante a livello europeo. Da bambino volevo giocare solo in Serie A, ad altissimo livello. Per questo sogno ho sacrificato tante cose, tutto. Per me c'era la Serie A o niente. Avevo studiato economia sociale in Francia: non volevo farlo, mia madre mi ha obbligato. Mi allenavo già con i professionisti ma mia mamma è andata dall'allenatore e gli ha detto che se non mi fossi diplomato avrei smesso di giocare. L'economia, però, mi piaceva molto e avevo progettato di fare un master. Tra poco parteciperò al corso Uefa-B. Poi con la Uefa farò un corso biennale di business e management. Ho anche altre attività fuori dal calcio. Me lo ha permesso la scuola: testa giusta per le cose e i momenti giusti. Ho aziende, ma il calcio mi ha dato tanto e qualcosa lo dovrà ridare. Allenatore? Non solo Benitez. Anche Ancelotti, Spalletti, Gattuso. Le persone non danno il vero valore a Rino, che invece farà una grandissima carriera".
di Napoli Magazine
21/07/2025 - 21:00
Faouzi Ghoulam, ex difensore del Napoli, è stato protagonista di uno spazio a lui dedicato al Giffoni Sport: "L'emozione pIù grande è l'urlo per la Champions. Napoli è casa mia. Il numero di partite non conta. Alcuni compagni di squadra più vecchi mi dicevano che una stagione al Napoli e a Napoli valeva il doppio ed è stato così. Ogni anno diventa più pesante dell'altro, perché cala l'aspettativa di vincere lo scudetto. Quando indossi questa maglia devi anche incominciare a mentalizzare di essere napoletano. Non ho giocato in una squadra normale, ma per il Napoli. Non è la stessa cosa: io ho giocato per un popolo. Napoli ti prende, Napoli ti appartiene. Lo vedi con tutti, resta a vita e non è un'abbronzatura che dopo l'estate se ne va: vale per Hamsik, per Maggio, per tanti altri. Scudetto? Tutti vogliono dimenticare e mettere tra parentesi questo risultato, ma l'impresa del Napoli resta per sempre adesso non dobbiamo avere troppa fretta, perché il Napoli deve costruire un futuro. Gli scudetti sono stati un sollievo, dopo aver visto giocare Maradona, dopo essere finiti in Serie C, poi B, A e le coppe europee. Adesso il Napoli deve costruire una cosa sul futuro ed è un percorso che si delinea anche insieme alla gente del posto. La cosa più bella sarebbe far vincere il Napoli anche con tanti napoletani all'interno. Koulibaly è un fratello davvero perché anche la mamma dice che sono un altro figlio suo. I successi a Napoli? Hanno avuto il privilegio di vincere subito. Noi, invece, facemmo aspettare un bel po'. Adesso che hanno la seconda pelle, quella azzurra, devono pensare a qualcosa di più importante a livello europeo. Da bambino volevo giocare solo in Serie A, ad altissimo livello. Per questo sogno ho sacrificato tante cose, tutto. Per me c'era la Serie A o niente. Avevo studiato economia sociale in Francia: non volevo farlo, mia madre mi ha obbligato. Mi allenavo già con i professionisti ma mia mamma è andata dall'allenatore e gli ha detto che se non mi fossi diplomato avrei smesso di giocare. L'economia, però, mi piaceva molto e avevo progettato di fare un master. Tra poco parteciperò al corso Uefa-B. Poi con la Uefa farò un corso biennale di business e management. Ho anche altre attività fuori dal calcio. Me lo ha permesso la scuola: testa giusta per le cose e i momenti giusti. Ho aziende, ma il calcio mi ha dato tanto e qualcosa lo dovrà ridare. Allenatore? Non solo Benitez. Anche Ancelotti, Spalletti, Gattuso. Le persone non danno il vero valore a Rino, che invece farà una grandissima carriera".